Gli occhi grigi dei fantasmi
di Irene Brusa
Troia, sei una troia: con quella minigonna è inutile che poi ti lamenti.
Il cuore accelera il suo battito, la pelle si infiamma e decido di guardarlo un’ultima volta. Come immaginavo, quell’ultimo sguardo mi viene restituito fino all’ultimo. Occhi bui, e i tempi che corrono non sono una giustificazione. Scendo dal treno con un senso di amaro in bocca, quelle parole mi risuonano nelle orecchie. Essere radiografati da sconosciuti, a chi non è mai successo?
Oggi, 8 marzo 2013, ho avuto un’attenzione speciale, e una dedica.
Troia, sei una troia: con quella minigonna è inutile che poi ti lamenti.
Sono una ragazza come tante, per nulla appariscente, ma ogni tanto l’unica minigonna che ho sbuca dall’armadio e la indosso. Che cosa c’è di male, di cosa devo vergognarmi? Ti ignoro, triste piccolo uomo che cerca di sfiorarmi un ginocchio, ma poi il fastidio vince la mia forza e mi alzo. Tu borbotti qualcosa, ma la carrozza è piena e non sento. Allora mi sposto e per questo, per averti privato della mia figura mi blocchi un braccio e mi insulti. Mi divincolo da te, non so spiegare il senso di rabbia che le tue dita estranee mi provocano: non mi interessano, mi disgustano.
Riesco a vedere il colore grigio dei tuoi occhi, sono opachi come quelli dei pesci, mi viene da ridere.
Troia, sei una troia: con quella minigonna è inutile che poi ti lamenti.
Ripeto un’ultima volta queste luride parole perché sono evidenti nella loro bassezza, sono in bocca a troppi “uomini” col pantalone perennemente teso. Siete la feccia del genere maschile che oggi si vergogna di voi. Lascerete un ricordo malsano, nient’altro che una sensazione di sporco; è quello che vi portate dentro, che vi hanno iniettato, e cercate di scaricarci addosso.
Spero che queste parole vengano intese per la denuncia che sono. Di idioti è pieno il mondo, però la mia minigonna ha suscitato un particolare interesse. Cancelliamo l’idea che a provocare siamo noi, con le gambe e il culo di fuori . Sei tu, ad avere il cervello e il cuore malato. Io sono una che non ti ha mai cercato.
Bisogna affrontarli, questi ometti. Avere fiducia nelle proprie forze aiuta, ma spesso si viene piegati da pugni e schiaffi. A me, fortunatamente, resteranno solo quelle cinque dita attorno al braccio destro.
Io credo nella forza delle parole perché diano coraggio; una minigonna provoca solo un’ignorante. Ogni volta che una persona – di qualunque sesso sia, o al quale senta di appartenere – viene mortificata e per un dettaglio anche minimo si sente ferita, merita comprensione e ascolto. Io da oggi metterò la mia minigonna più spesso.
La nostra forza sta in questo: non farci cambiare dall’ odio degli altri.
E tu, pendolare senza importanza, non mi hai lasciato altro che lo sguardo di un’ombra.
Ecco l’articolo che avevi proposto in mailing list… ho visto tutto quanto adesso… Ti rinnovo la mia solidarietà. <3 Davvero, c'è gente che dovrebbe stare allo zoo, non vicino alle ragazze sui treni… e sto offendendo gli zoo…
Bravissima Ire, proprio un bel pezzo e…un bel coraggio. Prendero’ esempio!