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Homeless World Cup ’09

di Stefano Sette

 

Lo scorso 6 settembre Milano ha ospitato il Campionato mondiale di calcio dei senzatetto, la Homeless World Cup, giunto alla settima edizione e per la prima volta organizzato in Italia.
Vi hanno aderito 48 Nazionali, tra cui Afghanistan (vincitore dell’edizione 2008), Argentina, Germania, Ghana, Inghilterra e Malawi, oltre all’Italia paese ospitante, e complessivamente sono stati convocati circa 500 giocatori, stabilendo il record assoluto del numero di partecipanti.
L’ideatore del progetto, lo scozzese Mel Young, ha affermato che con il passare degli anni il campionato ha acquisito molta visibilità a livello mediatico – nella prima edizione, organizzata nel 2003 in Austria, parteciparono solo 18 squadre – oltre a migliorare le condizioni di vita di molti senzatetto che si erano iscritti; alcuni di loro hanno avuto la possibilità di andare a vivere in una propria casa, qualcun altro si è disintossicato riuscendo ad ottenere un posto di lavoro, mentre i più giovani hanno potuto riprendere gli studi.
Tra queste storie c’è da segnalare quella del portiere americano Wesley Colter e quella di Antoine Lagarde, anch’esso americano ma con origini francesi: Colter finì per la prima volta in galera all’età di 18 per furto d’auto e dopo essere uscito di prigione è stato nuovamente arrestato per uso di droga. Sommando i due reati ha scontato 6 anni e 3 mesi complessivi di carcere e, successivamente, ha frequentato centri di recupero per disintossicarsi e attualmente lavora per l’associazione Americorps, che si occupa del recupero di ragazzi in precarie condizioni sociali.
Simile è la situazione di Lagarde, nato ad Annecy, vicino Lione ed emigrato a San Francisco con la famiglia all’età di 16 anni; in un’intervista ha raccontato che nella nuova città non era riuscito ad ambientarsi e per questo motivo cominciò a bere tantissimo, fino ad essere ricoverato in più ospedali psichiatrici. Ha superato i problemi legati all’alcool anche grazie al calcio, sostenendo che giocando per circa un’ora a pallone ci si dimentica delle angosce e delle difficoltà che ti circondano.
Un’altra prova che ha caratterizzato il successo dell’Homeless World Cup 2009 è stato l’impatto economico-sociale; ad essa infatti hanno collaborato le multinazionali Nike e Vodafone, presenti fin dalla prima edizione, le società Inter e Milan, attraverso i capitani Zanetti e Ambrosini, la Figc, la Lega Nazionale Professionisti, l’Uefa e il quotidiano sportivo La Gazzetta dello Sport, patrocinio dell’evento che ha dedicato l’organizzazione del torneo a Candido Cannavò, storica firma del giornale scomparso lo scorso 22 febbraio. Un forte contributo lo hanno dato anche le istituzioni politiche sia a livello internazionale, con le Nazioni Unite, sia a livello italiano con il Sindaco Letizia Moratti e con il Ministro della difesa, On. Ignazio La Russa, si sono impegnati per mettere a disposizione dei giocatori i locali della Caserma Mameli, in viale Suzzali.
Tutte le gare si sono svolte all’Arena Civica di Milano (o Arena Gianni Brera) dal 6 al 13 settembre e il torneo è stato vinto dall’Ucraina, che ha sconfitto in finale il Portogallo per 5-4 aggiudicandosi per la prima volta la Coppa, mentre la finale per il terzo posto è stata vinta dal Brasile per 4-3 sulla Nigeria. Oltre alle medaglie per i primi tre classificate sono state consegnate coppe speciali ad altre nazionali, introdotte per la prima volta quest’anno; l’Italia si è aggiudicata la Host Cup, il Galles la Community Cup, il Cile la Dignitary Cup, il Sudafrica la City Cup, mentre il Belgio ha ricevuto l’INSP Networking Trophy.
La prossima edizione dell’Homeless World Cup si disputerà in Sudamerica nel 2010, mentre l’Europa tornerà ad ospitare il Mondiale nel 2011.

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