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Torino33: Lo scambio (Salvo Cuccia, 2015)

Lo scambiouno dei quattro film italiani presentati quest’anno in concorso, è il primo lavoro di finzione diretto da Salvo Cuccia, formatosi fra ‘videoarte’ e documentario. Un noir dietro al quale, sicuramente, non è difficile rintracciare il tentativo di un approccio personale allo stile, rispettato ma con evidenti impacci scolastici. Filtrata attraverso ricostruzioni aleatorie e ripetuti non detti, la vicenda prende le mosse da un accadimento nella Palermo del 1996: il rapimento e l’omicidio dell’adolescente Giuseppe di Matteo da parte della mafia, al quale si sovrappone, a seguito di un regolamento di conti, l’indagine condotta dal protagonista, un commissario di polizia interiormente logorato da un passato nebuloso condiviso con l’irrequieta moglie. Lo scambio è quello delle parti: per evitare lo scacco, i buoni indossano i panni dei cattivi e viceversa, ma la tenuta di una narrazione presto farraginosa si rivela tutto sommato scarsa. Sebbene, perlopiù lungo la prima metà del film, la regia si dispieghi con una certa ambizione per mezzo di low-angles urbani e ripidi movimenti di macchina, la deriva psicologica preferita come conclusione finisce per spegnere ogni barlume di attenzione innescato da premesse di maggiore impatto. La direzione degli attori, eccessivamente manovrata, non risparmia poi allo spettatore il piacere di un approfondimento privato dei caratteri, aggiungendo ulteriori limiti alla visione.

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