Due inediti di Lorenzo Fava e Simone Sanseverinati, giovani poeti ospiti all’Osteria alle Carceri
Domenica 31 marzo, all’Osteria alle Carceri di Pavia, nell’ambito delle serate “Poeti in Osteria”, sono stati ospitati da Andrea de Alberti due giovani poeti marchigiani: Lorenzo Fava e Simone Sanseverinati. I due autori, in dialogo con Giadadea Canobbio, Alessandro Orlandi e Tommaso Brambilla, hanno raccontato del loro percorso e della loro produzione poetica.
Simone Sanseverinati ha 26 anni, è laureato in Lettere con indirizzo Storico presso l’Università degli Studi di Macerata. Suoi testi sono apparsi online su “Poetarum Silva”, “Arcipelago Itaca blo-mag”, “Carteggi Letterari” e “Il laboratorio di Grenouille”.
Nel marzo 2017 ha pubblicato la raccolta Interviste (Memoranda) e nel gennaio del 2018 è uscita la raccolta 45 battiti di cuore (Le Mezzelane editore). Nel settembre 2018 è l’uscita di Dentikit, una novella edita da Santelli Editore.
AI E SUI
In un luogo coperto
da 4 angoli di creativa distanza
erano come ‘ai’ e ‘sui’
esperti di bottoni
con la forza di un parcheggio davanti a una chiesa,
foro dopo foro cercarono un appoggio giocoso
che non avesse difensori,
dall’alto si aggrapparono alla fame
dei caduti, decisi a incidere
come colonne pronte all’iscrizione.
Non poterono più scusarsi,
la stanza dei baci venne chiusa
e il pavimento si mescolò
ai 4 angoli creativi,
dal buco passarono le furie
pronte a scongelarsi
in un’ermetica scelta sbagliata.
Chiuso al sogno,
lo strappo dei vestiti si legò
all’arsura del consumo
e le bocche dissanguate
cedettero all’usura.
Lorenzo Fava è nato ad Ancona nel 1994, vive a Macerata dove studia Lettere e collabora con Il “Resto del Carlino”.
Sue poesie sono apparse su “Poetarum Silva”, “Yawp”, “Arcipelago Itaca blo-mag”, “Carteggi Letterari”, “Critica Impura”, “Inverso”, “Poesiaultracontemporanea” e “Nuova Ciminiera”.
Ecco quindi l’intuizione palese, immacolata,
detta i tempi alla falcata, ricuce la distanza,
non ha scontrino, non è un acquisto, si compara
al valore di un sorriso di chi gira
l’angolo. Mi ha trapassato come un raggio
senza spettro, come una fattura di un mondo
altro. Ormai mi è indispensabile come
ad un cieco il suo bastone, come il fiuto
ad un cane e l’orecchio ad un poeta.
Chissà se l’intuizione, superatomi, cercherà
altri fortunati bersagli, chissà se colpirà
schietta e senza preavviso altri cinici,
chissà chi le avrà detto di trovarmi, se un dio
di roccia o il cuore pulsante della Terra,
chissà se completato il tour de force,
stanca, chiederà il permesso di abitarmi
fra le braccia, dormiente, serena come un salice.
Magiche fatture di altri mondi, date
la pienezza ai fiori invece di sparare
a testa bassa sul mio corpo posacenere,
obiettivo casuale, forsennato paroliere
che canta quella luce fino al vomito.