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Decreto Scuola: annullato il “bonus maturità”

di Airina Paccalini

Il 9 settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto “L’istruzione riparte” che prevede, tra le altre novità, l’abolizione del “bonus maturità”. Di che cosa si tratta?
Il bonus maturità è un punteggio extra che va a incrementare i risultati dei test di ammissione per i corsi di laurea a numero chiuso, per tutti coloro che abbiano ottenuto alla maturità un voto uguale o superiore a 80/100. Era stato ideato nel 2007 dall’allora ministro Fioroni, ma l’introduzione è stata continuamente rimandata fino al 24 aprile scorso, con decreto ministeriale dell’ex ministro Profumo. Così nei test delle facoltà come Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Architettura e Professioni sanitarie un massimo di 90 punti sarebbe stato assegnato in base alle risposte date ai quesiti stessi, mentre un bonus da 4 a 10 punti sarebbe stato assegnato in base al risultato ottenuto alla maturità.

L’intenzione iniziale era quella di premiare gli studenti più meritevoli, ma nei fatti rischiava di non essere così. Infatti il bonus maturità è calcolato con un complesso sistema basato sui cosiddetti “percentili”, secondo il quale non viene preso in considerazione il voto in quanto tale, ma il voto pesato in base ai risultati dello stesso istituto nell’anno precedente, purché maggiore di 80/100. Così, per ottenere il massimo di 10 punti di bonus, uno studente deve ottenere almeno il voto superato dal 5% dei ragazzi della stessa scuola nell’anno precedente; per ottenerne 8 deve prendere più del voto superato dal 10%, e così via. Come si può notare, questo sistema è causa di ingiustizie: a parità di voto di maturità, uno studente ottiene un bonus più alto se si è diplomato in un istituto dove l’anno precedente i voti erano bassi. Il bonus maturità è stato dunque sempre contestato, dalla sua introduzione fino allo scorso 9 settembre, quando (con grande sollievo di molti) ne è stata annunciata l’abolizione: «Abbiamo ritenuto che quel bonus creasse delle disparità», ha dichiarato il presidente del Consiglio Enrico Letta. Alle sue parole seguono quelle del ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, la quale ha spiegato che «una commissione è attualmente al lavoro per definire proposte alternative per la valorizzazione del percorso scolastico».

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