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Da Pavia fino alla Sapienza.. cronaca di una manifestazione

corteo pavia a roma

di Marta Mangiarotti

30.000 dice la questura? No, eravamo molti molti di più. Oltre 150.000 in mobilitazione nella capitale, a sfilare contro la legge 133 e il decreto Gelmini.

Persino il clima sorrideva alla folla disomogenea, colorata e davvero molto unita.

Da tutta Italia per un solo obiettivo, l’autoriforma del sistema universitario: una autoriforma che tenga conto dei veri bisogni degli studenti, dei ricercatori e dei dottorandi, per una Università in cui il diritto allo studio sia preservato. Durante questo weekend è prevista a Roma una assemblea e workshop a riguardo, a cui sarà presente una delegazione di studenti pavesi.

Gli studenti di Pavia al grido di “Da Pavia fino alla Sapienza ora e sempre Resistenza!” hanno partecipato (in coda, peccato) al corteo che si è snodato dall’Università La Sapienza fino a Piazza Navona. È mancato un vero momento finale di piazza in quanto si è arrivati a scaglioni.

La lunga camminata tra cori e striscioni ha ritrovato l’entusiasmo pavese e lo ha catapultato nell’energia di tutti gli studenti, i ricercatori, i dottorandi, i cittadini preoccupati per il loro paese.

E così “l’onda cresce” davvero.

Durante la manifestazione si sono alternati momenti di informazione, di confronto tra le varie città (presenti tra le altre Bologna, Pisa, Torino, Genova, Napoli) e atti dimostrativi di grande impatto: una grande e ripetuta ola a simboleggiare l’inondazione, su tutti.

E alla signora incontrata in metropolitana che racconta di come sia giusto punire i nulla facenti, rispondiamo che è proprio quello per cui combattiamo: un sistema che non preveda baronati, che si basi su una didattica eccellente e che sia accessibile per tutti coloro i quali vogliano intraprendere il percorso universitario.

Deprime toccare con mano quanto l’opinione pubblica veda erroneamente queste richieste e le senta come illegittime.

Studenti e ricercatori additati come “drogati che non hanno voglia di fare nulla”, impegnati in una lotta dai più considerata, nel migliore dei casi, inutile.

La soluzione è nel continuare ad informare, informare, informare.

Restando uniti, come a Roma, lavorando sodo come sappiamo fare per tenerci stretto il diritto a studiare in un ambiente sano e dove il sapere sia libero.

3 pensieri riguardo “Da Pavia fino alla Sapienza.. cronaca di una manifestazione

  • AlbertoS

    Che bello il blog sempre cosi` aggiornato!!!

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  • Marco

    Informare, informare, informare non è, purtroppo, la soluzione. Anzitutto perché non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Chi considera studenti e ricercatori dei fancazzisti ha già deciso, e non ci sarà argomento che lo smuoverà dalla sua granitica certezza. Inoltre informare… dove? Sui mezzi di comunicazione di massa, i soli in grado di incidere sull’opinione pubblica? Beh, quelli sono in mano al Potere, perciò possiamo anche scordarceli. Informare su “Inchiostro”? E chi lo legge “Inchiostro”? Quei fancazzisti degli studenti e dei ricercatori, appunto. Che però, proprio perché sono le vittime, non hanno bisogno di essere informati.
    M.

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  • Marta

    si, hai perfettamente ragione.
    e personalmente cerco di spendermi nei più svariati modi, proprio perchè trovo che non basti assolutamente cercare di aprire gli occhi a chi non vuole vedere.
    ma a questo non rinuncio comunque, perchè ci sono quelli che semplicemente non sanno perchè aspettano che le cose scendano dal cielo. ci sono tanti che basano le loro convinzioni sull’idea condivisa dai più, e basterebbe loro uno spunto nuovo.. non arriveremo a incidere sull’opinione pubblica, ma magari su quella vecchietta, sul quel signore, su quel ragazzo…
    ci sono tantissimi nostri colleghi che non ne sanno niente. o se ne fregano. sono da coinvolgere, invece.
    è chiaro che il loro impegno nel movimento potrà anche essere nullo, ma l’onda si dilaga così.
    e allora non rinuncio a informare, a cercare di dare strumenti diversi da quelli che servono al “Potere”, anche su un giornale come “Inchiostro”.
    ti dirò che personalmente non rinuncio a informare neppure quando sento fratelli e sorelle di amici ancora al liceo, o colleghi al lavoro che non hanno avuto tempo di informarsi a fondo, anche se posso risultare quando meno pallosa coi miei comizi.
    informare è un mezzo da non sottovalutare.
    anche se non può essere la soluzione effettiva.

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