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InChiostroVeritas (25) – Essere Madre

Se in questo momento dovessi spiegare a qualcuno cosa significa essere madre, che cosa sia una madre, gli racconterei la storia di Teti, la madre di  Achille.

Teti è una ninfa del mare, ha visto tutto il mondo con un solo sguardo, come capita a tutti coloro a contatto con il divino. Teti sa nel mondo cosa accade, ne respira il dolore e ne coglie la pericolosità. Proprio per questo decide di proteggere suo figlio, di aiutarlo nella lotta per l’esistenza. Per questo Teti, appena suo figlio Achille nasce, lo prende per un tallone, lo mette a testa in giù (un po’ come si prendono i conigli) e lo immerge nelle acque del fiume Stige per renderlo invulnerabile. In questo modo è convinta di aver messo suo figlio al riparo dalla crudeltà di quel mondo umano che si era trovata ad osservare, così come dalle sue leggi: prima fra tutte la legge della mortalità. In realtà però Achille non è completamente invulnerabile. Uno dei suoi talloni è un pezzo di carne come quella di qualsiasi altro animale o uomo: mortale. Achille non è completamente al riparo della legge della morte. Dovrà fare comunque attenzione.

Se dovessi spiegare a qualcuno l’essere madre, parlerei di Teti come archetipo. La protezione che lei dà ad Achille nel mito con il suo “bagno di invincibilità” è l’equivalente delle millemila raccomandazioni, dei consigli, degli abbracci, dei rimproveri di cui si serve una madre normale per preparare suo figlio alla vita. Una madre non è mai completamente sola, c’è sempre quel pensiero dentro di lei che la spinge costantemente a fare qualcosa di stranissimo: a mettere da parte il suo Sé per vegliare su quello di suo figlio. Ma pensava bene Teti riguardo la ferocia della realtà. E come Achille aveva il suo tallone, ogni bambino, ragazzo, giovane e adulto finita la dose di protezione materna, lanciatosi nel mondo deve combattere, proprio come un semidio – un po’ protetto, un po’ no.

Mi è venuto in mente tutto questo dopo aver riflettuto a lungo sulla storia di Joele, il ragazzo italiano andato in Inghilterra “per fare fortuna”, per lavorare, per vivere la sua vita. Il ragazzo che è stato massacrato di botte e ucciso perché “rubava il lavoro agli inglesi” – come hanno detto i suoi assassini.
Joele nel suo bagaglio (interiore) aveva sicuramente tutti i consigli di sua mamma, le raccomandazioni «Mi raccomando, scrivimi tutti i giorni!», «Joele fai attenzione, sempre!». Tutto però si è polverizzato in pochi istanti. Un colpo troppo violento nel tumulto di quei dieci corpi ha fatto apparire un ultimo pensiero nella mente di Joele: «È la fine». Proprio come Achille sul campo di battaglia, ucciso dalla freccia conficcata nel suo tallone.

Ma Teti non smetterà mai di essere madre, così come la madre di Joele. Quel pensiero in più per qualcuno diverso da loro stesse arriverà sempre a far visita alla loro mente. Essere madri è anche questo: proteggere dai pericoli della vita, ma anche invogliare a viverli con coraggio ed energia. È giusto sia così. È solo straziante pensare che, ormai, troppo spesso ci sia quel tallone di mezzo a rovinare tutto.

inchiostroveritas@gmail.com
@ChiostroVeritas

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