Cultura

In ricordo di Sergio Bonelli

 

di Federica Anna Amini

 

Un addio improvviso quanto doloroso ha colpito il mondo del fumetto lo scorso 26 settembre quando Sergio Bonelli, l’indimenticabile artista ed editore meneghino, si è spento all’età di 78 anni. Come ogni grande maestro, Sergio lascia dietro di sé un’indelebile traccia, così come la lasciò, prima di lui, suo padre Gianluigi, anch’egli editore, sceneggiatore, nonché creatore del celeberrimo Tex Willer.
La famiglia Bonelli costituisce indiscutibilmente un solidissimo pilastro dell’editoria italiana, che ha inoltre permesso di far conoscere il “Made in Italy” un po’ in tutto il mondo. La loro è una storia fatta d’amore e di passione per il fumetto, di cui seppero mostrare il potenziale narrativo e la spiccata espressività grafica – in altri termini dimostrarono che il fumetto è arte.
La storia della casa editrice Bonelli inizia nel lontano 1940 quando Gianluigi rilevò la testata de “L’Audace” e di cui, per circa cinque anni, ne mantenne la direzione. In seguito l’incarico passò alla moglie Tea, che in un difficile dopo-guerra, trasformò la propria abitazione in una vera e propria sede editoriale. Un giovanissimo Sergio intanto lavorava come fattorino, magazziniere e rispondeva alle lettere dei lettori… ci piace immaginarlo mentre andava a far consegne in bicicletta, per le strade della sua amata Milano, sognando le avventurose storie dell’eroico Tex (che spesso si divertiva a definire suo fratello).
Alcuni anni dopo da Edizioni Audace il nome della casa cambiò in Edizioni Araldo e nel corso degli anni assunse diverse denominazioni passando da Daim, Cepim, Altamira, fino all’attuale Sergio Bonelli Editore.
Nel 1957 Sergio divenne il nuovo presidente della casa editrice e in seguito si dedicò a sceneggiare quelle storie, presentandosi con lo pseudonimo di Guido Nolitta. Con lo stesso nome tornò al grande pubblico firmando le rocambolesche avventure di Un fanciullo nel Far West e del Giudice Bean. Nel 1961, dopo un’ulteriore maturazione artistica, comparve la sua nuova creazione, Zagor, a cui fece seguito nel 1975 Mister No.
Il 1982 è ricordato come l’anno della svolta per la produzione bonelliana, che si aprì a nuovi orizzonti narrativi con Martin Mystère e che, nel 1986, sperimentò il passaggio al genere horror con Dylan Dog – entrambi destinati ad un glorioso successo.
Negli anni, l’intuito e la capacità di Sergio portarono alla pubblicazione di altri apprezzatissimi personaggi come Nathan Never, Napoleone, Julia, Jan Dix, Caravan e molti altri ancora.
Chi l’ha conosciuto lo ricorda come una persona riservata, così tanto da non provare particolare piacere ad essere fotografato (in effetti il suo volto era ben poco noto ai lettori), tantomeno gli piaceva essere definito un mito. Ma lui lo era! Del resto come si potrebbe evitare di chiamare così l’uomo che seppe popolare la fantasia di milioni di persone?
Grazie Sergio per aver dato vita ad una fabbrica di sogni ed avventure, fatta d’inchiostro e immagini che rimarranno indelebili nei nostri ricordi.

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