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ELECTION DAY? ELECTION FAIL!

Conte-Bersani contro Mazzarri-Berlusconi. Nessuna consonanza comportamentale, non temete. Ma un semplice parallelismo per stuzzicarvi il palato in attesa dell’abbuffata serale, sebbene alla tavolata Scudetto manchi il Grillo della situazione. Siamo tutti d’accordo su un dato però: comunque dovesse finire questa sera al San Paolo, di terzi incomodi non ce ne sono.

Torniamo a parlare di campionato dopo la parentesi elettorale più spodestante della Seconda Repubblica, talmente sovvertitrice da farci ipotizzare l’inizio della Terza. Lo facciamo con l’anticipo di lusso che questa sera opporrà le due compagini meglio assortite del nostro calcio: Napoli contro Juventus. Molti parlano di partita decisiva, ma prima di tutto la senti chiamare sfida Scudetto. L’incomprensione è a monte: perché Mazzarri non ha comunque la rosa per tenere testa a quella di Conte fino a maggio inoltrato. C’è stato un sensibile riavvicinamento tra gennaio e febbraio: il PD-Juventus bada a gestire il vantaggio col PDL-Napoli che tenta la remuntada, riuscendoci in parte. Ma nel momento che conta eccolo scivolare indietro. Prendiamo tra le mani i risultati delle ultime due giornate: alla 26^ la Juve perde a Roma sabato sera e il Napoli fa 0-0 domenica pomeriggio, alla 27^ Conte batte il Siena domenica per 3-0 e Mazzarri inciampa su un altro 0-0 lunedì in quel di Udine. Bastano questi due exempla per capire quanto i risultati dell’una siano svincolati da quelli dell’altra. A dettare legge, ritmo, intensità è sempre la squadra bianconera coi Partenopei che si adeguano nel loro maccheronico tentativo di rincorsa.

Analizzando la classifica delle due squadre, a fare la differenza è soprattutto la lunaticità del Napoli in trasferta, dove perde quanto pareggia (rispettivamente 3 e 4 volte in 13 partite). La Juventus invece ha la miglior difesa esterna del campionato (solo 9 goal presi) ed è forte del secondo attacco più prolifico (23 goal all’attivo). Numeri che indirizzerebbe la partitissima verso Conte, sebbene sia cosa buona e giusta non sottovalutare i due ko bianconeri con Milan e Roma patiti sempre fuori casa.

Che partita dovremmo vedere, se lo chiedono in molti. Premesso che fare bene in Champions League forgerebbe l’autostima di chiunque (e Conte stesso ne sta testando i benefici), ci aspettiamo una Juventus a fare la partita col suo possesso palla più spagnoleggiante che italico. Al Napoli affibbiamo il ruolo del contropiedista, di quello che con Cavani in campo aperto può comunque fare male all’avversario.

Troppi episodi condizionano una partita di calcio. La certezza è che sarà una sfida comunque poco decisiva. Lo Scudetto va al voto del campo senza una Lazio o un Milan sufficientemente vicine in classifica a fare il Grillo della situazione. Chiamiamola pure ELECTION FAIL perché, comunque andrà questa sera, il governo calcistico del nostro Paese resta ben solido tra le mani bianconere. Su quello politico meglio soprassedere. Ma siccome l’Italia resta una terra pallonara (e coglietene bene il duplice senso), ci piace chiudere con la citazione un politico del passato che seppe descriverci al meglio, alludendo alla nostra congenita e comportamentale ingovernabilità.

“Gli Italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio” [Winston Churchill]

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