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Dalle primarie di Cattaneo alle elezioni provinciali: gli scenari politici ed elettorali di Pavia

di Francesco Iacona

 

Recentemente abbiamo pubblicato un’intervista al Sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo, in cui si approfondivano le conoscenze riguardanti il movimento politico interno al partito del Popolo della Libertà di cui egli è il portabandiera, ovvero Formattiamo il Pdl. Nelle sue dichiarazioni Cattaneo auspicava un vento riformatore – o per meglio dire: formattatore – all’interno del suo partito, con l’obiettivo di rinvigorirlo dopo i vari scandali (ultimo su tutti quello della Regione Lazio che ha causato le dimissioni della Governatrice Renata Polverini). Strumento essenziale per cominciare questo processo politico, per il primo cittadino di Pavia, erano le primarie di partito, espressamente richieste dai formattatori.

Nei giorni successivi la situazione si è evoluta. Silvio Berlusconi ha deciso di “tornare” in campo (spaventato dalla condanna ricevuta dal tribunale di Milano) ma ha comunque annunciato e confermato le primarie del Pdl, che dovrebbero tenersi il 16 dicembre.

Noi, nell’intervista avevamo chiesto a Cattaneo se, qualora si fossero fatte le primarie, lui sarebbe stato uno dei candidati. Egli ci aveva fornito una risposta molto prudente, data la situazione che allora era ancora incerta: «Ovunque ci saranno delle primarie (per le elezioni politiche, regionali, ecc) l’area dei formattatori avrà un suo rappresentante. Io in questo momento sono il portabandiera di questa corrente di pensiero; però mi interessa solo una cosa: il gioco di squadra, io non vedo la corsa in solitario. In questo momento è come se fossi il capitano di una squadra, poi chi la butta in rete può essere qualcun altro».

Ma adesso è arrivato un altro colpo di scena che fuga ogni dubbio: Alessandro Cattaneo ha deciso di candidarsi alle primarie Pdl. Lo ha annunciato il primo novembre alla trasmissione di La7 Omnibus [per vedere la puntata cliccare qui] e tramite una lettera rivolta ai suoi sostenitori. A Omnibus il Sindaco, all’esplicita domanda del conduttore Andrea Pancani, ha risposto: «Abbiamo sempre chiesto a gran voce queste primarie e ora certo non ci manca il coraggio per compiere l’ultimo passo, quello di candidarci. Dopo tante riflessioni e tanti confronti con gli amici amministratori che mi hanno accompagnato fino a questo punto, ho deciso di fare questo passo in avanti e quindi cominceremo a raccogliere le firme. Probabilmente non sono la miglior persona per poter raccogliere le istanze di rinnovamento e di cambiamento, ma voglio provarci mettendomi in gioco in prima persona, mettendoci la faccia, finché non ci saranno altre voci che in maniera perentoria, definita e netta portino avanti questo disegno politico serio che ha avuto origine dai territori e che si pone come alternativa alla conservazione e al folclorismo».

Inoltre, riguardo ai suoi progetti, riguardanti l’intera area formattatrice, aggiunge: «Noi abbiamo l’ambizione di costruire una nuova area di Centro-destra. Infatti, credo che ci siano molti segmenti del nostro elettorato che sono disillusi, lontani e disaffezionati e bisogna dare loro una risposta; io aspiro a cercare di riavvicinare loro ma anche coloro che sono vicini culturalmente all’area di Centro-destra. In questo senso, io faccio spesso riferimento all’ambizione di creare una sorta di sezione staccata del Partito Popolare Europeo; questa per me è la direzione verso cui andare».

In ultimo, viene affrontata la questione delle regole di queste elezioni primarie: «È importantissimo che ci siano delle regole serie. Un obiettivo importante da conseguire è quello di avere una larga partecipazione, motivando il nostro elettorato a esserci per venire a votare e a indicare il loro candidato. In questo senso – anche perché i tempi da qui al 16 dicembre sono ristretti – dovremmo facilitare il lavoro di raccolta delle firme sul territorio nazionale, le quali devono essere almeno 10.000 per ciascun candidato. Io sono un forte sostenitore dei mezzi informatici e non credo che il taroccamento via Web sia maggiore di quello che avviene con le firme cartacee, tanto che ne abbiamo viste di tutti i colori in questi anni. Poi un altro tema è quello del pubblico a cui rivolgerci: naturalmente qualunque cittadino deve avere la possibilità di votare alle nostre primarie e non soltanto i tesserati. Io vedo molto bene come strumento di votazione i gazebo, che diano la possibilità di votare anche a chi non è residente in un certo territorio, come ad esempio gli studenti fuori sede».

 

Stando così le cose (gli altri candidati del Pdl, fin’ora sono: Angelino Alfano, Giancarlo Galan, Daniela Santanchè e Alessandra Mussolini) Alessandro Cattaneo in caso di vittoria delle primarie sarebbe costretto a dimettersi da Sindaco della città di Pavia per affrontare la campagna elettorale in vista delle elezioni politiche. Ci sarebbero così delle elezioni anticipate – presumibilmente in primavera – per eleggere il nuovo sindaco (mentre la scadenza naturale dell’attuale amministrazione sarebbe nel 2014).

In questo caso, gli abitanti di Pavia sarebbero chiamati alle urne, solo nel corso del 2013, per ben tre (o addirittura quattro) volte. Infatti, tra gennaio e aprile del prossimo anno (le date sono ancora da decidere), dovranno votare sia per le elezioni politiche che per quelle regionali. Inoltre, nel novembre 2013 toccherà rinnovare il consiglio provinciale, ma questa dovrebbe essere una votazione “di secondo livello” che non dovrebbe spettare ai cittadini.

Andiamo con ordine. Secondo quanto deciso dal Governo in tema di accorpamento e rinnovamento delle amministrazioni locali (vedi: Legge 22 dicembre 2011, n. 214, Art. 23), dal primo gennaio 2013 l’attuale giunta provinciale (come tutte le altre d’Italia, eccetto quelle delle grandi città che si trasformeranno in aree metropolitane) verrà sciolta e traghettata dal Presidente di Provincia uscente Daniele Bosone sino alle elezioni. Questo per consentire l’attuazione delle nuove norme riguardanti anche le province che non verranno accorpate, le quali saranno molto più snelle e composte da non più di 10 consiglieri. Infatti, nel comma 16 della suddetta legge, è scritto: “Il Consiglio provinciale è composto da non più di dieci componenti eletti dagli organi elettivi dei Comuni ricadenti nel territorio della Provincia. Le modalità di elezione sono stabilite con legge dello Stato entro il 31 dicembre 2012”.

Bisogna quindi capire cosa si intende effettivamente per organi elettivi dei Comuni. Secondo un articolo pubblicato dal Sole 24 Ore lo scorso 25 febbraio, infatti, saranno i sindaci e consiglieri comunali dei comuni facenti parte della provincia a eleggere i membri dei futuri consigli provinciali.

Se le cose saranno effettivamente così, quindi non saranno i cittadini ad andare alle urne. Ma nel suddetto comma è scritto che: “Le modalità di elezione sono stabilite con legge dello Stato entro il 31 dicembre 2012”. Perciò, vediamo se entro la fine dell’anno ci sarà un maggior chiarimento a riguardo da parte del Governo.

 

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