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Graffiti VS Street art – Un nuovo volto per i treni

Qualche giorno fa ho preso il solito S13 per tornare a casa; sono salita, ho percorso qualche carrozza per trovare posto, mi sono seduta con degli amici e, una volta che il treno è partito, mi sono voltata per guardare il paesaggio fuori dal finestrino e… che caspita?! Del paesaggio nemmeno una traccia, la visuale era completamente ridotta ad uno strato di vernice marrone che ricopriva tutti i finestrini della carrozza. So a cosa starete pensando… che colore di… beh sì ecco, è la prima cosa a cui ho pensato anch’io. Poi però si è aperta una discussione interessante perché quel bel colorino che deturpava così il finestrino (e con il finestrino anche il paesaggio) altro non era che una delle sfumature di un graffito poco elegante (e francamente di cattivo gusto), realizzato lungo tutto il vagone del treno.

Così dalla chiacchierata con i miei amici è emersa una domanda curiosa: e se invece di rovinare i treni con questi graffiti inutili e neanche troppo ben fatti si permettesse ai veri writers, quelli che si possono considerare davvero artisti, di abbellire e vivacizzare i treni con le loro opere? Non solo scritte o segni casuali, ma veri disegni, giochi di colore.

In alcune stazioni, ad esempio, le pareti sono già state decorate con dei bei murales che danno un tocco di luminosità a quei posti che, ammettiamolo, non sono i più allegri in assoluto. Il senso di grigiore, monotonia, solitudine che certe stazioni trasmettono potrebbe essere smorzato da qualche spruzzata vivace di colore! E immaginate se anche i treni iniziassero ad essere dipinti. Non penso che i pendolari comincerebbero ad essere contenti di prenderli, però magari lo farebbero più volentieri perché salire sul solito suburbano bianco e verde (per amor del cielo, nessuno critica i colori di Trenord, non sia mai!) sarebbe diverso dal prendere invece un nuovo treno che, più che un suburbano, potrebbe somigliare alla copertina di un bel fumetto. Magari visto che i treni più recenti sono ancora abbastanza nuovi e dipingerli all’esterno potrebbe sembrare un inutile spreco (anche se comunque i graffitari li imbrattano lo stesso), si potrebbe iniziare da quelli più “anzianotti” che avrebbero anche bisogno di una sostituzione. Visto che non sempre si possono rimpiazzare, si potrebbe almeno provare a rimodernarli in qualche modo, giusto per trasformarli da perfetti set per inquietanti film horror a mezzi di trasporto e di incontro su cui salire ogni giorno. Potrebbe non sembrare più l’incipit di “Terror Train”, ma di una comune e serena giornata lavorativa.

Naturalmente qualcuno ci ha già pensato. Da qualche anno infatti sono molte le iniziative che, in diverse città del mondo, vedono partecipi famosi street artists affiancati anche da qualche writer esordiente, ai quali le compagnie ferroviarie affidano i treni più vecchi e malandati affinché, con le loro doti artistiche strabilianti e le loro bombolette, possano trasformarli in pillole di colore quotidiane.

Così eventi come il Train Delivery presso la Gare de Nord di Bucarest o il Progetto Wholetrain a Sao Luis in Brasile, riescono a stupire il mondo mostrando come, nelle mani giuste, delle semplici bombolette di vernice spray possano trasformarsi in magici strumenti di bellezza.

La notizia che mi ha piacevolmente sorpresa è che anche qui in Italia un progetto del genere ha avuto luogo proprio nella nostra capitale. La compagnia di trasporti romana Atac, infatti, ha permesso già nel 2014 a degli artisti italiani e francesi di decorare con splendidi graffiti i vagoni di alcuni treni, nell’ambito del progetto Urban Legends. Come sempre, qualcuno ha comunque trovato modo di criticare la scelta, denigrando gli artisti e la stessa compagnia, tuttavia il progetto ha avuto luogo e i risultati sono sorprendenti.

Non c’è molto da aggiungere: che ognuno la pensi come vuole, ma non si può negare che anche i graffiti con cui vandali e ragazzini dispettosi imbrattano spesso i muri cittadini, le stazioni e i treni possano essere considerati opere d’arte (non a caso parliamo di street art), se realizzati da chi davvero ci sa fare e riesce a produrre qualcosa di oggettivamente bello e suggestivo, che può cambiare totalmente aspetto a un muro scrostato, a una lamiera di metallo arrugginita, al finestrino sporco di un treno. Perché qui si parla di arte, attenzione, non di vandalismo! L’arte a noi italiani piace così tanto: diciamo sempre che vorremmo che i giovani si appassionassero di più all’arte. Ebbene, poiché arte non è solo quella che troviamo alla Pinacoteca, perché non permettere a qualche giovane artista di esprimersi come meglio crede, provando magari a regalare un volto nuovo alle nostre città? Un volto che sappia stupirci ogni giorno, malgrado quella casa, quella stazione, quel treno li conosciamo a memoria; potrebbe anche piacerci vederli sotto una nuova luce, ogni tanto.

Insomma, Trenord, noi te la buttiamo lì, magari tra una soppressione e l’altra facci un pensierino!

 

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Claudia Agrestino

Sono iscritta a Studi dell'Africa e dell'Asia all'Università di Pavia. Amo viaggiare e scrivere di Africa, Medioriente, musica. Il mio mantra: "Dove finiscono le storie che nessuno racconta?"

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