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Game of Thrones si prende un respiro, un po’ affannato

di Samuele Badino e Gianluca Gioetti

Dopo i rivolgimenti di Stormborn [leggi l’articolo precedente], si era reso necessario un episodio in cui lasciar calmare le acque.

Al contrario degli episodi lenti, riflessivi e strategici cui ci ha abituati la serie, l’impressione generale è quella di una certa fretta non tanto nel narrare gli eventi quanto nell’incastrarvi i personaggi. Il debole di The Queen’s Justice è la sceneggiatura, piatta ed un tantino carente nella caratterizzazione dei protagonisti. L’incontro tra Jon Snow e Daenerys è freddino: Emilia Clarke appollaiata prima sul suo trono e poi evidentemente su un rialzo, per confrontarsi alla stessa altezza col Re del Nord, non convince nella sua bidimensionalità orgogliosa e tronfia. Ma è Jaime a scomparire dietro la cortina di abnegazione nei confronti della sorella, rinnegando anche in parte il suo passato in modo un po’ inspiegato. Lena Headey invece colpisce il pubblico con un’interpretazione umana e coinvolgente, che la riavvincina agli spettatori.

Le battaglie sono ridotte all’osso o del tutto assenti, di nuovo, come se la produzione volesse risparmiare su un franchise di così grande successo. La fotografia principalmente a cavalletto si concede due o tre movimenti con un piccolo drone, che convincono e aiutano a spezzarne la monotonia.

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La valutazione complessiva sulla puntata (che può facilmente estendersi a questo inizio di stagione) è magra, e ne è colpevole in gran parte una sceneggiatura approssimativa e riassuntiva, da cui si coglie quasi una certa premura narrativa per giungere al finale. Si spera si tratti solo del profondo respiro prima di immergersi in acque più tumultuose.

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Il terzo episodio chiarisce che, almeno per il momento, la Regina è e resta Cersei di casa Lannister, prima del suo nome. Chi si fosse illuso di una rapida conquista da parte di Daenerys dovrà pazientare.

Si inizia in grande con l’incontro forse più atteso di tutta la serie: Jon arriva a Roccia del Drago per incontrare la Khaleesi, che probabilmente lascia tutti un po’ delusi, apparendo troppo orgogliosa ed a tratti capricciosa; il personaggio della Madre dei Draghi in questo inizio di stagione appare monotono e superbo, anche con suo nipote; ad avvicinare i due ci pensa Tyrion, che stima particolarmente Jon. Piccolo dettaglio: quando Tyrion ricorda a Jon che “Gli Stark non fanno mai una buona fine quando vanno a Sud”, Jon risponde che non è uno Stark, e puntualmente un drago passa sopra le loro teste, un probabile indizio alla tesi secondo cui Jon, figlio di Raeghar, cavalcherà una delle bestie, magari proprio quella che porta il nome del fratello della Khaleesi.

Mentre gli ospiti approdano sulla costa, Melisandre e Varys si trovano a colloquio sulla scogliera, sorprendentemente la Donna Rossa afferma di tornare a Volantis, onde evitare contrasti, conclude poi dicendo che tornerà un’ultima volta a Westeros perché è scritto che morirà in una terra che non sia casa sua, annunciando lo stesso fato a Varys; il viso del Ragno appare sconvolto: che siano queste le famose parole udite dall’eunuco tra le fiamme dopo essere stato evirato?

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Intanto ad Approdo del Re è festa grande per la consegna dei prigionieri alla Regina. Cersei dimostra di essere un’artista della vendetta per come decide di uccidere Tyene, ma dimostra soprattutto di aver ereditato più di quanto si pensi da suo padre; in particolare, il colloquio con l’emissario della Banca di Ferro è pura poesia diplomatica, e sorprende anche la strategia per attaccare Daenerys: la Regina ed i suoi ci sorprendono prima lasciando in trappola gli Immacolati a Castel Granito e poi conquistando Altogiardino. Lady Olenna beve il vino avvelenato per lei da Jamie, i dialoghi con la Rosa di Spine, sempre magnifici, ci mancheranno, ma l’ultimo non è stato da meno; dopo la scorsa puntata in cui ha criticato la strategia di Daenerys e l’ha invitata ad essere drago, qui sembra avvertire Jamie: “Il tuo amore per lei ti porterà alla rovina”.

Jorah Mormont pare ufficialmente guarito e Sam, grazie alla buona riuscita dell’operazione, non viene espulso dalla Cittadella, il suo premio è di ricopiare antichi documenti in preda al deterioramento, non un gran premio ad essere sinceri, a meno che quei documenti non finiscano per riferirsi al mito della Lunga Notte…

In conclusione: la storyline di Daenerys sembra ripercorrere quella delle stagioni precedenti, l’aspirante Regina tergiversa un po’ troppo sulla via del potere, compiendo diversi errori e subendo diverse sconfitte, però non dimentichiamoci una cosa: la Madre dei Draghi, guardando la sua storia, più che un Drago ricorda una Fenice.

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