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Ink elezioni 2018: domatori di bestie o bestie domate?

Questo articolo è rivolto agli astensionisti, cioè il 15 % degli italiani, ma in particolare agli studenti: che siate arrabbiati, disinformati, disillusi o irrecuperabili, io mi rivolgo a voi.

Cari studenti,

si va a votare, e il circo della campagna elettorale, sta per mettere in scena gli ultimi spettacoli. Udite, udite! si cercano con urgenza i domatori di bestie, e anche le bestie da domare. Passare da domatori di bestie o bestie domate? Sta a voi la scelta, quando sarete nella cabina elettorale.

A fare la differenza sarà la consapevolezza, quella consapevolezza che all’Italia manca. Spero di non sembrare saccente, ma credo che si debba iniziare a pensare che i politici non sono partiti da Marte a bordo di una navicella spaziale, per poi atterrare sulla terra con la missione di rovinare il Bel Paese. Che vi piaccia o no, sono anche loro italiani. Hanno studiato nelle nostre scuole, quelli che hanno studiato per lo meno; frequentato le nostre piazze, qualcuno ha fatto anche il boy scout, letto i nostri giornali, guardato la nostra televisione, anzi la maggior parte la possiede anche, quindi anche loro sono il prodotto della nostra cultura.

Il disinteresse, anche se motivato, per la “cosa pubblica”, la distanza tra la politica e la gente, non fa che riprodurre lo stesso disastroso scenario a cui siamo da anni abituati. E quella del politico viene vista come la professione di chi non sa cosa significa davvero il termine lavoro, di chi ha la pensione d’oro e l’auto blu, di chi in prigione non ci finisce mai e al massimo finisce in televisione a scaricare il barile sull’avversario; il politico corrotto, noioso e morboso. Ma la politica, oppure l’arte di governare la società dovrebbe essere “la Scienza e tecnica, come teoria e prassi, che ha per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello Stato e la direzione della vita pubblica“, così c’è scritto sul vocabolario Treccani ma noi ce lo siamo dimenticati.

Machiavelli diceva “la politica è il tutto”, vi sembra eccessivo il tutto? Ma forse sarete d’accordo con Kant che sosteneva che la politica dovrebbe “porre le condizioni affinché ciascuno possa realizzare se stesso ed essere felice a modo proprio.” Sarebbe bello fosse davvero così, ma la realtà è che la politica congiunge le persone a coloro che democraticamente vengono chiamati a governare una nazione.
Di questa nazione, ne fate parte, e inevitabilmente le decisioni politiche si riversano sulla vita di ognuno di noi. “Per quanto voi vi crediate assolti, siete lo stesso coinvolti“, cantava De Andrè. Perché pensateci un’attimo: e se i politici fossero così disonesti, “incompetenti” e “mangia mangia” perché è il nostro disinteresse a permetterglielo?

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