Sport

Il racconto dello sport in tv

di Stefano Sette

 

L’aumento di popolarità che hanno avuto le principali discipline sportive, calcio e ciclismo in primis, è dovuto principalmente alla nascita e poi all’evoluzione della televisione, prima ancora di quella che ha avuto la radio come mezzo di comunicazione. Già prima che nascesse ufficialmente la tv (il 3 gennaio 1954) andava in onda in forma sperimentale la “Domenica sportiva” – la prima puntata fu fatta l’11 ottobre 1953 per approfondire i principali fatti sportivi della giornata – mentre la prima gara trasmessa della Nazionale italiana fu l’amichevole contro la Cecoslovacchia il 13 dicembre dello stesso anno. Oltre al calcio lo sport più seguito nel primo dopoguerra fu il ciclismo, reso celebre dalle prime edizioni della Milano-Sanremo, del Giro d’Italia e, grazie all’Eurovisione, gli appassionati poterono seguire le tappe del Tour de France fin dal 1956. Significativa fu l’edizione della Milano-Sanremo del ’54, in cui furono trasmessi in diretta solo gli ultimi 300 metri della corsa, mentre le interviste e i commenti andarono in onda in prima serata. Sempre grazie all’Eurovisione, la Rai poté trasmettere le finali delle competizioni europee per club calcistici (la Coppa dei Campioni e la Coppa delle Coppe), anche se a volte le immagini furono trasmesse in differita in seconda serata, come accadde per la finale di Coppa dei Campioni tra Milan e Benfica, disputata allo stadio di Wembley nel 1963.
La gara si giocò di pomeriggio e la tv di Stato, che nel 1961 aveva inaugurato il Secondo Programma (oggi Rai 2), decise di non trasmettere l’incontro in diretta. Così, molti italiani andarono a Chiasso per poter seguire la gara sulla Televisione della Svizzera Italiana (Tsi), il cui segnale, nel corso degli anni’60, era ricevibile non solo nelle zone di confine ma anche fino a Roma: la Tsi era diventata la prima vera alternativa alla Rai. Dagli anni ’70 furono molto seguite le emittenti estere in lingua italiana (oltre alla Svizzera iniziarono a coprire gran parte del territorio nazionale anche Tele Capodistria e soprattutto Telemontecarlo) per via dei molti appuntamenti internazionali trasmessi in diretta: il mondiale di ciclismo svolto a Mendrisio nel 1971, lo sci, il tennis, le Olimpiadi e soprattutto le dirette degli incontri di calcio internazionale (coppe europee in primis) in genere mandati in onda dalla Rai in differita, ma anche le fasi finali di Mondiali ed Europei.
Furono queste ultime due competizioni, oltre alle Olimpiadi, a garantire visibilità a queste emittenti, che inizialmente erano seguite solo in ambito locale.
È proprio dagli incontri di calcio internazionale che Tmc decise d’introdurre la telecronaca a due voci: nel 1981, in occasione delle finali di Coppa Uefa, fu introdotta la figura del commentatore tecnico, ossia un ex calciatore o un allenatore affiancato al giornalista che raccontava l’evento in diretta.
L’ideatore della telecronaca a due voci fu Luigi Colombo, futuro responsabile della redazione sportiva, che fu affiancato di volta in volta da José Altafni, Sandro Mazzola, Fabio Capello e Giacomo Bulgarelli, prima di formare coppia fissa con quest’ultimo.
L’emittente monegasca, che dal 1982 al 2000 trasmise insieme alla Rai i principali eventi sportivi, diventò visibile nell’80% d’Italia, riuscendo ad avere l’esclusiva dell’incontro di calcio tra Inghilterra e Italia, valido per le qualificazioni al Mondiale 1998. Nel 2001, con il passaggio dal gruppo Cecchi Gori al gruppo Telecom, Tmc cessò di esistere e dalle sue ceneri nacque La7.
Con l’inizio degli anni’90 iniziò una nuova fase per lo sport in televisione: la diretta sulla tv a pagamento. Nel 1990, con la cessione delle frequenze di Tele Capodistria, nacque Tele+2, il primo canale tematico sportivo a pagamento, prodotto da Tele+ (la prima pay tv italiana).
Fu il primo segnale del futuro dello sport, destinato a essere trasmesso sui canali a pagamento, cioè visibili solo con abbonamenti annuali o semestrali. Già nell’autunno del 1992 Tele+ acquistò i diritti della partita Scozia-Italia, valida per le qualificazioni a USA ’94, poi trasmessa in contemporanea con la Rai, per pubblicizzare i propri eventi sportivi. La vera svolta si verificò pochi mesi dopo: al termine di una trattativa con la Lega Nazionale Professionisti, si decise di trasmettere in diretta una gara del campionato di Serie A alla domenica sera, e una di B al sabato, interrompendo la contemporaneità della domenica pomeriggio.
Dal 1996 Tele+ poté trasmettere, oltre al posticipo, tutte le gare di Serie A (dal 1999 in concorrenza con Stream), grazie alla pay per view e alla nascita dei canali tematici +Calcio e +Gol. Una formula che col tempo determinò l’opportunità di far disputare la giornata di campionato da sabato pomeriggio alla domenica sera e che dal 2003, anno della nascita di Sky dalla fusione di Tele+ e Stream, propose di far disputare una partita alle 12:30 e una al lunedì sera (attuate nel 2010).
Con la nascita di Sky, le dirette di eventi sportivi su canali a pagamento sono aumentate anno dopo anno. Oltre alla Serie A, l’emittente di Rupert Murdoch ha potuto trasmettere tutte le gare dei Mondiali 2006 e 2010 (limitando la Rai alle 25 migliori partite), le Olimpiadi invernali 2010, le gare di basket dell’Eurolega e di Serie A1, il Sei Nazioni di rugby, tutti eventi fino ad allora trasmessi dalla tv pubblica. Da questo punto di vista l’Italia s’è allineata in poco tempo al resto del mondo, in cui le principali manifestazioni sportive nazionali e internazionali vengono trasmesse in esclusiva dalle pay tv, limitando quelle generaliste alla semplice cronaca. Una vera rivoluzione che ha inciso sui calendari dei principali eventi sportivi, aumentandone la quantità, anche se a volte non la qualità.

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