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Il piccolo truffatore di “À l’origine”

Quando si sta per uscire dal carcere, quella porta che funge da confine diventa più larga di qualsiasi porta alla quale si abbia mai bussato o, peggio ancora, che si sia cercato d’aprire prima. Dietro a essa non si trova il mare o un futuro splendido, si trova la solita vita precedente che, in cella a lungo desiderata, magari è stata persino dimenticata.

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Paul sa bene di aver bruciato una tappa della sua vita ma d’altronde la fenice rinasce dalla propria cenere. Lui fa parte della dura realtà di una Francia divisa dai problemi d’integrazione sociale; ideali trasformati in ambizioni politiche e storiche mai raggiunte. La speranza è l’ultima a morire, ed è p19183664.jpg-c_300_300_x-f_jpg-q_x-xxyxxroprio per questo che ci uccide tutti, ma Paul è un’eccezione alla regola: in lui la speranza è morta, e, non riuscendo a trovare la propria strada, decide di costruirsene una. Lui è un piccolo truffatore sempre in cerca di situazioni da sfruttare, e, quando davanti gli arrivano i proprietari di una compagnia locale di attrezzi a noleggio, che, sperando in un grande appalto, gli offrono una busta piena di soldi, lui accetta la busta e intuisce che può guadagnare altro danaro; la storia si ripete. Paul si presenta sotto il falso nome di Philippe Miller, e viene erroneamente scambiato per un rappresentante dell’azienda che avrebbe potuto far riprendere i lavori alla tanto agognata autostrada, e lui non solo se ne approfitta ma inizia a dar vita alla speranza nei cuori delle persone. Apre un ufficio, assume personale e inizia a costruire la propria strada.

“Le cose non si prevedono, si vivono.”

Questa è l’avventura di un piccolo truffatore che finisce in un paesino ormai al collasso per la mancata costruzione di un tronco autostradale che doveva passare vicino ai nidi delle povere anime che si sono fidate di lui. Come un autostoppista, Philippe/Paul prende la prima chance che gli si pone davanti e inizia il suo solito viaggio, ignaro che stavolta qualcosa sarebbe andato storto, e ignari sono anche gli abitanti di questo posto dimenticato da Dio.

À l’origine è un film del 2009 diretto da Xavier GiannoliCorpi impazienti (2003); Quand j’étais chanteur (2006); Marguerite (2015) –, ed ha come protagonista François Cluzet (Quasi amici; 2011), coprotagonista Emmanuelle DevosSulle mie labbra (2002); Dove non ho mai abitato (2017) – e vede la partecipazione di Gérard Depardieu. Non si può fare a meno di menzionare Glynn Speckant e la sua fredda e realistica fotografia, che riesce a trasmettere il disaggio, l’incertezza e l’abbandono, di tutti tranne che dalla corruzione. François Cluzet riesce a seguire la stessa scia in modo magistrale, forse con la migliore interpretazione della sua carriera, dove la paura e il dubbio cercano di prevalere sul freddo passato di Philippe e i propri sentimenti di rivalsa, perché lui sa ciò che vuole ma non ciò che desidera.

Dal cast fino al montaggio, À l’origine è un’ottima produzione, pressoché sconosciuta in Italia, tratta da fatti realmente accaduti, carica di emozioni e sentimenti, con personaggi ben definiti ed un finale a dir poco inaspettato, perché ci vuole immaginazione per scrivere un racconto, e della follia per immaginare la strada della vita.

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