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Gianrico Carofiglio: le immagini della memoria.

Milano, Tempo di Libri, 8-12 marzo: la giornata di domenica 11 ha avuto come tema Libri e immagine e ha dato spazio al rapporto tra testo e immagine, dal libro d’arte alla graphic novel, dai libri fotografici a quelli di cinema. Non solo libri, infatti il mondo dello spettacolo ha fatto il suo ingresso alla seconda edizione della fiera internazionale dell’editoria: attori come Gioele Dix e Nino Frassica, il regista Pupi Avati, l’Étoile della Scala di Milano Roberto Bolle, il vincitore di Sanremo 2017 Francesco Gabbani e perfino il vincitore dell’ultima edizione di MasterChef Italia Simone Scipioni, sono solo alcuni degli ospiti che hanno tenuto conferenze e incontri incentrati sul rapporto tra i libri e i linguaggi visivi.

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La nostra memoria è basata su immagini che danno vita ai ricordi: questo il filo conduttore dell’incontro di Gianrico Carofiglio, scrittore multiforme a cui piace scrivere di tutto e soprattutto raccontare storie (dai romanzi ai fumetti), con i lettori. Ospite già sabato 10, in occasione della presentazione del suo nuovo libro Con i piedi nel fango (Edizioni Gruppo Abele, 2018), Lo scrittore, ex sostituto procuratore antimafia presso il tribunale di Bari, ha dialogato con il giornalista Maurizio Bono, soffermandosi sul rapporto tra voce e memoria: le immagini, su cui si basa la memoria, sono recuperate attraverso la voce narrante, durante la lettura. Carofiglio ha annunciato l’uscita degli audiolibri di due dei suoi romanzi: La casa nel bosco (Rizzoli, 2014) e il più recente Le tre del mattino (Einaudi, 2017). Lo scrittore ha affermato che Le tre del mattino è tratto da una storia vera, che ha avuto il permesso di scrivere; è un libro diverso dagli altri, che parla dello scorrere del tempo e dei ricordi.

Le tre del mattinoLa memoria ha un ruolo fondamentale anche in La casa nel bosco, racconto scritto a quattro mani con il fratello Francesco, che purtroppo non era presente all’incontro. Il romanzo mostra il rapporto conflittuale tra i due fratelli, costretti a recarsi nella casa di villeggiatura della loro infanzia, nel bosco. La casa, messa in vendita, diventa il luogo in cui i due fratelli ricordano il loro passato. Carofiglio ha poi spiegato come la lettura possa essere considerata atto creativo al pari della scrittura: quest’ultima è sfuggente, c’è tutto un non detto tra le righe che viene inventato e portato alla luce da chi legge. Il lettore agisce sul testo scritto, adattandolo ai suoi ricordi, basandosi sulle sue esperienze passate, a cui ridà vita attraverso la lettura. Il libro, perciò, può essere considerato creazione dell’autore, a cui poi ogni singolo lettore aggiunge la sua individualità.

_la-casa-nel-bosco-1394203332Carofiglio ha dunque affermato che la lettura ha pari dignità creativa della scrittura. Lo scrittore ha intervallato le sue riflessioni con aneddoti personali e autoironici, che hanno reso l’incontro una piacevole chiacchierata, durante la quale è emerso il gusto per la precisione delle parole, la narrazione scorrevole, il fascino, la profondità e l’ironia che ritroviamo nelle sue opere.

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