Was he a hero?

Trasformismo, colori e rock. Questi elementi affiorano subito alla mente quando si pronuncia il suo nome: David Bowie o the White Duke.  Il creatore dell’alter ego per eccellenza, da Ziggy Stardust a Halloween Jack, si è spento oggi all’ età di 69 anni dopo aver a lungo lottato contro il cancro. Per citare i telegiornali, oggi è sì “un giorno triste per il mondo della musica”, ma io credo lo sarà in generale, per il mondo e per tutte le persone che ogni giorno sentono di doversi esprime in maniera differente dalla massa. “Per me la musica è il colore. Non il dipinto. La mia musica mi permette di dipingere me stesso”, questa l’idea di un artista fuori dagli schemi che non ha mai smesso di innovare, creare, senza preoccuparsi delle critiche sociali e dei giudizi.

Era scritto nel firmamento musicale che David Bowie non sarebbe stato una meteora: non a caso la sua canzone Space Oddity è stata usata nella trasmissione in diretta della BBC del primo allunaggio, nel 1969. Senza un artista come David Bowie, tutti i fan della musica rock hanno perso un grande punto di riferimento che, tuttavia, tenteranno di ricreare nei loro cuori riascoltandone le canzoni ed immergendosi nelle sue realtà parallele e quasi oniriche. David Robert Jones, questo il suo vero nome, ha attraversato cinque decenni di musica rock, contribuendo a crearne realmente una parte. È stato fonte di ispirazione per moltissimi artisti fra cui Madonna e Billy Idol, è stato oggetto di studio della semiotica (letteralmente scienza dei segni, ma che studia anche la comunicazione), interessata ai suoi video eccentrici e dai significati poliedrici, tutti da capire e interpretare.
Nel 1970 David Bowie aveva fondato una band, The Hype, in cui costringeva tutti i componenti a vestirsi da supereroi. Il loro concerto stravagante del 1970 alla Roundhouse di Londra viene considerato l’atto di nascita del glam rock. Purtroppo però la folla londinese non reagì bene di fronte a un gruppo così innovatore: il risultato fu un fiasco e i membri del gruppo provarono a convincere Bowie a cambiare immagine ma il cantante, più convinto che mai, continuò a portare  i travestimenti sul palco. Dopo aver contribuito per quasi vent’anni alla storia della musica, nel 1990 fu in grado di rispondere così ad un intervistatore: “Un innovatore? Non ho assolutamente alcuna idea di quale sia stato il mio contributo alla storia del rock”.

A conti fatti, i dischi venduti ammontano a 140 milioni, resta da vedere l’ultimo, Blackstar, uscito poco prima della sua morte.  Amava definirsi un “eclettico nato” e in fondo come dargli torto? Guai a definirlo “camaleontico” però: un camaleonte fa di tutto per mimetizzarsi con l’ambiente che lo circonda, mentre Bowie ha sempre indirizzato tutti i suoi sforzi nel fare l’opposto. Ecco, forse a prescindere dalle sue magnifiche doti musicali ci mancherà soprattutto questo: il coraggio di voler indossare una maschera ed essere un altro, il coraggio di svelare le proprie eccentricità e volerlo gridare al mondo attraverso le sue canzoni.

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