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IJF17 #2 – Il giornalismo in prima linea

Come ogni anno per quattro giorni, molti giornalisti internazionali si riuniscono a Perugia. Un’occasione impedibile per gli appassionati di giornalismo, uno scorcio prezioso sulle tecniche, le tattiche e le strategie di chi sta dall’altra parte del giornale. Un’occasione tanto più interessante quando la situazione politica internazionale evolve repentinamente. Non solo carpire i segreti, ma apprezzare la capacità di analisi dovuta all’esperienza giornalistica vissuta per anni in prima linea.
Mentre nella notte, gli speakers stavano riguardando i loro interventi per venerdì 7 aprile, sono arrivate le notizie dell’attacco americano in Siria. L’attualità è stata dunque l’ospite inatteso degli incontri non solo della mattinata ma di tutta la giornata. Se, da un lato, la situazione aggravata della Siria (l’impiego di armi chimiche, la diffusione delle terribili immagini dei bambini, giovani e adulti esanimi così come la distruzione delle grandi città siriane) era già un argomento importante della programmazione di #IJF17, l’attacco americano della notte si è imposto lungo quella stessa china.
La notizia era già stata rilanciata dalle grandi testate internazionali, tutto in aggiornamento, i lettori erano ancora nell’incertezza ma i giornalisti ospiti stavano già formulano le loro prime analisi. Un approfondimento informativo dovuto alla conoscenza del territorio, degli attori in gioco, dall’esperienza sul fronte. Così, durante l’incontro “Dall’Europa al Medio Oriente: cosa ci raccontano i nostri inviati”, Alessio Romenzi, fotografo freelance e primo italiano ad essere entrato clandestinamente in Siria, in qualche pennellata fa un po’ di luce sulla situazione. Si concentra sui numeri della notizia dell’ultima ora: sessanta missili da crociera lanciati sulla base militare di Shayat, sei morti accertati tra i militari e quattro civili. Le vittime militari, per essere una base importante dell’esercito siriano, sono relativamente poche, segno che è stata evacuata. L’ordine di evacuazione lo possono aver dato solo i vertici dell’esercito che, però, con gli americani non comunicano, ma sono i contatto con i russi. Questi ultimi avrebbero dunque ricevuto la notizia direttamente dagli americani. Nel frattempo, però, le notizie iniziano a riportare la reazione indignata del Presidente russo Putin. Alla luce delle precedenti analisi, quella stessa reazione ufficiale assume una prospettiva completamente diversa.
Sulla stessa linea di analisi si inserisce Corrado Formigli (La7) interrogato sull’attualità da Barbara Serra (al Jazeera) in apertura dell’incontro “Perché non sconfiggiamo il Califfato Nero”. La reazione russa rientra in un obbligatorio gioco delle parti sullo scenario politico internazionale, che, tuttavia, non corrisponde alle logiche e alle dinamiche belliche.
L’attualità commentata in presa diretta da esperti e da giornalisti coraggiosi, che hanno sfidato divieti e incertezze, è un regalo prezioso per il pubblico di IJF. Questa capacità di approfondimento dovrebbe essere, però, una missione quotidiana dai lettori. Apprezzare e valorizzare, oltre a pretendere, l’accuratezza della notizia riportata dalla prima linea, frutto di un lavoro faticoso e pericoloso, è un importante argine a tutte quelle fake news che prepotentemente occupano lo spazio quotidiano dell’informazione.

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