Attualità

Due anni dopo siamo al punto di partenza

di Matteo Miglietta

 

I regolamenti e le ordinanze sul cosiddetto decoro urbano sono ormai da qualche anno terreno di scontro fra i giovani pavesi e l’amministrazione comunale. Le grandi battaglie intraprese contro la famosa ordinanza “anti-bivacco” dell’ex sindaco Piera Capitelli, si erano ripetute, anche se in forma minore, in occasione dell’approvazione del Regolamento di Polizia Urbana per il Decoro e la Sicurezza dei Cittadini, il 28 maggio 2009. Le associazioni giovanili avevano avanzato molte riserve riguardo alcuni articoli del regolamento appena citato, e la neonata giunta Cattaneo si era dimostrata disponibile a un confronto con tutte le realtà pavesi, così da poter trovare un accordo sui passi più controversi. Nel verbale dell’ultimo incontro fra l’Assessore alle Politiche Giovanili, l’unità operativa Progetto Giovani e le diverse associazioni (UniOnPv, Aerel, Happening e Gippa), svoltosi il 16 novembre 2009, si può leggere come tutte le realtà giovanili “non condividano i presupposti stessi del regolamento, dal momento che non ritengono opportuno risolvere alcuni problemi cittadini, di cui è impossibile negarne l’esistenza, attraverso una politica meramente sanzionatoria”. Erano state proposte anche alcune linee guida e sottolineate alcune incongruenze.
Sono passati quasi due anni dall’approvazione del testo, e dopo alcuni mesi di confronto fra Comune e forze dell’ordine, l’Assessorato alle Politiche Giovanili è stato in grado di presentarci il nuovo regolamento, che verrà approvato entro breve. La notizia è che praticamente non cambia nulla, esclusa l’aggiunta di due articoli (contro la prostituzione sulla strada e il campeggio fuori dalle aree attrezzate) che servono a sostituire due ordinanze già in vigore, e alcuni piccoli aggiustamenti formali. Nemmeno i commi che erano stati espressamente segnalati come problematici nella riunione del novembre 2009 sono stati toccati. Esempio più eclatante è l’articolo 17, che vieta di “occupare spazi pubblici o a fruizione collettiva, nonché assumere qualsiasi comportamento che risulti contrario alla pubblica decenza e al decoro urbano, che rechi molestia alla cittadinanza e turbi il diritto alla quiete e alla sicurezza sociale”. Le osservazioni che erano state avanzate due anni fa riguardavano la spiccata vaghezza di questo comma. Tuttavia, invece di renderlo più chiaro, si è ritenuto più importante aggiungere due specificazioni che prima non erano presenti: “è vietato girare a torso e/o piedi nudi nelle aree e spazi pubblici”, mentre il topless, che prima era solamente “vietato”, ora è “comunque vietato nelle aree pubbliche compresi i parchi e aree verdi”.
Ai nostri occhi risulta confuso anche l’articolo 49: “sono vietati le grida, gli schiamazzi, i canti, specialmente se di persone riunite in gruppi o comitive, l’uso di apparecchi radio-stereo e simili ad alto volume nonché (questa specifica è nuova, ndr) l’impiego di strumenti musicali anche improvvisati”. Sembra più che evidente il riferimento a piazza Duomo e alle chitarre che durante l’estate ogni tanto compaiono in mano a qualche ragazzo, spesso Erasmus. Speriamo che qualcuno riferisca loro e a qualche inguaribile romantico amante delle serenate l’illegalità delle schitarrate notturne, poiché la multa per tale gesto varia da 100 a 500 euro. Così come devono stare attenti i guidatori inesperti perché, sempre l’articolo 49, vieta “ai conducenti di veicoli di provare sulle strade pubbliche il funzionamento dei motori, accelerando eccessivamente o spingendo in folle il motore stesso o provocare rombi, scoppi e rumori eccessivi ed inutili”.
Fra tante (davvero tante) altre norme inutili o impossibili da sanzionare (come il divieto di pattinare sulla neve – Art 65, comma B), alcune sono però più problematiche di altre. Due su tutte, la 15 e la 65 comma G.
L’articolo 15 vieta qualsiasi affissione al di fuori “dei luoghi a ciò destinati dall’Autorità Comunale”, cioè le bacheche. Il problema è che da anni a Pavia si lamenta la mancanza di spazi per pubblicizzare le attività delle associazioni, e lo stesso sindaco Cattaneo in piena campagna elettorale, intervistato da Inchiostro, aveva assicurato di avere a cuore il problema. Risultato: nessuno. Con tanto di divieto di affissione riconfermato.
L’articolo 65 comma G vieta invece di incatenare bici e ciclomotori alla segnaletica stradale, agli impianti di arredo urbano, insomma a qualsiasi cosa al di fuori delle rastrelliere per le biciclette. Come si può leggere nel verbale della riunione del 16 novembre 2009, già citato all’inizio di questo articolo, la necessità di aumentare le rastrelliere in città è un problema molto sentito da tutti gli universitari, e non solo. La conclusione però è sempre la stessa: nessun miglioramento in città e un regolamento che sanziona i trasgressori con multe che vanno dai 100 ai 500 euro.
In un Paese come il nostro che trasuda norme e divieti da ogni poro, che senso ha aggiungerne di nuove che spesso si rivelano inapplicabili? E soprattutto, che fine ha fatto il tavolo di discussione aperto con i giovani due anni fa per arrivare a delle decisioni condivise? Chi ha delle risposte batta un colpo (ma piano, perché altrimenti i vicini potrebbero lamentarsi).

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