Musica

#echoes: Ben Harper

Un viaggio. Una costante ricerca delle proprie radici, o di una sessione con il proprio io più profondo. Questa continua ricerca attribuisce alla musica credibilità e sensibilità uniche. L’artista di cui parliamo oggi ne è uno splendido esempio, con la sua spiccata sensibilità e il suo incredibile talento. Sto parlando di Ben Harper.

Californiano, con origini indiane e lituane, Harper sviluppa il suo stile inconfondibile unendo liriche e sensibilità poetiche alla Dylan, all’esuberanza della black music, con forti influenze jazz e folk. Ma oltre alle notevoli capacità tecniche, Harper dimostra di avere anche una missione. Rifiutando di essere etichettato in un genere e di cedere al consumismo, alla commercializzazione e alla propaganda politica, il musicista californiano crede nell’umanità e nei suoi valori. Nella riconciliazione tra i popoli, cosa che si sente forte e chiaro già con il primo lavoro di Harper “Welcome To The Cruel World”( pubblicato nel 1994) dove Ben cerca di far capire che nonostante tutti i difetti, “questo mondo crudele” rimane sempre la nostra casa. Tecnicamente, il disco incanta per quella sua abilità nell’assorbire differenti e contrastanti generi musicali in un solo, emozionante disegno. A sorprendere sono anche i testi, che svelano l’integrità morale di un cantautore alla Dylan, all’epoca la versione al maschile di Tracy Chapman. Ma anche un profeta della pace nel mondo, come Bob Marley. Che con l’altro Bob, Dylan, è forse l’artista che ancora oggi spiritualmente gli è più vicino. La lucida analisi della realtà di Dylan e la celebrazione dell’ottimismo dell’artista giamaicano convivono nelle canzoni di Harper. E proprio lo spirito di Marley serpeggia sinceramente e in maniera più incisiva nel secondo lavoro del 1995, dall’inequivocabile titolo di “Fight Your Mind”. Il ragazzo di Claremont amplia i suoi orizzonti, iniziando un percorso artistico che nel corso della sua carriera lo farà cimentare in tutte le sfumature della black music. Ed è con questo album che si cominciano ad impiantare i primi tasselli di ciò che diventerà gli Innocents Criminals, celebre band che oramai da vent’anni segue e spalleggia Ben Harper, un po’ come Bruce Springsteen e la E-Street Band. E soprattutto in quest’album si fa più frequente l’utilizzo della lap steel guitar, strumento che Harper suona magistralmente. Ma l’apice artistico e lirico Ben Harper lo ha raggiunto nel 2003, con Diamond On The Inside.

Album emozionante dove la volontà di essere una voce che invita al dialogo e alla comprensione si palesa fortemente. Album riflessivo, ma, forse come non mai in precedenza, pieno di vita, speranza, ottimismo, Diamonds On The Inside è forse il suo lavoro migliore per ricercatezza sonora-stilistica e profondità delle liriche. Le sue ballate acustiche vanno dritto al cuore anche grazie a versi intensissimi e delicati, pieni di ottimismo e speranza. A cominciare dal primo singolo estratto, omaggio a Bob Marley, “With My Own Two Hands”. E a esaltare quella forza interiore che deve risplendere come un diamante, non solo recupera suoni e versi di reminiscenza dylaniana nella title track ma anche il gospel in “When it’s Good” e i cori dei padri africani della preghiera “Picture Of A Jesus”. Splendide ballate come “Amen Omen” si intrecciano con sonorità funky (Bring Me The Funk) o dove il blues-rock la fa da padrone come in “Temporary Remedy”, dove si può trovare un assolo di lap steel pazzesco. Insomma, un universo emozionante che rapisce immediatamente anche per la voce di Harper, duttile, attenta a varie tonalità e alle sfumature. Nella sue corde vocali tutti i lampi e il dolore della lotta per un mondo dove regnino l’armonia e l’amore. Nei brani “She’s Only Happy In the Sun”, “Every Time I Hear You Laughing It Makes Me Cry…”: si vivono giorni così poco felici che un sorriso sereno può addirittura provocare un pianto liberatorio.

Un album perfetto, dall’inizio alla fine, che non mi stanco mai di ascoltare. Spero, come ogni volta, che vi ritroviate nella proposta che vi faccio e, spero possiate fare un felice ascolto.

Alla prossima!

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