Pavia

Incontro con Fabiola Gianotti

Incontro con Fabiola Gianotti

PARTE 1: la fisica e il suo mondo.

 

Per il ciclo: “DONNE IN SCIENZA” tenuto dal Collegio Nuovo di Pavia, incontro con FABIOLA GIANOTTI, Direttore Generale CERN dal 2016, condotto da ADELE RIMOLDI, Docente di Fisica Nucleare presso l’Università di Pavia e Ricercatrice per l’ Istituto Nazionale di Fisica Nucleare CERN e CNAO di Pavia.

 

Nella vita di Fabiola Gianotti, futura direttrice del Cern, precisione e passione sono delle costanti. La prima donna a capo del centro ginevrino è italiana, ha completato gli studi in fisica sub-nucleare presso l’Università statale di Milano, si è trasferita a Ginevra in seguito al conseguimento di una borsa di studio, e da lì non si è più fermata. Il Times la inserisce tra le cinque personalità più influenti del 2012, di cui il primo è Obama («i soliti raccomandati» cit.), ma nonostante gli innumerevoli riconoscimenti e i premi guadagnati nel corso di una a dir poco brillante carriera, non perde di vista la realtà, né i suoi primi amori: la musica e la danza.

 

Fabiola Gianotti è una di quelle rare persone che riescono a conciliare passioni apparentemente opposte con risultati eccellenti, ed essendo sempre in ogni campo un passo avanti a tutti. Costanza, determinazione, energia inesauribile (che sfrutti gli acceleratori del Cern!?) e una cultura vastissima, il tutto accompagnato da intelligenza e gentilezza; insomma, un esempio per fisici e non, fonte d’orgoglio per tutti gli italiani.

 

  1. In cosa consiste il suo lavoro al CERN? Come e quanto cambieranno le sue mansioni quando diventerà DG?

Ho qualche idea su quello che farò quando inizierò il mio mandato nel 2016, ma ovviamente cercherò di sviluppare il tutto nel corso del 2015. Quando una persona arriva ad una posizione di gestione deve abbandonare la ricerca “fatta con le proprie mani”, e ovviamente per me questo è un grande dolore, visto che negli ultimi anni sono riuscita a fare ricerca sia a livello di costruzione di rivelatori, sia di analisi dati per la scoperta di nuove particelle. Sarei felice se nei prossimi anni fossi  ancora in grado dedicare parte del mio tempo alla fisica, portando avanti progetti di laboratorio per riuscire finalmente a  fornire delle risposte alla lunga lista di domande che tuttora ci poniamo. Nella mia posizione spero quindi di poter dare un futuro glorioso al CERN nel campo della ricerca, ma comunque continuare quello che è il mio lavoro in quanto fisica: mi auspico quindi che la parte amministrativa non sia troppo pesante.

 

  1. Qual è il budget annuo concesso al CERN?

Circa un miliardo di franchi svizzeri diviso tra i vari Stati finanziatori; per quantificare la cifra mi piace sempre fare quest’esempio: un miliardo di franchi svizzeri corrisponde circa ad un cappuccino all’anno per abitante europeo. È un budget dato dai Paesi Membri, tra i quali l’Italia, proporzionale al proprio PIL: l’Italia si posiziona al quarto posto con circa il 12%, prima di noi Francia ed Inghilterra, al primo posto la Germania. Abbiamo anche un ritorno di commesse industriali pari circa il 10%.

 

 

  1. Liceo classico, pianoforte, danza e fisica. Com’è riuscita a conciliare queste passioni? Quanto la creatività e l’intuizione pesano nella ricerca scientifica e nello studio della fisica?

Grazie della domanda! Spesso mi si dice “Tu hai fatto il liceo classico, musica e poi hai cambiato!”, come se la fisica fosse tutt’altra cosa rispetto alle materie umanistiche o all’arte. Onestamente non trovo molte differenze, ovviamente escludendo gli aspetti tecnici di ogni campo. Per me l’arte, come la musica o ad esempio l’architettura, richiede dei forti fondamenti matematici: così come è necessario eseguire dei calcoli prima di costruire un palazzo, anche un’opera di Bach contiene un’armonia puramente matematica, in quanto lui stesso seguiva perfettamente le leggi della musica; ma viceversa la fisica e le scienze in generale possiedono delle peculiarità date dall’intuizione e della fantasia; le stesse leggi fondamentali della natura siFabiola Gianotti, fisica italiana sulla copertina del Time basano su disegni simmetrici. Senza dimenticare le affinità tra fisica e cucina! Anche in cucina bisogna seguire regole precise, ma mai senza creatività…

 

  1. Come concilia la vita da scienziata con la quotidianità? Ritiene che raggiungere una posizione come la sua abbia comportato un sacrificio a livello personale?

È molto importante per tutti avere una mentalità aperta e molti interessi. Come dicevo prima la ricerca si basa sulle idee, e più c’è apertura, più è facile avere idee. Mi è capitato di avere un’intuizione mentre ero in coda per pagare il pane o comprare il prosciutto! Proprio per questo dico sempre che la ricerca ti prende molto e non ti abbandona mai. È fondamentale avere degli spazi propri, ad esempio per la mia salute fisica e psichica è essenziale fare sport: è una cosa a cui non rinuncerò mai, la sento come un’esigenza. Ma anche la musica è un interesse molto importante, così come lo spazio dedicato alla vita sociale. Ci sono mie colleghe e colleghi responsabili o capo progetti di vari esperimenti che hanno potuto fare questo lavoro conciliando tutto questo con famiglia e figli. È una questione sia d’equilibrio che di disciplina, ma si impara col tempo.

 

  1. Lei dal 2016 diventerà direttrice del Cern, e in questi giorni abbiamo assistito all’avvio della missione Futura a cui ha preso parte Samantha Cristoforetti, prima donna italiana ad andare nello spazio. Le italiane all’estero hanno un notevole successo, mentre nel nostro paese, seppur con notevoli miglioramenti negli ultimi anni, sono ancora viste come figure subordinate, relegate a ricoprire i ruoli di moglie e mamma. Cosa pensa si possa fare per cambiare questa situazione?

Io non ho questa percezione. Se si guarda il campo della fisica particellare, dell’astrofica o della fisica astro particellare, a livello mondiale la percentuale delle donne impiegate negli esperimenti è circa del 20%, ma la fazione italiana è molto più alta della media: questo significa che il nostro paese produce più donne scienziato che i paesi nordici, ad esempio. È un fenomeno difficile a cui dare una spiegazione: soprattutto se si pensa a stati come la Svezia, in cui le pari opportunità e la divisione dei compiti fanno parte del quotidiano. La mia teoria è che l’Italia produca molte donne scienziato, e il fatto che se ne vedano tante all’estero non vuol dire che non ce ne siano anche nel nostro paese, direi quindi di continuare su questa strada visti i successi ottenuti.

 

 

  1. C’è un modo per far nascere nella nostra società un amore nei confronti di materie come matematica e fisica, che spesso vengono considerate come “atroci”?

il primo aspetto che voglio sottolineare è il ruolo degli insegnanti. Quando un bambino di dieci anni dice di odiare la matematica, la colpa non è sua, ma dell’insegnante; se la matematica viene insegnata bene si rivela come un gioco intellettuale stimolante e divertente.

È impossibile non amare la fisica, che spiega tutto quello che c’è attorno a noi. Le si possono preferire altre materie, ma non odiarla. Questo rivela quanto sia fondamentale la scuola; l’altro aspetto riguarda noi scienziati, ovvero come potremmo migliorare la comunicazione per suscitare curiosità al di là della scuola.

 

  1. Cosa pensa dell’insegnamento nelle scuole? Ritiene che l’inserimento della fisica moderna nei programmi scolastici possa essere una soluzione per trasmette la bellezza di questa materia?

Premetto che non sono esperta della scuola italiana, sia perché l’ho lasciata molto tempo fa, sia perché non vivo più in Italia. Non penso sia solo una questione di temi, ma anche le modalità con cui le cose vengono spiegate. Penso che si debba affiancare la didattica agli esperimenti, poiché spesso in Italia tendiamo ad essere teorici. Questo sicuramente può stimolare l’amore per la fisica nei bambini e resta un ottimo primo approccio. È indispensabile modernizzare i  metodi, in quanto la scienza stessa evolve e il progresso sta alla pari con tempi. Questo lo dico perché anche al CERN organizziamo stage per insegnanti di scuole superiori per complementare il loro aggiornamento riguardo l’insegnamento della fisica fondamentale

 

 

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