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Indiscienza: il festival pavese dove i giovani spiegano la scienza

Si è da poco conclusa Indiscienza, festival di divulgazione scientifica tenutosi presso il Collegio Ghislieri dal 17 al 23 aprile. Abbiamo intervistato la responsabile del progetto, Chiara Figazzolo, studentessa laureanda in chimica presso l’Università di Pavia, alunna IUSS e presso il Collegio Ghislieri.

Cos’è Indiscienza? Come è nata questa iniziativa? Come si è articolato l’evento?

Il termine Indiscienza significa “in direzione della scienza”, ma anche “scienza indipendente”, scienza che non dipende dalla società; si tratta, di fatto, di un festival che ha come obiettivo quello di avvicinare una realtà pavese indipendente dal mondo universitario al polo culturale che la città è in grado di offrire, al fine di creare una sorta di ponte tra questi due mondi. L’iniziativa è nata cinque anni fa, sotto forma di festival, senza tuttavia avere un tema ben preciso, ma, successivamente si è evoluta in un serie di mostre, conferenze ed esperimenti che si sono progressivamente sviluppati in maniera tematica e hanno dato vita a ciò che è Indiscienza oggi.

A chi è rivolta l’iniziativa?

L’iniziativa è rivolta a due grandi categorie di persone: in primis alle scuole, perché pensiamo che per avvicinarsi alla scienza e al mondo della divulgazione sia fondamentale partire dall’istruzione, quindi da ragazzi che non si sono ancora perfettamente formati. In questo senso, Indiscienza è rivolta a tutti i livelli di istruzione, dalla scuola materna, con la quale organizziamo dei piccoli giochi scientifici, ai ragazzi più grandi, delle superiori. In secondo luogo, soprattutto nell’ambito delle conferenze, l’iniziativa si rivolge alla cittadinanza pavese e a personalità che, pur vivendo vite distanti dal mondo scientifico, possono cogliere l’occasione per avvicinarsi alla divulgazione.

Il tema di quest’anno sono le fake news. Attualmente si tratta sicuramente di un tema caldo, ma quali ragioni hanno portato a compiere questa scelta?

Ci siamo accorti, negli scorsi anni, che i temi scelti risultavano a volte un po’ troppo “scientifici”: noi, fino a poco fa, chiedevamo alle persone venute ad Indiscienza di ragionare su cosa di scientifico ci fosse nella vita quotidiana, mentre quest’anno abbiamo fatto sentire loro l’esigenza di avere delle risposte dal mondo della scienza. Alla società di oggi, infatti, ciò che manca non sono certamente le informazioni: siamo, invece, sommersi da miriadi di notizie, anche grazie all’avvento dei social network, oppure ai numerosi input dati da rete, pubblicità e televisione. Con Indiscienza abbiamo voluto dirvi che ci sono delle risposte importanti, risposte di cui avete bisogno, su temi che movimentano molto la società, quali i vaccini, piuttosto che l’AIDS e il suo legame con l’HIV, che è fondamentale siano accessibili per voi. È, dunque, necessario saper discernere i canali corretti da cui attingere le informazioni.

Numerose sono state le conferenze e le masterclass: quali le personalità intervenute?

Abbiamo avuto, in qualità di ospiti, personalità intervenute in differenti ambiti: principalmente abbiamo invitato membri del CICAP, quindi del comitato che controlla le affermazioni delle pseudoscienze, tra cui: Valerio Vercesi, dell’Università di Pavia, che ha parlato di Ricerca e Innovazione, spiegandoci come la ricerca pura e fine a se stessa trovi invece interessanti applicazioni nell’ambito delle nuove tecnologie, poi Beatrice Mautino, che ha raccontato del legame tra scienza e trucchi e ha svelato inganni e segreti dei cosmetici, quindi Silvano Fuso, anch’egli come la Mautino, membro del CICAP, che ci ha spiegato come non esista l’ipse dixit nella scienza, parlandoci delle più grandi cantonate prese da personaggi eminenti e premi Nobel. Abbiamo poi avuto una masterclass in divulgazione scientifica tenuta da Michele Bellone. È intervenuto anche Luigi Garlaschelli, appartenente al CICAP, che con una conferenza-spettacolo, ha mostrato come lui stesso sia in grado di riprodurre dei trucchi, tipici degli pseudoscienziati, sfatando completamente i miti da loro portati; notevole è stato anche l’intervento di un’esperta di diffusione dell’informazione, Fabiana Zullo, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che ha spiegato il legame tra ignoranza scientifica ed espansione delle fake news.

Come sono stati articolati, invece, gli esperimenti?

Gli esperimenti sono stati suddivisi in tre macro-aree: una biomedica, una chimica ed una fisica; in ciascuna di queste si cercava di toccare le corde più “calde” che la correlavano alle fake news. Abbiamo poi ospitato una mostra di matematica a cura di Curvilinea, dedicata ai frattali, di carattere artistico, ma sempre con solide basi scientifiche.

Quale è stato il target degli esperimenti di chimica? Quale è stato il più apprezzato dal pubblico?

Noi abbiamo scelto degli esperimenti spettacolari, che potessero essere quindi adattati a tutte le fasce d’età del nostro pubblico, ovvero che potessero stupire ad appassionare i più giovani, avvicinandoli al nostro mondo, e allo stesso modo colpire gli adulti, a cui era però possibile fornire spiegazioni più teoriche e complesse. Uno dei miei esperimenti preferiti, che è piaciuto davvero tanto anche ai bambini, è la cosiddetta formazione dello slime, un polimero dalla consistenza gelatinosa, che è stato formato in maniera molto semplice con del PVA, un’unità monomerica, e del borace, un sale, e che i bambini hanno poi potuto portare a casa.

Quali le peculiarità dell’edizione 2018? Cosa è cambiato rispetto agli anni precedenti?

Questa edizione si è distinta dalle precedenti probabilmente a causa del tema, che ha richiamato maggiormente il pubblico. Inoltre è da evidenziare anche l’intensa collaborazione con le scuole, anch’essa migliorata rispetto agli anni scorsi grazie a dei piccoli accorgimenti, quali ad esempio la creazione di una guida ufficiale, di un programma ufficiale, il contatto diretto con gli istituti coinvolti ed una maggiore attenzione alla loro opinione. Questi piccoli accorgimenti ci hanno portato ad una maggiore visibilità generale, che ci ha consentito di raggiungere importanti contatti. Questa è una conferma del buon livello raggiunto dal nostro festival.

Un bilancio generale di questa edizione?

Il bilancio è sicuramente positivo, specialmente perché ci sono state offerte delle nuove ed importanti opportunità per il futuro. È la conferma del raggiungimento di un buon livello: siamo l’unica associazione in Italia unicamente formata da studenti che si occupa di organizzare un festival della scienza. Adesso è l’ora di fare un salto di qualità e affermarci, quindi, a livello nazionale.

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