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Il punto letterario (7) – L’erba del giardino è sempre più blu

di Elena Di Meo

Il giardino appare così baldanzoso, rispetto alla sobrietà delle terre al di là della baia, che da un momento all’altro ci si potrebbe aspettare un’invasione di mantelle maculate e di cappellini piumati. Che la serata si prefiguri come un evento, lo si può intuire dal via vai di macchine decappottabili e dall’affaccendarsi degli ospiti della casa in preda al fervore dei preparativi. Ma dentro è già tutto pronto. Da tempo infatti le corde degli strumenti sono state pizzicate dagli orchestranti per testarne l’armonia e sulle tavole sono stati disposti in bella mostra i proventi della caccia; le luci sono state accese ancora prima del crepuscolo, come faro per coloro che vogliono concludere affari o farsi presentare ad una personalità influente. Man mano che la notte incalza, sempre più gentiluomini si stringono la mano mentre varcano il cancello, congratulandosi a vicenda per il tepore della temperatura ed esaltandosi per incontri tutto sommato inaspettati. Ragazze dagli abiti sgargianti e donne troppo avanti con l’età per preoccuparsi di sembrare ridicole per via della loro audacia, attendono con impazienza che i loro cicisbei le riforniscano della carica necessaria per affrontare la serata con tanto di ciliegina nel bicchiere, direttamente dal bar allestito nel salone principale. Sulla pista da ballo le dame si raccolgono un momento tra loro per un volteggio di walzer tra sole donne, complici come se si stessero raccontando un segreto. Proprio di fronte i loro accompagnatori osservano ciascuno la propria bella e se ne vantano con gli altri, spiando segretamente da dietro palpebre socchiuse quell’altra che li avrebbe fatti felici per una notte.
Un solo pensiero sarà balenato nella mente dei presenti prima che i propri interessi, l’alcool e le risa soffocassero la razionalità: chi tra loro sarà stato davvero invitato?, avranno coscienziosamente osservato, domandandosi quale tra gli amici del momento possa affermare di conoscere il promotore di un party così poco esclusivo. Impossibile a dirsi, considerando che l’anfitrione pare anche difficile da avvistare. Nel nugolo di dubbi dei più svegli si sarà insinuata una naturale curiosità per quest’uomo che, artefice del divertimento di molti, concede un paio di apparizioni a festa e subito si ritira in casa, deluso dall’assenza di un’ospite speciale. La sua figura – emblema di sentimenti nobili quali la bellezza, l’onore, il coraggio – ben contrasta con lo sperpero di cui si è circondato avidamente, con la speranza di potersi riappropriare del passato attraverso il potere dei soldi. Un sogno che anima l’America, ma che si lascia distruggere da un mondo materialista, non potrà salvarsi dalla sterilità spirituale propria di una valle delle ceneri, oscurata dalle luci abbaglianti della metropoli.
Ma in una serata come questa non c’è spazio per pensieri negativi. Occorre trangugiare un cocktail in più per impedire alla coscienza la vista della decadenza di una generazione, per esser ciechi di fronte al pericolo insito in un amore proibito. E l’immagine di un ubriaco che si mette alla guida e non si accorge che alla macchina manca una ruota non può che rallegrare l’animo di chi ha scelto cosa vedere e quando vederlo. Punto!

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