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Dal telegiornale alle fake news

Il 10 settembre 1952 la Rai manda in onda il primo telegiornale italiano della storia: la nostra televisione è ancora in fase di sperimentazione – l’avvio delle trasmissioni risale infatti solo al 3 gennaio 1954 –, ma può già contare sul programma per eccellenza del genere dell’informazione. Per comprendere l’importanza del telegiornale dobbiamo considerare il contesto in cui nasce e si sviluppa la televisione italiana, tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta. La televisione in Italia nasce come servizio pubblico: lo Stato garantisce ai cittadini la qualità dei programmi televisivi, tramite il pagamento di un canone. La paleotelevisione è uno strumento didattico con un ruolo culturale per il Paese. La televisione diventa così strumento di costruzione e rafforzamento dell’identità nazionale: la nazione, da nord a sud, diventa oggetto e soggetto del proprio sguardo. Vengono quindi a diminuire le differenze sociali e culturali tra gli italiani, perché la televisione, che si fa, letteralmente, spazio in tutte le case, è un mezzo di modernizzazione e promozione della nuova realtà del dopoguerra. Tuttavia la programmazione televisiva è discreta: pochi canali e pochi programmi che vanno in onda solo in alcuni orari, in base al palinsesto; un abisso sembra separare la programmazione discreta dal nostro odierno flusso di trasmissioni. I programmi di questi primi anni appartengono soprattutto al genere dell’informazione: è volontà dello Stato informare e educare i cittadini.

A ciò il telegiornale deve la sua importanza e la sua precoce comparsa sugli schermi televisivi, in un momento in cui la rete non copriva ancora tutta la Penisola. Il telegiornale del 1952 andava in onda tre volte alla settimana, solo nel 1954 diventerà quotidiano. Tra i primi annunciatori del TG ricordiamo Riccardo Paladini, già protagonista del cinegiornale La settimana Incom, scelto per il suo volto noto, la sua presenza rassicurante e il suo italiano perfetto: il pubblico fa affidamento sulla figura dello speaker, che annuncia le notizie con rigore e distanza emotiva.

Il telegiornale, nella paleotelevisione, deve riportare la realtà agli spettatori, senza connotazione ideologica o emotiva, pur mantenendo il suo ruolo istituzionale. Le notizie seguono un ordine ben preciso: si parte con la politica estera, per poi passare a quella interna, alla cronaca nazionale e infine agli aggiornamenti sportivi, soprattutto sulla Nazionale di calcio, che vanno a rafforzare l’identità italiana. La televisione, a differenza del cinema, può restituire in modo istantaneo la realtà, seppur sempre mediata; perciò l’obiettivo del servizio pubblico, erogato dallo Stato, è quello di garantire, tramite la figura dello speaker e poi del conduttore, autorevolezza, neutralità e distanza nell’annunciare le notizie. Ancora oggi il telegiornale, trasmesso in prime time (ossia in prima serata), mantiene la sua importanza e il suo ruolo di regolatore del flusso televisivo; tuttavia è venuta meno la volontà di imparzialità e distacco: soprattutto i TG delle emittenti private tendono a ricercare il contatto diretto e familiare con il proprio pubblico, con il fine di intrattenere più che di informare. Oggi la televisione smette di mediare la realtà e la medializza, creando un nuovo genere: l’infotainment, in cui informazione e intrattenimento vengono ibridati per creare un prodotto attraente per il pubblico. Un esempio di questo fenomeno è la diretta del bombardamento su Baghdad, che diede inizio alla Guerra del Golfo nel 1990: i lanci delle bombe hanno inizio alle due di notte, ora locale che corrisponde all’ora del TG della sera negli USA. Attualmente le notizie, seguendo la logica di mercato, sono considerate al pari di una merce; vengono così spettacolarizzate e offerte al pubblico in modo dichiaratamente non neutrale: l’obiettivo è il guadagno e quindi il consenso del pubblico. Consideriamo anche una nuova grande fonte di notizie: il web. Oggigiorno le notizie vengono trasmesse in tempo reale dalla rete. Fenomeno sempre più frequente è il news making, secondo cui i media stabiliscono i criteri di notiziabilità di un evento per capire cosa può interessare al pubblico e cosa, quindi, trasmettere. Spesso poi i telegiornali riprendono le notizie sul web e le riadattano al format televisivo. Da qui ha origine anche l’attuale fenomeno delle fake news, le notizie false spacciate per vere, che diventano pericolosamente virali, diffondendosi rapidamente. Il modo di trasmettere le notizie è protagonista di un’evoluzione sempre più rapida, basti pensare ai cambiamenti avvenuti rispetto anche solo a cinquant’anni fa. Oggi è sempre più nostro dovere riflettere per analizzare il più possibile in modo critico le notizie che leggiamo sul web o che sentiamo al telegiornale: dobbiamo diventare consapevoli delle dinamiche insite in questa giungla di notizie.

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