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InChiostroVeritas (17) – Nient’altro che la verità!

di Matteo Merogno

Uno dei più grandi dibattiti filosofici nella storia della filosofia è quello sulla verità. C’è chi l’ha proclamata e annunciata come stabile e raggiungibile solo da pochi, pochissimi, e poi c’è chi ne ha valida solo una: la verità del singolo, la verità di ognuno.

Senza dubbio, prendendo la libertà come valore inalienabile per l’uomo, il secondo tipo di verità – quello soggettivistico, che nella storia del Novecento ha animato il grande movimento del Sessantotto e condotto gli Esistenzialisti francesi a scrivere opere strabilianti – è sicuramente quella per cui una mente riflessiva con l’abitudine al pensiero opterebbe. Perché la mia verità vince su una verità a me esterna nei confronti della quale posso fare solo una cosa: accettarla. Sarò sincero però: io nella verità ci credo. Ovviamente non in quella di un’entità metafisica che si manifesta solo qualche volta nella Storia del mondo oppure si rivela celandosi – e mi riferisco a Dio e all’Essere di cui ci parla Heidegger, per fare due esempi. Come non mi riferisco alle presunte verità che la maggior parte delle volte l’uomo si è inventato perché voleva ottenere qualcosa a tutti i costi. Infatti sono state rese schiave generazioni di uomini di colore perché considerati inferiori, sono state massacrate le civiltà precolombiane perché considerate incivili, sono stati uccisi milioni di ebrei perché infettavano la purezza della razza. Per i negrieri, per i conquistadores, per le SS, queste erano verità. Verità stabili. Verità incontrovertibile. Allora ci ritroviamo schiacciati tra due fuochi. Da una parte vivere solo nella propria verità su uno sfondo di relativismo, dall’altra annunciare a gran voce verità che non possono essere messe in discussione, solo perché non si ha il diritto di farlo. Suonerà ironico, ma tra queste due sta la verità. Anzi stanno le cose vere, quelle reali. Perché è vero che molti cittadini italiani si ritrovano letteralmente in mezzo a una strada, a mendicare davanti alle chiese, a frugare nella spazzatura per poter sopravvivere. Individui con due figli che fino a qualche tempo fa erano padri, mariti, amici e ora non hanno neanche più il permesso di essere loro stessi. Perché è vero che la scorsa domenica un uomo, uno come tanti, ha deciso di sparare all’impazzata davanti a palazzo Chigi, ferendo gravemente un carabiniere al collo. È vero che se ti rechi al reparto oncologico dell’ospedale vedrai volti scavati dalla malattia, volti che certe volte sperano che la cura funzioni, altre volte possono solo morire. Volti che appartengono anche a bambini. Tutto questo non è un’opinione, non è confutabile, non è un po’ vero o assolutamente vero. È vero. È reale. E in tutte queste situazioni la verità del singolo e La Verità vanno diritte nel bidone della spazzatura. Rimane solo la verità di sopravvivere, la verità di salvarsi, la verità di soffrire come un cane, purtroppo anche la verità di morire.

Dobbiamo capire che le cose vere esistono eccome. A volte scompaiono surclassate da verità ipotetiche che sono solo parole come Razza, Onore, Superiorità, altre volte vengono scavalcate da tutti quelli che hanno scelto di considerare solo ed esclusivamente se stessi. Quando si tratta della realtà, se vuoi veramente essere onesto e considerarti un’intellettuale, un filosofo o semplicemente un uomo colto, con un cervello pensante, c’è solo una cosa che puoi fare: avere il coraggio di vederla!

Non ridere, non piangere, ma comprendi!

inchiostroveritas@gmail.com

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