Attualità

Erano solo conformisti

di Giovanni Cervi Ciboldi

Memore dell’ostentato eticismo con cui per anni certi giornali e pseudointellettuali si sono attribuiti il monopolio della difesa della carta costituzionale, un cittadino potrebbe coerentemente aspettarsi un equivalente impegno nei valori che questa carta sancisce, per rigettare l’impressione, a dire il vero ricorrente, che tale difesa sia stata arbitraria, pretestuosa e condotta secondo logiche puramente politiche.
Potrebbe aspettarsi che, di fronte alla sopravvenuta morte di alcuni dei pilastri dello stato di diritto (lo diceva Pizzetti un mese fa), tale lotta si sarebbe riproposta con la medesima foga: mobilitazioni domenicali, occupazione di giornali internazionali, esternazioni su una millantata ed imminente prevaricazione della democrazia, e tutto il resto. Potrebbe davvero aspettarselo, dato che oggi, al contrario di quanto spesso accadeva ieri, ve ne è motivo.
Eppure oggi nessuno accorre in difesa di uno stato liberale che dovrebbe tutelare la vita privata, nessuno tenta la benché minima difesa del principio secondo cui – sempre citando Pizzetti – non si può essere considerati tutti delinquenti fino a prova contraria, nessuno si chiede quanto in fondo possa portare la caccia alla streghe, nessuno ancora parla della gente che si toglie la vita. Tutto si imbruttisce in guardonismo fiscale e reddituale, in statistica spettacolo, in odio sociale.
Dei diciassette anni di quello che chiamano berlusconismo potranno scrivere un romanzo in cui attribuirsi la parte dei buoni. Ma nel romanzo che stiamo scrivendo oggi, sono solo i volenterosi carnefici di Goldhagen.
Finita una battaglia, non ne iniziano un’altra: ai depositari unici dell’ermeneutica giuridica fa comodo così. Forse in quello che scrivevano un tempo non ci credevano poi del tutto. O forse era solo conformismo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *