Attualità

Intervista al sindaco Cattaneo

di Mauro del Corno e Matteo Miglietta

 

Inchiostro – Sindaco Cattaneo, chi pensava che Pavia fosse esclusa dai meccanismi della malavita organizzata, negli ultimi mesi s’è dovuto ricredere. Cosa sta succedendo? Qual è la situazione attuale in città e in comune?
Alessandro Cattaneo – Come ha detto lei nella domanda, chi pensava che Pavia fosse un’oasi felice immune da ‘ndrangheta o infiltrazioni mafiose in generale era un ingenuo, ma pensare che Pavia possa essere o diventare la capitale della ‘ndrangheta lo è altrettanto. Cito alcune parole di Roberto Saviano dette qui a Pavia nella conferenza dello scorso 4 ottobre: “dire che la mafia non esiste nel proprio territorio vuol dire vivere nel mondo delle favole, ma dire che tutto è mafia è altrettanto sbagliato”. Sicuramente gli ultimi mesi sono stati per Pavia uno shock su cui bisogna fare chiarezza, evitando però di assistere a processi mediatici di condanna, i quali oltre a essere ingiusti possono risultare controproducenti. Da subito mi sono mobilitato per capire se questi contatti con la ‘ndrangheta avevano un riscontro a livello amministrativo comunale.
Quando, nelle intercettazioni telefoniche, Chiriaco dice «non ti preoccupare perché nei lavori pubblici lavorerà “tizio”», sono andato a verificare quanto “tizio” abbia lavorato nei lavori pubblici. Oppure quando su Piazzale Europa dice «chiederemo i fondi europei», ho controllato quante volte in giunta abbiamo fatto degli atti rivolti a questo; e di riscontri non ce né sono.
Per quanto riguarda le scelte della dirigenza, ho scelto come direttore generale un viceprefetto, non un ex-politico qualunque, consultando varie associazioni economiche, imprenditoriali e culturali. Sono sempre stato disponibile per far chiarezza su tutto rispondendo ad ogni domanda, ma non tollero chi vuole fare strumentalizzazione politica, identificando tutto in una banale lotta dei buoni di sinistra contro la giunta cattiva di destra. È una lettura del problema sbagliata e controproducente, che non porta da nessuna parte. Ad esempio quando Pelle è stato arrestato a Pavia c’era la giunta Capitelli. Oppure quando Chiriaco è stato nominato direttore sanitario dell’ASL, il suo curriculum scientifico e giudiziario lo conoscevano tutti, ma nessuno ha mai detto niente. Solo ora molti, come il PD, dicono che non lo si doveva nominare (sugli arresti di Francesco Pelle e Carlo Chiriaco vedere articolo precedente, ndr).
Detto questo, sono convinto che l’amministrazione di Pavia risulterà impermeabile a queste manovre di controllo.
Pensando al futuro, cercheremo di essere sempre più vigili e attenti in quei settori che possono essere la porta d’ingresso d’associazioni criminali all’interno delle amministrazioni pubbliche, ad esempio il settore dei subappalti, nel quale siamo già intervenuti. Mi aspetto, però, anche delle proposte dagli altri.

Molti l’hanno criticata per aver definito Chiriaco, all’indomani dell’arresto, “un mitomane, un millantatore”, perchè in questo modo avrebbe isolato il caso a un solo elemento, sminuendo un fenomeno molto più serio. Può spiegarci meglio le sue parole?
Per me Chiriaco rimane una persona con una mentalità criminale, ma anche un millantatore, nel senso che affermava delle cose smentibili facilmente dai fatti. Come quando diceva di poter controllare l’amministrazione comunale facendo nomi di persone che neanche conosceva, o che aveva solo incontrato due-tre volte. Io personalmente l’ho visto cinque volte. Altri, come Bosone e Artuso (entrambi PD, ndr), l’hanno visto 20. Ma dico questo senza mai minimizzare la questione. Ovviamente se si estrapola una frase dal contesto, il suo valore e il suo significato possono essere storpiati.

Come procedono i lavori della commissione antimafia? Da chi è composta? Quali sono le sue funzioni?
La commissione antimafia a mio parere deve avere una funzione d’osservatorio, di sentinella per la prefettura e altre entità competenti per attuare un’indagine, se ci sono motivazioni per farlo, senza però essere una commissione d’indagine. Persino la Polizia lascia le indagini a organi specializzati che hanno solo due-tre sedi in tutta Italia. Non sarà certo una commissione decisa da un consiglio comunale a indagare su possibili infiltrazioni mafiose nella città. Così facendo si rischierebbe di usare la commissione per strumentalizzazione politica, o peggio rischiare di sovrapporsi e di essere d’intralcio alle indagini serie della polizia o di altri enti specializzati.
Attualmente la commissione antimafia è formata da membri o rappresentanti delle forze politiche, proporzionalmente al numero di rappresentanti in consiglio.

Il 5 ottobre è stato approvato all’unanimità dal Consiglio Regionale della Lombardia un documento per contrastare le «infiltrazioni della malavita organizzata», con il quale si è dato mandato alla Commissione “Affari istituzionali” di sottoporre al Consiglio alcune proposte di legge regionale per contrastare questo fenomeno. Nel comunicato stampa si legge che «obiettivo della legge dovranno essere anche l’attribuzione agli Enti locali dei necessari contributi per la realizzazione di progetti di utilizzo a fini sociali dei patrimoni confiscati alle associazioni criminose». Pensa possa essere utile? Ci sono beni confiscati sul nostro territorio?
Questa è una domanda tecnica a cui in questo momento non sono in grado di rispondere. Però posso dirle che io partecipo, insieme ad altri 19 sindaci, al “Tavolo di Parma”, un’iniziativa di confronto privilegiato sui problemi economici e amministrativi tra il Ministro degli Interni Maroni e i sindaci. Maroni sostiene la politica della confisca dei beni della mafia per finanziare vari progetti per la sicurezza locale e per contrastare la malavita. Su questo sono d’accordo con lui. Quindi sono d’accordo, in linea di principio, con il documento approvato il 5 ottobre dal Consiglio Regionale.

Sempre in questo documento, si parla di definire lo «status dell’amministratore pubblico e degli eletti in termini d’incompatibilità e di conflitto d’interesse, garantendo così la massima trasparenza possibile». Lei sa di trovarsi in una posizione abbastanza delicata dopo le dimissioni dell’Assessore alle Attività Produttive Pietro Trivi e il presunto coinvolgimento dell’on. Giancarlo Abelli, suo massimo sostenitore in campagna elettorale (si è parlato d’entrambi dopo gli arresti di luglio per questioni relative la compravendita di voti). Come vede la loro figura riguardo una futura redazione di questo documento?
Aprendo una parentesi sulla storia di Trivi da lei citata, dico che si è dimesso per opportunità politica e per mettere la magistratura nelle condizioni di operare, e lui di difendersi. Tengo a precisare che è stato accusato di corruzione elettorale per aver dato 2000 euro in contanti a Galetti Mimmo, esponente della UIL sanità, il quale però è rimasto al suo posto e nessuno del mondo del sindacato gli ha chiesto conto di niente. Se esiste un corruttore esiste anche un corrotto, quindi se bisogna condannare uno, è meglio condannare anche l’altro. Comunque, ritengo che questa accusa non stia in piedi tecnicamente, perchè Trivi è accusato di corruzione elettorale esercitata nei confronti di una persona che non è nemmeno elettore a Pavia.
Tornando al documento del Consiglio Regionale, io non mi sento per nulla in imbarazzo. Citando Saviano, vorrei invitare tutti a informarsi sui fatti non in maniera superficiale, ma mettendoci senso critico. Ciò significa non partire dal fatto che se un politico è indagato, allora verrà sicuramente condannato.

Se risultasse dalla sentenza che gli attuali gruppi di potere sono stati di fatto favoriti dalle delibere del consiglio comunale, quali scelte prenderebbe?
Chiederei ai diretti interessati di rispondere a tali accuse e se ci fosse qualcosa direttamente riconducibile a me, non esiterei a dimettermi. Ma dormo tranquillo perchè personalmente posso affermare con certezza che con queste indagini io non ho nulla a che fare. Approfitto per ripetere che per fare veramente chiarezza su tutto, non bisogna vedere gli ultimi 14 mesi d’amministrazione comunale rappresentati da me, ma occorre indagare sugli ultimi 14 anni.

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