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ALL EYEZ ON ME. 22 ANNI DALLA MORTE DEL GENIO DI TUPAC

85 milioni di dischi venduti. 2 dischi di diamante conquistati con un genere musicale vessato dal razzismo. Un’aura leggendaria che appartiene a pochi eletti nella musica. Tupac Shakur a 22 anni dalla scomparsa rappresenta ancora uno dei pilastri della musica moderna.

All’anagrafe Lesane Crooks, nome cambiato poi in Tupac Amaru Shakur (l’ulitmo imperatore Inca), nasce a New York nel 1971. Viene al mondo durante la detenzione della madre per terrorismo ed eredita dal patrigno, Geronimo Pratt (leader delle Black Panther), la fiamma rivoluzionaria che arde in ogni suo disco. L’attitudine Gangsta e l’animo riottoso saranno per sempre il marchio di fabbrica di Makaveli, altro suo pseudonimo, rendendolo un personaggio complesso e camaleontico.
Vive tra New York e Baltimora, dove coltiva la sua passione per il teatro, il ballo, la recitazione ed il jazz. A Baltimora si accosta anche al rap, partecipando alle battaglie di freestyle del suo liceo. Da qui la passione si sviluppa fino al 1990 dove ottiene un’audizione con i Digital Underground. L’innegabile talento e il forte carisma lo porteranno, negli anni successivi, al contatto col il manager Suge Knight, assieme al quale fonderà la Death Row (etichetta storica dell’hip hop mondiale). Di disco in disco Tupac finirà per essere decretato uno degli artisti più influenti della sua epoca e, per Rolling Stones, uno dei 100 migliori artisti di sempre.
La morte, sopraggiunta nel 1996 dopo una sparatoria a Las Vegas, è un caso ancora intriso di ombre che potrebbe aver avuto origine dalla faida con Notorious Big, un altro colosso dell’hip hop. Con appena quattro album pubblicati in vita, più sei postumi, Tupac è diventato una leggenda per gli amanti del rap e non, un idolo per le comunità americane e il simbolo del Black Pride.
Il John Dillinger del rap, l’uomo che va dal diciassettenne che scriveva poesie per evadere da una situazione complicata di spaccio e disagio, al feroce criminale rinchiuso in galera nel ‘95 per un’aggressione sessuale. Tutti questi colori dipingono un quadro controverso ed affascinante, un quadro intitolato Thug Life; una storia non comune finita con quattro colpi di pistola, oggi, ventidue anni fa, ricordata l’anno scorso da un validissimo docu-film intitolato come il suo album più di successo: All Eyez on Me.

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