Dai narcos alla Santa Muerte
In Messico da diverso tempo si è affermato il culto della Santa Muerte. La Santa Muerte rappresenta l’immagine scarnificata di una donna, avvolta in un mantello, in una mano una falce e nell’altra il globo, porta la giustizia nel mondo.
Narcotrafficanti, rapitori, detenuti, tossicodipendenti, gay e prostitute, sono loro, soprattutto i poveri o chi vive ai margini della società, che invocano la protezione della Santa Muerte. Temendola e vedendo il suo spettro ogni giorno, preferiscono farsela amica con quello che possono: qualche moneta, frutta, tequila, marijuana o sigarette e in cambio chiedono favori.
La Santa, non solo protegge dalla morte e cura i malati, ma assicura anche prosperità e intercede perfino per amore, assumendo il ruolo di Doctora de Amor.
La santa della morte, secondo alcuni, rappresenterebbe la controparte della Vergine di Guadalupe, appartenente alla religione cattolica, ma, a differenza di quest’ultima, non discriminerebbe chi ha problemi con la legge.
Le origini possono essere ricondotte alle due divinità azteche, una maschile e l’altra femminile, che presidiavano l’ingresso del Mictlán, l’Aldilà. La venerazione di queste divinità delle tenebre si sarebbe preservata durante e dopo la Conquista, fino a riemergere di recente nelle forme attuali e incentrarsi su un’unica figura. Il culto della santa è tornato in auge negli ultimi anni; sono i cartelli della droga che sembrano averla eletta ad angelo custode.
È la Signora di Tepito, il barrìo (quartiere) e il mercato nero a cielo aperto più famoso dell’America Latina, in cui è possibile trovare merce contraffatta, armi, droga, abiti, cibo. Un piccolo mondo in cui si condensa la criminalità e l’emarginazione, in cui l’unica salvezza è possibile ritrovarla in quella Santa. Fino a pochi anni fa, e ancora oggi nella stampa occidentale, quella strana forma di religione era considerata come una specie di superstizione coltivata da narcotrafficanti, carcerati e prostitute, e collegata ad attività criminali (inclusi “sacrifici umani”). In realtà è diffuso anche tra politici, commercianti, poliziotti, artisti. Il movimento religioso è in rapida ascesa; è arrivato in Argentina, in tutto il Centro America, negli Stati Uniti e persino in Giappone, Spagna, Danimarca e in Italia.
Si tratta di un culto non riconosciuto dalla Chiesa, che anzi lo osteggia, venerato quindi clandestinamente tra altari, circa 1500, sparsi nelle case private o per le strade, cappelle, luoghi in cui è possibile rivolgere le preghiere alla Santa lontano da occhi indiscreti. La Chiesa condanna il movimento che il Cardinal Gianfranco Ravasi ha definito “antireligione” blasfema. Vari i casi di preti chiamati a fare esorcismi nel nord del Messico. In parallelo con i militari messicani contro i cartelli della droga, la Chiesa conduce una guerra spirituale contro questo culto per contribuire a ridurre la violenza legata alla droga in Messico.
Il culto della Faquita è particolarmente diffuso tra i narcos, la ritengono un’outsider che li protegge, garantisce sostegno e li tiene al riparo dalla polizia. Nella serie Breaking Bad una scena raffigura narcotrafficanti che strisciano verso una statua della Santa Muerte, pregando per l’assistenza nella loro attività. Molti narcotrafficanti si tatuano sul corpo l’immagine della Santa Muerte, diventato un segno distintivo dell’appartenenza alla cultura dei narcos. La presenza di una sua statua in qualche angolo della casa basterebbe a proteggere l’appartamento da eventuali controlli della polizia, così come è abitudine per molti criminali finiti in galera portare con sé sempre un’immagine o una raffigurazione in miniatura della Santa a cui possono rivolgersi e chiedere aiuto per evadere o ottenere sconti di pena.
Il numero di fedeli è di circa 10 milioni e il suo successo risponde a una nuova “domanda” spirituale tra i giovani e gli strati underground della società, simbolo di emarginazione e di bisogno, che la Chiesa non riesce a raggiungere. In Messico – diviso tra ultra ricchi e ultra poveri, bianchi e indigeni – il carattere egualitario della morte rappresenta una grande leva per le masse.
Tra i cartelli affissi su case e negozi di Tepito diffusa è la frase:
«Oggi sei tra le braccia della vita, domani sarai nelle mie. Vivi la tua vita, ti aspetto. Saluti, La Morte».