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#IJF14 – Dove sono le leader al femminile?

di Elisa Zamboni

DONNA – DEFINIZIONE TRECCANI

Nella specie umana, individuo di sesso femminile, che ha raggiunto la maturità sessuale e quindi l’età adulta. Come in altre specie animali, anche in quella umana esiste una distinzione tra i due sessi basata sulle differenze biologiche tra l’organismo maschile e quello femminile. Ma da questa diversità biologica è derivata una serie di differenziazioni di modelli di comportamento che sono un prodotto culturale.”

Proprio di questa “serie di differenziazioni” si è ampiamente discusso al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, da un lato ponendo il lato critico della questione, dall’altro mostrando delle valide alternative comportamentali e educative per abbattere tale “prodotto culturale” che vede la donna spesso subordinata all’uomo.

LAURA BOLDRINI – “LEADER, FEMMINILE SINGOLARE ”

Al panel Leader, femminile singolare ospite d’onore è stata la Presidente della Camera Laura Boldrini, intervistata da Alessandra Sardoni, giornalista di Omnibus su LA7.

Il tema fondamentale diventa subito la “restituzione di genere” anche da un punto di vista grammaticale: «Io sono una donna e il fatto che lo sia ha un articolo di genere e che è il femminile: LA. Bisogna adattare il genere: non bisogna pensare che si tenga il titolo maschile “Signor Presidente” perché poi prima o poi tornerà un uomo! L’essere Presidente della Camera mi dà la possibilità di essere megafono per istanze non tanto lessicali quanto culturali. Quindi LA SignorA Presidente»

Ma essere donna ad alti livelli, ci tiene a sottolineare la Boldrini, non la porta a avere privilegi di genere: bisogna dunque lottare affinché le donne vengano sempre riconosciute con i loro diritti e doveri, e per questo devono entrare nella rappresentanza. «Per quanto riguarda la questione di genere e rappresentanza femminile se il 50% della popolazione è femminile allora il 50% della rappresentanza deve essere femminile: è una questione di democrazia sociale. Quote sì, quote no? Alcune consigliere non volevano le quote per non essere considerate espressioni di una riserva. Anche a me non soddisfano perché non ho complesso di inferiorità nei confronti degli uomini ma ho i piedi per terra: è uno scotto anche umiliante ma in un paese dove le differenze esistono servono le donne nelle rappresentanze istituzionali per influenzare le decisioni che le riguardano. L’ho imparato in tutti i posti dove ho lavorato. Le donne devono essere nei posti chiavi e di potere. Il potere può fare la differenza per la collettività, non bisogna temerlo!».

DOVE SONO LE DONNE? – DONNE AL POTERE

A proposito del potere alle donne e del timore di raggiungerlo, sono intervenute altre 3 donne – Lucy Marcus (CEO della Marcus Venture Consulting), Emily Bell (Tow Center per Digital Journalism) e Jo Webster (direttrice della Reuters Digital Video) – nel panel Where are women?, moderato da Stephan Faris (co-direttore Deca).

Nonostante il grande numero di donne a livelli di studio, non vi è altrettanta presenza di donne ai vertici. «Vi sono una serie di barriere» afferma Jo Webster, a partire dalla leadership maschile che non aperta alla competizione con le donne, passando per la mancanza di modelli per politiche di assunzione, per arrivare, soprattutto, al timore delle donne di arrivare a un certo livello. «Ci può essere infatti una grande lotta ai livelli più alti e spesso le donne hanno ragione a decidere di non cercare di arrivarci, non è sbagliato non voler far parte di quella competitività esagerata. Nella Colombia dove insegno ci sono sempre più donne ma non so se ciò avrà effetto fino al vertice».

Ulteriore ostacolo alle donne non è l’ansia da competizione ma anche la bassa considerazione che ha la donna di sé stessa: «Una donna si candida per qualcosa solo se è in grado di fare il 130% delle cose richieste», dice Lucy Marcus. «Bisogna avere consiglieri che si possano occupare di noi al momento di arrivare al successo» perché è necessario che ci spingano ad andare al di là delle nostre possibilità, a credere in noi stesse.

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