Cultura

“Così in terra, come in cielo”

di Dimitra Giannoulidis

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La sera del 18 novembre accorrono in molti al Loft10 di Pavia per fare “QUATTRO CHIACCHIERE CON…” don Andrea Gallo . Le due sale messe a disposizione dal locale sono gremite di gente, si respira eccitazione e curiosità nei minuti che precedono l’arrivo del prete genovese, ormai a tutti noto come un sacerdote decisamente sopra le righe, anche grazie al suo intervento alla trasmissione “Vieni via con me”, andata in onda proprio il lunedì precedente, e seguita da molti di noi con partecipazione .
L’attesa è rotta dall’ arrivo di don Gallo, accompagnato da don Franco Tassone (parroco di S. Mauro) che lo presenta, e subito colpisce il fare non cerimonioso, i modi semplici e non studiati di un uomo che vive e opera tra la gente comune; lui stesso dichiara: “la mia Università è la strada. È da questa che ho tratto i maggiori insegnamenti” .

Nel presentare il suo nuovo libro “Così in terra, come in cielo” (dopo “Angelicamente anarchico” uscito nel 2005), ripercorre gli avvenimenti salienti della sua vita, rimarcando la sua posizione nettamente schierata dalla parte dei poveri, degli ultimi, di coloro che vivono ai margini della società, considerati da un certo perbenismo borghese (che colpisce, a suo dire, anche le schiere dei cosiddetti “credenti”), come “uomini di seconda categoria”, in quanto appartenenti a una classe sociale che non è quella che produce e che consuma, e pertanto non è la classe su cui investire.
Quest’uomo invece, di origini popolari, formatosi presso l’Istituto nautico genovese, ex partigiano, e fervente sostenitore dell’uguaglianza per tutti, investe proprio su di loro, i poveri, scommette sui “fratelli” della Comunità di S. Benedetto al Porto, da lui stesso fondata nel 1975: barboni, tossici, prostitute, ragazzi con problemi psichici, riconosciuti prima di tutto come persone, come figli di Dio. Racconta le storie di questi uomini incontrati lungo il cammino, dando loro un nome e un volto, e le condisce con aneddoti divertenti che spezzano la commozione producendo sonore risate!

Lottando ogni giorno contro il pregiudizio che divide e ci rende nemici, si fa promotore del vero messaggio cristiano, quello insegnato agli uomini da Gesù, che si schierava dalla parte dei reietti della società sedendo alla tavola dei peccatori; alle accuse dei farisei Gesù rispondeva: “del dottore hanno bisogno i malati e non i sani”, e così risponde Don Gallo a chi lo accusa di essere un dissacratore dei valori della “Santa Chiesa”, un eretico da scomunicare .
È temuto perché denuncia i limiti di un’istituzione di cui egli stesso è parte: la gerarchizzazione e il potere ostentato, l’ esclusione delle donne, il suo essere retrograda rispetto a una società che ha nuove esigenze cui la Chiesa non sa più dare risposta.
Con entusiasmo muove una battaglia contro il proibizionismo conservatore e si dichiara a favore dei PACS, della liberalizzazione delle droghe leggere, della legge sull’aborto, della regolamentazione della prostituzione: “sono gli unici mezzi che abbiamo” dice, “per tutelare i più deboli”. Applausi fragorosi in sala.
Siamo di fronte ad un progressista a tutti gli effetti insomma, non a caso il suo “quinto” Vangelo, lo dice apertamente, è quello di De Andrè!
Tutti usciamo dal locale con un desiderio nel cuore: che di altri uomini della stessa tempra ci faccia dono il mondo .

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