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Il punto letterario (2) – I veri sognatori dormono in piedi

di Elena Di Meo

Da oltre cinquant’anni, il Ponte Coperto è conosciuto come sede di baci rubati sul far dell’imbrunire, di  passeggiate controvento per sfuggire alla calura estiva e recentemente anche di profonde meditazioni sull’utilità del sommergibile giallo e bianco, circondato da imbarcazioni più solide. Mentre osservo sotto di me l’acqua del fiume scintillare per effetto dei primi raggi della stagione, alle mie orecchie giungono conversazioni improbabili.

– Hai sentito che Napolitano ha nominato due commissioni di “saggi” per affrontare le situazioni più urgenti?
– No.
– Mentre Milano piangeva Jannacci, a Roma si è spento Califano.
– Ah sì?
– Hanno ritrovato il pigiama di Roberta Ragusa.
– Chi è Roberta Ragusa?

Il tono con il quale il soggetto in stato confusionale confessa la sua ignoranza per gli accadimenti mondani, mi suggerisce che in lui non vi è disinteresse nei confronti di ciò lo circonda. Piuttosto una grave propensione alla distrazione. Di persone che vivono sulle nuvole ne sono piene le città, le strade, i vicoli; alcune volte sono insospettabili. Non vi siete mai accorti che il vostro conoscente fosse un sognatore, se non quando l’avete incontrato per strada e l’avete salutato con l’intenzione di fare due chiacchiere. È superfluo dire che in un primo momento non vi ha riconosciuto, mancando di prontezza nel collegare la vostra fisionomia a quella di una persona in carne ed ossa; e difatti questa temporanea sbadataggine non è stata ritenuta condizione sufficiente per far sorgere in voi dubbi sul suo vero temperamento. Ai fini dell’indagine, è valsa come prova schiacciante l’improduttiva conversazione che è seguita: il caro conoscente appariva così sconvolto dalle sue fantasticherie che laddove non arrivavano le parole lo soccorrevano i gesti. Ma cosa andava vaneggiando – o mimando? L’avete capito? Avreste dovuto domandargli il suo nome, la città in cui si trova e l’epoca in cui vive (è inutile provare con il giorno della settimana, questo non lo saprebbe neanche in condizioni normali). Non avrebbe certo mancato di rispondervi, ma vi avrebbe lasciato un indizio inequivocabile nel numero di secondi impiegati per dirvi tutto quello che la vostra intervista prevedeva.
Sebbene questi aspetti lo rendano un soggetto fuori dall’ordinario, il sognatore stranamente passa sempre inosservato. Il suo isolamento può derivare anche dal desiderio di non essere disturbato, mentre discute con l’alleato del buon esito della missione e muove guerra contro il nemico. Nel mondo che egli ha creato a sua immagine e somiglianza, infatti, gli eroi e gli assassini che incontra sul suo cammino hanno da comunicargli notizie più urgenti della recente scoperta che deve esserci un buco nelle tasche degli italiani. Nel successo che ha ottenuto senza fatica, nella casa che qualcun altro ha costruito per lui, nella serie di fortunati eventi che l’hanno elevato spiritualmente, egli amplifica la sua spavalderia, la sua forza, la sua determinazione, dimenticandosi che di questi tempi anche sognare è un atto coraggioso.
E di fronte a questo incontenibile entusiasmo, chiunque avvertirebbe una punta di rimorso se provasse a scuotere il sognatore dal suo torpore, costruendo un ponte tra la sua mente e la realtà. Lasciatelo simpatizzare con le case del Borgo, non potete neanche immaginare quante storie avrà poi da raccontarvi.
Punto!

Un pensiero su “Il punto letterario (2) – I veri sognatori dormono in piedi

  • Mi fai rispuntare a galla vecchi ricordi, cara Elena 😉 … Ricordi sia personali, che di lettura. Purtroppo, quando lessi “Le notti bianche”, il finale non mi piacque molto: troppo… rinunciatario, in un certo senso. Ora, capisco che ero io ad essere troppo utopista. O, meglio, non avevo capito che il fatto d’aver potuto passare notti in bianco a sognare, in realtà, non era “poco per colmare tutta la vita di un uomo”…

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