Attualità

Esclusivo/ Intervista al direttore del Tripoli Post

di Giovanni Cervi Ciboldi

Nessuno può conoscere una situazione meglio di chi la vive. E nessuno può prevedere il futuro meglio di chi conosce a fondo il passato. E’ per questo che, quando a parlare del giorno dopo la caduta di Gheddafi é il direttore del più eminente quotidiano libico, appare necessario mettere da parte le nostre impressioni per far spazio a chi il dramma della una dittatura l’ha vissuto in prima linea. Il Dottor Said Laswad, direttore del Tripoli Post e professore di Scienze politiche all’Università di Tripoli ci parla di come sarà l’alba del giorno dopo la caduta della dittatura, tra il rischio di fondamentalismo e intenti democratici, tra violenza da capire e libertà di stampa.

Inchiostro. Che aria si respira il giorno dopo la morte di Gheddafi?

Il giornodopo la morte di Gheddafi é stato pieno di speranza e felicità per la maggior parte delle persone libiche. Prima della morte di Gheddafi, ognuno temeva che egli sarebbe potuto tornare e ucciderli, o devastare ulteriormente il paese. Gheddafi era ancora temuto perché, avendo rubato enormi quantità di denaro, avrebbe potuto usarlo per radunare un’armata di mercenari e provare a prendere il potere ancora. Ora le persone sono certe che quell’incubo se ne é andato.

I ribelli staranno insieme, ora che Gheddafi è morto?

Si, staranno insieme. Non ci sono differenze profonde tra le fazioni libiche, e tutte supporteranno il governo eletto, a meno che non ci siano interventi esterni.

Cosa pensa del modo in cui Gheddafi è morto?

E’ stata una morte violenta. Gheddafi ha vissuto una vita violenta e ha governato in modo violento il popolo libico. La grande maggioranza delle persone libiche oggi dice che si è meritato quella morte violenta. Quello era il suo destino, e l’ha incontrato.

Ora i ribelli preferiranno la democrazia, come forma di governo?

Certo, i libici preferiscono una forma di governo democratica, e questo è il motivo per cui hanno sacrificato migliaia di martiri al fine di eliminare la brutale dittatura di Gheddafi.

Molte persone in Europa temono che ora ci sia il rischio di un governo basato sul fondamentalismo islamico. E’ un timore corretto, oppure non c’èalcun rischio di fondamentalismo nella nuova politica libica?

Non è vero. Non c’è assolutamente alcun rischio che i fondamentalisti islamici possano rilevare il nuovo governo. Semplicemente perché non ci sono, in Libia, questi estremisti; e se così è sembrato, è perchè la dittatura di Gheddafi non ha permesso alle persone di esprimersi o di partecipare al governo del paese. Gheddafi preveniva la libertà di parola e di stampa e quindi alcune persone sono ricorse alla religione come una scappatoia dal brutale regime di Gheddafi. Non c’é alcuna possibilità che il fondamentalismo islamico possa prendere il potere, per il semplice fatto che i libici, in generale, hanno una visione moderata della religione.

Ndr. Qui trovate l’intervista originale in lingua inglese.

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