Attualità

Grillo ha troppo potere

“Solo l’ironia riesce a cogliere di spalle gli dèi.”

Questo pensiero dell’immortale Giorgio Manganelli, mi rimase così scolpito nella mente la prima volta che lo sentii a una conferenza di Beppe Severgnini al Collegio Ghislieri, ormai sei anni fa, che da allora ogni volta che faccio o provo a fare dell’ironia su qualcosa o qualcuno mi chiedo prima “quale dio sto cogliendo di spalle?”. È un buon metro, a mio avviso, questo di fare ironia perché ci permette di ridere di tutto e con tutti. L’ironia è al tempo stesso un monito crudele di parità e uno strumento indispensabile per riscattarsi. Nessuno è immune all’ironia e non esistono categorie “sacre” o che possano definirsi intoccabili. Pertanto, mettiamo subito in chiaro un punto fondamentale: anche i disabili e conseguentemente gli autistici possono e devono diventare oggetto di ironia. Meglio, hanno diritto all’ironia. Chi decide quindi quale sia la linea da non superare mentre si fa ironia su qualcosa o qualcuno? Come suggerivo, pensiamo al dio che stiamo cogliendo di spalle. Dio che in questo caso è una metafora riuscita, mi piace pensare, di atteggiamenti assolutistici (da qui l’idea di “divinità”) emotivi quali la vanità, la paura, l’ansia, la tristezza, le ossessioni e i pregiudizi; che sono poi quanto di più umano esista. Per capire quindi dove stia l’errore di Beppe Grillo e della sua infelice uscita sugli autistici chiediamoci quale “dio”, quale atteggiamento assolutistico Beppe Grillo abbia provato a decostruire. Risposta: nessuno.

Badate bene, ho scritto autistici e non “autismo”. Le parole di Grillo lasciano poco spazio all’interpretazione personale: “L’autismo non lo riconosci, per esempio è la sindrome di Asperger, c’è pieno di questi filosofi in televisione che hanno la sindrome di Asperger. Che è quella sindrome di quelli che parlano in quel modo e non capiscono che l’altro non sta capendo. E vanno avanti e fanno magari esempi che non c’entrano un cazzo con quello che sta dicendo” il tutto ovviamente tra l’ilarità generale del pubblico. Grillo, pur riferendosi alla condizione generale con il suo nome, passa subito a descrivere gli individui all’interno dell’autismo in un modo che ha dell’inquietante. Soprassediamo, si fa per dire, sul termine più offensivo di tutti, “filosofi” che riesce in un colpo solo a offendere la categoria in questione, per l’ennesima volta derisa dalla politica a causa della presunta vacuità della professione intellettuale e gli autistici stessi i quali, per la proprietà transitiva dell’offesa, si vedono bollati, anche loro per l’ennesima volta, come intellettuali privi di qualunque sostanza effettiva. Parliamo invece del comizio vero e proprio, quello che ha suscitato prevedibilmente più polemiche.

L’ex comico passa con una facilità disarmante dalla credulità boccalona degli italiani (cioè quelli che per la maggior parte hanno votato il suo partito) alla incredulità delle cose alle quali gli italiani credono. Quindi, con la stessa grazia atletica di un giocare di football, si scaglia contro la televisione, colpevole a suo avviso di offrire risonanza a questi “filosofi con la sindrome di Asperger”. Ora, è chiaro che, quali che siano i trascorsi, familiari e non, di Grillo con le malattie psichiatriche, la conoscenza che ha il genovese dell’autismo non rasenta neanche la superficialità divulgativa da osteria. Ne è la prova l’abuso degli aggettivi e pronomi “questo” e “quello”, sintomo inequivocabile di ignoranza, intesa come volontà deliberata di ignorare. In secondo luogo, c’è l’espressione “malattia del secolo”: “L’autismo è la malattia del secolo” ha tuonato il sobillatore. Ne segue quindi che gli autistici siano una nuova razza di untori pronta a rimbecillire gli italiani con le loro uscite strambe.

Ecco cosa accadrà nei prossimi giorni: dopo aver accusato i colpi da ogni parte politica esistente (lo stesso Movimento Cinque Stelle ha preso le distanze dalle sue dichiarazioni), Grillo abbozzerà un maldestro tentativo di scuse verso i genitori di autistici, le associazioni e in generale gli individui nello spettro. Allegherà ad esso una dichiarazione nella quale sosterrà la inflazionata tesi che il suo era un malriuscito tentativo di fare ironia e che non voleva dire quello che ha detto. E fin qui tutto andrebbe anche bene, sempre si fa per dire. Cosa fare però di tutti quelli presenti al comizio che hanno riso alle provocazioni di Grillo? O ancora, che fare di quelli che magari di fronte a uno schermo del computer, rincitrulliti questa volta non da un autistico filosofo “che non capisce quando l’altro ha capito” ma da un patetico provocatore seriale che se ne sbatte altamente di ciò che gli altri capiscono, hanno riso e porteranno con loro il germe dell’idea grillina secondo la quale gli autistici sono passabili di scherno? Costoro si riconosceranno non perché sosteranno questa idea vera e propria ma perché, cosa ancora peggiore, troveranno delle scusanti per il comportamento di Grillo:sì ma la sua era una provocazione! Era solo un’uscita infelice!” O peggio ancora “almeno ha detto senza peli sulla lingua quello che pensa!”. Tutti questi individui sono il vero potere dei sobillatori, una vera macchina di distruzione degli ideali democratici che stanno alla base dello stato di diritto. Grillo ha anche accusato il Presidente della Repubblica di avere troppi poteri; che sia questo un monito per chiunque scelga di ascoltare oltre le urla, che è proprio il potere ciò che non manca a Grillo. Ultimamente, è vero, l’ex comico è stato relativamente in silenzio, probabilmente per lasciar lavorare i suoi “ragazzi meravigliosi” a Montecitorio, ma adesso, evidentemente stufo della sua assenza dalle scene, è tornato alla ribalta con gli strumenti che gli sono più propri: il sobillamento, le illazioni, gli incitamenti all’odio e adesso anche lo scherno, ben poco ironico, dei disabili e degli intellettuali. Potere questo che è eccessivo nelle mani di chiunque in qualunque era storica. Potere questo che ha contraddistinto figure quantomeno ambigue come Hitler, Stalin e Mussolini (non me ne vogliano i loro eredi se ne parlo male). Potere questo che si può combattere a questo punto schierandosi dalla parte degli scherniti. Non per il bene della minoranze ma per il bene di tutti, quindi siate un po’ autistici e un po’ filosofi.

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