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“HABEMUS PAPAM”: Franciscum I

di Cristina Motta

Ore 19.06 di mercoledì 13 marzo: fumata bianca in Piazza San Pietro.
Ecco che tutti i canali televisivi vengono interrotti e i telegiornali speciali puntano le telecamere e l’attenzione su Roma. Ebbene sì, al quinto scrutinio del conclave del 2013 la fumata è bianca. Piazza San Pietro è inondata di gente, che ora acclama, urla e gioisce. Le campane suonano e annunciano il nuovo Papa. Chi sarà il successore di Benedetto XVI, che ha rinunciato all’incarico lo scorso 28 febbraio facendo sì che oggi Roma, come rarissime volte prima, possa vantare un papa regnante e un papa emerito nello stesso tempo?

 

Dopo minuti di attesa per la preparazione, alle 20.25 compare alla finestra il cardinale Jean-Louis Tauran e annuncia il fatidico: «Habemus Papam». Il 265esimo padre della Chiesa sarà dunque l’argentino Jorge Mario Bergoglio, 76 anni, che ha scelto per sé il nome di Francesco, lasciando intendere la missione pastorale e la rivoluzione della Chiesa che intende fare. Bergoglio si affaccia su Piazza San Pietro visibilmente commosso ed emozionato e conquista la folla con le sue prime parole e il suo saluto: «Fratelli e sorelle buonasera! Il dovere del Conclave era dare un Vescovo a Roma: sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo!».
Il nuovo Papa proviene infatti dall’Argentina (in particolare è conosciuta come “Città della fine del mondo” Ushuaia, la capitale della provincia della Terra del Fuoco) dove Jorge nacque il 17 dicembre del 1936. Argentino, ma nato da genitori piemontesi emigrati in Sudamerica, è il primo papa extraeuropeo della storia, ma non solo: anche il primo gesuita. Difatti Jorge, dopo la laurea in filosofia, nel 1958 entra a far parte della Compagnia di Gesù e nel 1969 a Buenos Aires  riceve l’ordine sacerdotale. Nel 1992 viene nominato vescovo ausiliare di Buenos Aires e nel 2001, dopo la nomina a cardinale da papa Giovanni Paolo II, ricopre la carica di capo della Conferenza Episcopale argentina fino al 2011. Il nome di Jorge Bergoglio non è comunque una novità: già nel conclave del 2005 era stato considerato uno dei candidati più papabili, sebbene avesse sempre rifiutato incarichi di un certo peso nella Curia di Roma. Alla fine tuttavia fu Benedetto XVI a salire al soglio pontificio.

Benvenuto allora a Papa Francesco I il cui nome, scelto per la prima volta, incarica di una missione particolare il nuovo pontefice: facendo riferimento al Santo d’Assisi, Bergoglio lascia intendere di voler portare avanti il suo impegno a tutela dei poveri e contro la povertà (quando fu nominato cardinale chiese ai fedeli che volevano seguirlo a Roma per vedere dal vivo la cerimonia di non andare, ma di spendere invece i soldi del viaggio per aiutare i bisognosi). Noto anche per la sua posizione contro i matrimoni gay, a Bergoglio non sono state tuttavia risparmiate critiche, infatti viene accusato di non essersi opposto con sufficiente vigore alla dittatura militare che flagellò l’Argentina tra gli anni ’70-’80 del secolo scorso. Comunque sia, il nuovo Vescovo di Roma da ora in poi verrà giudicato per il suo operato come pontefice e la buona impressione di semplicità che ha lasciato ieri sera nella mente dei fedeli di tutto il mondo è sicuramente un buon inizio.

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