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Cos’è una webserie? Intervista all’esperta italiana

Negli ultimi anni sempre di più si sente parlare di serie web, o più comunemente, webserie; nell’era dello streaming e della fruizione online, sempre più persone, i giovani in primis, si sono appassionati a questo tipo di trasmissione di contenuti che, anche se si potrebbe assimilare per tipologia alle classiche fiction gettando il concetto in un calderone, possiede proprie caratteristiche e peculiarità. Soprattutto con l’avvento di Netflix, il concetto di webserie trova sempre più necessità di essere ben compreso per evitare di incappare in pregiudizi o definizioni superficiali e affrettate, ma poco precise. Tanti sono i focolai di dibattito aperti in merito al tema, soprattutto perché è molto difficile giudicare cosa sia webserie e cosa no. Netflix è uno dei casi più eclatanti di controversie in questo senso. A parlarci dell’argomento una persona che, avendo scritto una tesi di laurea sul tema e avendolo studiato a lungo, ne sa qualcosa. Chiara Bressa, laureata CIM all’Università di Pavia, è diventata grazie al suo lavoro sulle webserie, uno dei maggiori esperti italiani sul tema, sul quale ha scritto anche un libro e fondato il blog, World Wide Webserie. Ecco cosa c’è da sapere delle serie web per evitare figure barbine quando vi capiterà di parlarne con gli amici e guardare in compagnia la nuova serie di successo su Netflix.

 

Cos’è una web serie?

È da considerarsi webserie una fiction web-nativa, veicolata esclusivamente via Internet, serializzata in “webisodi” solitamente di breve durata (sebbene la questione della durata sia oggetto di dibattito e Netflix è la prova definitiva che un contenuto audiovisivo possa essere fruito online, con qualsiasi dispositivo, anche se supera la durata dei 5 minuti) racchiusi sotto un unico titolo e accomunati da una narrazione orizzontale che racconta le vicende di personaggi fissi. La webserie, per natura, rimedia i linguaggi televisivi e cinematografici, riproponendoli online sia in maniera “tradizionale”, sia in maniera “web”, sfruttando gli elementi della transmedialità, dell’engagement, del “beyond the storytelling”. Purtroppo oggi si ha sempre più la tendenza a definire “webserie” qualsiasi cosa a puntate venga diffusa online.

La differenza tra serie tv e serie web?

What a tricky question! Insieme a Cos’è una webserie e Qual è la prima webserie”, credo che questo sia uno dei quesiti attorno al quale si dibatte di più. Un occhio poco attento direbbe che la differenza sta nel mezzo: le prime sono trasmesse in Tv e le seconde su Web, ma è sempre una visione molto limitata del complesso. Le differenze sono molteplici, così come altrettanto molteplici sono le similitudini. Nella mia tesi le avevo definite “sorelle con madri diverse”, le prime figlie del mezzo televisivo e le seconde figlie della Rete. E il Web è il medium dei media, è il mezzo che ha rimediato tutti i mezzi antecedenti a lui, ereditandone stili, linguaggi e contenuti, ma mettendoci del proprio, diciamo. Così è stato anche per le webserie: somigliano molto alle serie tv e molte webserie potrebbero essere tranquillamente trasmesse solo in televisione per quanto adatte per tempistiche e al linguaggio televisivo. Ma, la maggior parte, sperimenta, innova e propone contenuti “difficili da digerire” dal palinsesto TV.

Il Web dà infatti la possibilità di creare contenuti transmediali, come per esempio The Lizzie Bennet Diaries, dove i personaggi era come se fossero reali; avevano i loro profili social e la storia proseguiva anche lì, in ciascun profilo, andando oltre gli episodi su YouTube e oltre il diario della protagonista, pubblicato anche come libro su Amazon. Altro esempio sono le webserie di Riccardo Milanesi (la cui “L’Altra”, risalente al 2011, è stata la prima webserie su Facebook), con cui ricerca un’interazione estrema con gli spettatori. Con il web e quindi nelle webserie si hanno svariate possibilità di narrazione transmediale; alla narrazione vengono date più porte d’accesso, permettendo di vivere una differente esperienza a seconda dell’ingresso che si imbocca. È qualcosa che mi ha sempre affascinato e che trovo quasi “magico”.

Lo spirito di “anarchia”, di sperimentazione e di innovazione che permea il webseriale, spesso “cozza” con la televisione e, quando una webserie “raggiunge l’obiettivo” (cioè molte webserie mirano ad uscire dal web in qualche modo, magari ottenendo spazio in Tv) e viene acquistata per essere trasmessa in televisione, può accadere che venga snaturata e riadattata ai canoni del palinsesto. Non è sempre così, eh, ma è accaduto molte volte. Così come si sono verificati casi di censura già online (da parte di YouTube, Facebook ecc) di webserie ritenute troppo violente, cruente (l’ultimo caso è quello di The sad story of a happy clown), mettendo quindi in dubbio la libertà creativa della Rete.

Per concludere: differenze tra serie tv e webserie ce ne sono, così come ci sono similitudini, ma con la continua convergenza dei linguaggi e delle tecnologie (si veda Netflix), le differenze si assottiglieranno e forse il termine webserie morirà, portandoci a parlare di digital series (in Francia le chiamano così da anni), per distinguerle da quelle che continueranno ad essere esclusiva del palinsesto tradizionale. Chissà…

Di certo su World Wide Webserie vi racconteremo come si evolveranno le cose.

 

Esistono festival, come quelli del cinema, dedicati alle serie web?

Sono nati negli ultimi anni molti “webfest” come ad esempio in Italia ci sono il Roma Web fest, il Rome web Awards e il Sicily Web Fest. Una cosa molto interessante è che, festival dedicati all’audiovisivo tradizionale, al cinema come il Cortinametraggio (storica manifestazione dedicata al cortometraggio), o il Taormina Film Fest, festival cinematografico internazionale, che nel 2016 ha visto la sua 62° edizione, hanno negli anni dedicato una sezione alle webserie. Questo è sintomo di sempre maggior attenzione a questo linguaggio audiovisivo. All’estero ci sono un’infinità di webfest; dagli States al Sud America, passando per l’Europa, arrivando in Corea e Australia. Il più vecchio è il Los Angeles Web Series Festival (LAWEBFEST) fondato nel 2009.

Le webserie secondo te più belle e che consiglieresti a uno studente?

E’ una domanda difficilissima e a cui evito sempre di rispondere. Però, visto che stiamo parlando a degli studenti, ce n’è una adattissima a voi: “Esami”. È di circa 3 anni fa ed è una sketch comedy in cui il protagonista raccontava la vita dell’universitario durante le varie sessioni d’esame. Era ed è tutt’ora molto divertente (ed Edoardo Ferrario, che l’ha scritta e interpretata era ed è bravissimo), soprattutto se si ha ben presente la vita dell’universitario italiano.

Claudia Agrestino

Sono iscritta a Studi dell'Africa e dell'Asia all'Università di Pavia. Amo viaggiare e scrivere di Africa, Medioriente, musica. Il mio mantra: "Dove finiscono le storie che nessuno racconta?"

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