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Ella & John: Virzì di nuovo in sala

L’ultimo sforzo registico targato Paolo Virzì, Ella & John – The Leisure Seeker (2017), è una commedia amara con un cast hollywoodiano, tratta dal romanzo In viaggio contromano, di M. Zadoorian (2009), ed è il primo film del regista italiano girato in lingua inglese.

La pellicola tratta la fuga romantica di una coppia di ottantenni, nel tentativo di liberarsi dal peso incombente della fine della loro storia insieme. John, interpretato da Donald Sutherland, è infatti soggetto a disturbi della memoria che limitano considerevolmente la sua autonomia e mettono a dura prova le energie e la pazienza della moglie Ella, impersonata da Helen Mirren. Ella decide quindi di partire con il marito a bordo del loro camper, soprannominato Leisure Seeker (“Cercatore di svago”) per un ultimo viaggio insieme, prima di essere separati per sostenere le terapie mediche. In partenza da Boston, la metà è Key West, in Florida, dove li attende il museo della casa di Ernest Hemingway, di cui John, professore di letteratura in pensione, è appassionato. Lungo il viaggio, oltre a divertenti imprevisti, i due anziani ripercorreranno i ricordi che li legano, svelando anche particolari sconosciuti o dimenticati della loro storia pluridecennale. Come si può dedurre, la sceneggiatura rappresenta l’ambizioso progetto di portare al pubblico un intenso e atipico road movie che tocca temi come la vecchiaia, i ricordi e i lunghi amori, spargendo molti momenti comici lungo tutto il percorso. L’ambizione, in questo caso, viene ripagata solo in parte: è vero che il film sa coinvolgere, divertire e anche far riflettere, ma non è avaro di scivoloni qualitativi. Alcuni dialoghi sono scritti in maniera superficiale o scontata, così come alcune scene sono fortemente banalizzanti del contesto culturale e sociale statunitense. Quest’ultimo elemento, in particolare, ha messo a dura prova il film nel suo Paese di produzione, essendo stato per tale motivo stroncato dalla critica. Non si può negare, inoltre, che alcuni passaggi narrativi siano troppo prevedibili.

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Se però la pellicola non eccelle in quanto a storia, è davvero difficile muovere delle critiche ai due protagonisti, le colonne portanti del lungometraggio. Donald Sutherland ed Helen Mirren sono il vero punto di forza del film, in particolar modo quest’ultima, in grado di tenere sempre un alto ritmo di recitazione. Pur talvolta trovandosi in bocca battute banali, i due riescono sempre a restituire grande dignità alle parti che interpretano. Un po’ sottotono, invece, Christian McKay e Janel Maloney, che interpretano i due figli della coppia, a volte rei di ostentare reazioni poco credibili.

Per quanto riguarda il lato tecnico, non c’è molto di importante da sottolineare. La regia di Virzì è certo pulita, ma assolutamente non stupefacente. Il regista porta sullo schermo esattamente quel che c’è da raccontare, in maniera molto piana e senza alcuno sforzo per osare o per dire la sua sul lato formale. Non un difetto, in realtà, in un film che deve tutto o quasi alla sua storia.

L’ultimo prodotto di Paolo Virzì non è quindi nulla di innovativo o notevole ma, anzi, il suo principale difetto risiede nella banalità. Certamente si può uscire dalla sala divertiti, se non emozionati, grazie soprattutto alla coppia di attori protagonisti, ma questa pellicola difficilmente lascerà un segno tangibile nello spettatore e, probabilmente, faticherà soprattutto a lasciarlo nell’anno cinematografico in corso.

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IL FILM E’ ANCORA IN SALA, AL CINEMA POLITEMA DI PAVIA, LUNEDI’ 29 E MARTEDI’ 30 GENNAIO, ALLE 21:00.

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