Università

Il bus imperfetto

di Chiara Franzosi

Sono trascorsi cinque mesi dal 30 giugno, data dell’introduzione di una novità nel trasporto urbano pavese: Noctibus, il piccolo bus notturno a prenotazione che, dalle ore 20, sostituisce i pullman diurni messi a riposo dopo i tagli delle linee serali 11, 13 e 14. Agli esordi, Noctibus era stato presentato come una soluzione al problema degli sprechi e della riduzione dei fondi, nonché una proposta di miglioramento della qualità della mobilità pubblica, che sarebbe venuta sempre più incontro alle esigenze dei cittadini. Il Comune di Pavia, in collaborazione con Line spa, prometteva un servizio estremamente comodo, indirizzato a diverse categorie di utenti e realizzato soprattutto per il gran numero di studenti universitari: una sorta di taxi pubblico avrebbe offerto loro un tragitto sicuro a un prezzo vantaggioso – 1,50 euro per ogni corsa. E attraverso una prenotazione semplicissima: una telefonata a un numero verde, effettuata entro le 17, per comunicare i numeri delle fermate di partenza e di arrivo e l’orario desiderato. Così, oggi, gli studenti dell’Università costituiscono un buon 50% dei clienti del trasporto notturno (l’altra metà sono lavoratori, pendolari, infermieri della Clinica Maugeri). Vediamo se anche loro possono beneficiare veramente dei vantaggi della novità Noctibus che, introdotta alla fine dell’ultimo periodo delle lezioni, non avevano avuto modo di testare subito. Osservandone nel dettaglio il funzionamento, si possono individuare alcuni difetti, a cominciare dal sistema di prenotazione.
Il limite delle 17, per esempio, necessario affinché un software pianifichi i tragitti entro sera, implica che a un certo orario lo studente sappia già che necessiterà del bus (cosa che non può avvenire sempre) e, se ormai è troppo tardi, non ha un modo alternativo per potersi spostare. Viceversa, se dopo l’orario di chiamata sorge un contrattempo per cui non si ha più bisogno del servizio, non è previsto un mezzo per disdirlo: l’assenza alla fermata sarà segnalata e potrà compromettere la possibilità di riservare il bus in futuro. Questo problema riguarda soprattutto i molti fuori sede che lo prenotano per essere accompagnati, dopo l’arrivo a Pavia in treno, in collegio o a casa: come si può avvisare che il treno è in ritardo? Gli autisti notturni hanno richiesto un cellulare per tenere in contatto i passeggeri e il bus in caso di imprevisti; la Line spa, tuttavia, non ha ancora provveduto ad assegnarlo.
Inoltre, pur telefonando con anticipo, molto spesso l’orario desiderato non è disponibile perché altri hanno già prenotato. Se in alcuni casi si può accettare di anticipare o di ritardare il viaggio di un tempo che va da cinque minuti fino a una mezzora, a volte non si può neanche scendere a questi compromessi: la corsa è irrealizzabile, perché incompatibile con gli itinerari altrui. Poi, quando si ha la fortuna di aver finalmente ottenuto la giusta combinazione di orari e fermate, ecco che al telefono si è invitati a ripetere tutti i dati, per cortesia: il computer ha avuto problemi di registrazione, occorre ricominciare daccapo l’operazione! Lo studente medio che non possiede un telefono fisso a Pavia e chiama dal suo cellulare il numero verde (a tariffa urbana) ha già speso tutto il credito, a causa della macchinosa e prolungata telefonata.
Anche passando oltre la tortuosa prenotazione, riconosciuto che un merito di Noctibus è essere sempre puntuale e preciso, è evidente che l’unico servizio pubblico a disposizione degli studenti si sta rivelando poco confortevole (oltre che a pagamento: prima la tessera abbonamento Line valeva anche di notte). I bus che prima dello scorso luglio percorrevano le consuete linee serali erano, se non affollati come di giorno, abbastanza carichi di persone; oggi, a parte sporadici casi in cui qualche studente si muove in comitiva, Noctibus transita con un solo passeggero per volta (ormai gli autisti riconoscono i volti dei viaggiatori, che sono quasi sempre gli stessi). Dove sono finiti tutti gli altri? Molti, rassegnati, rinunciano a uscire. Chi può, invece, ricorre all’auto di papà, vanificando così gli sforzi del Comune: diffondere la cultura del mezzo pubblico tra i giovani, ridurre lo smog cittadino, eliminare il problema dei parcheggi, togliere dal volante giovani potenzialmente ubriachi e pericolosi. Eccetera: inutile elencare gli altri vantaggi di un buon trasporto pubblico, sono ben noti a tutti.
Forse è ancora presto per fare un bilancio su risparmi e guadagni che Noctibus ha portato a Line spa e al Comune; l’impressione degli utenti è che i trasporti notturni a Pavia non siano molto adatti a una città universitaria, viva e animata anche di sera. Sarebbe buona cosa se questi mesi in cui Noctibus ha potuto circolare per le strade pavesi fossero considerati come un periodo di prova, una sorta di esperimento, in attesa che venga ideato un sistema di trasporto notturno in cui la qualità e la praticità potranno essere migliori.

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