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Earth Hour 2022: spegniamo le luci per il pianeta

Come ogni anno, torna un’altra edizione della più celebre mobilitazione globale contro il cambiamento climatico. Stiamo parlando di Earth Hour, evento organizzato dal WWF (World Wide Fund for Nature) che promuove un semplice gesto simbolico: spegnere le luci per un’ora. Un atto semplice ma allo stesso tempo un potente strumento per porre attenzione sulle grandi sfide ambientali del nostro pianeta. Ora più che mai, questi problemi diventano notevolmente urgenti e non possiamo più ignorarli.

Edizione 2022, quando e come

L’ora della Terra si svolgerà l’ultimo sabato di questo mese, il 26 marzo, alle 20:30; da lì partiranno i sessanta minuti in cui si spegneranno le luci per la promozione un pianeta più sano. Tutti sono invitati a prenderne parte: dalle istituzioni, alle imprese e ai cittadini. Con un piccolo gesto simbolico ciascuno di noi può contribuire a creare, insieme, qualcosa di più grande.

Il direttore generale di WWF International, Marco Lambertini, afferma che «Earth Hour 2022 sarà un momento chiave per tutti noi per unirci e mostrare la nostra determinazione a plasmare un futuro positivo per la natura». Il messaggio veicolato è importantissimo ed è mirato soprattutto ai leader mondiali: ci sono miliardi di persone in tutto il mondo che sollecitano azioni concrete per salvare il nostro pianeta dai disastri ambientali e garantire un benessere alle generazioni che verranno.

Fonte immagine: wwfroma.it

Le statistiche del WWF del 2021 registrano un record assoluto rispetto alle precedenti edizioni. Con quasi 200 nazioni partecipanti, da gennaio a marzo 2021 si contano oltre 6 miliardi di impression sui principali social relativamente a #earthhour e ad altri hashtag correlati.

Dove tutto ebbe inizio

La storia dell’iniziativa nasce tra le 19.30 e le 20.30 del 31 marzo 2007. Il suo posto d’origine è l’Australia, luogo in cui l’evento viene promosso da WWF Australia e il Sydney Morning Herald, uno fra i più noti quotidiani australiani. Nonostante all’epoca c’era stata solamente una città coinvolta, Sidney, la prima edizione di Earth Hour già allora lasciò il suo segno: tra i partecipanti si registravano cifre considerevoli, contando più di 2.2 milioni di individui e 2.000 imprese.

Il motivo per cui è stato deciso di fissare la data a fine marzo è che gli ultimi due weekend di questo mese sono vicini all’equinozio di primavera nell’emisfero settentrionale e all’equinozio di autunno in quello meridionale. La conseguenza è un tramonto quasi coincidente tra le due parti, da cui trarre una migliore visibilità dell’assenza di luce in entrambe.

Nel 2008, il suo primo anniversario alza la posta in gioco e stavolta fa il giro del mondo, le nazioni partecipanti aumentano. Inoltre, riceve l’appoggio dal colosso digitale Google in Irlanda, Regno Unito, Stati Uniti e Canada, tramite una homepage totalmente black, rappresentante lo spegnimento di luce. L’unica scritta visibile: «We’ve turned the lights out. Now it’s your turn – Earth Hour».

Da lì in poi, anno dopo anno, Earth Hour è diventato un evento sempre più noto ed esteso, lasciando al buio strade, palazzi e monumenti emblematici in tutto il mondo.

Fonte immagine: wwf.eu

Un appello necessario, ora più che mai

Non è rimasto alcun dubbio sul fatto che il nostro pianeta deve essere salvaguardato urgentemente. Nell’anno passato la crisi climatica si è fatta sentire intensamente attraverso catastrofi naturali. Tra le maggiori ricordiamo la prima pioggia a Summit Station, nel punto più alto della Groenlandia, le tragiche alluvioni in Cina, negli Stati Uniti e in alcune parti dell’Europa occidentale, l’uragano Ida negli Usa e la grande siccità che lo stesso continente sta affrontando. La lista, tuttavia, è ancora lunga.

Altrettanto indubbia è la responsabilità della mano dell’uomo, così come il fatto che alcune conseguenze sull’ambiente siano ormai irreversibili. In questo preoccupante quadro, “Earth Hour” si configura come un appello ancora più urgente per agire sul serio e invertire la rotta.

Elisa Santangelo

Classe 1998, sono laureata nella magistrale Comunicazione Digitale dell'università di Pavia. Nei miei articoli parlo di attualità e ricopro il ruolo di Social Media Manager per Inchiostro.

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