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CONTEntezza JUVE e AMAURezza MILAN

di Simone Lo Giudice

Trenturno giornate dopo c’è il contro-sorpasso. Il Milan scarta il suo Uovo di Pasqua nel primo pomeriggio di sabato: dentro ci trova il sorriso beffardo di Amauri e la resurrezione di tutta la Fiorentina. La Juve si presenta affamata a Palermo e con Bonucci e Quagliarella si regala una bella scorpacciata di dolcezza. C’è un Campionato che risorge all’improvviso, alla faccia di chi credeva che fosse già morto in croce. Questa Pasqua ha un doppio sapore: CONTEntezza JUVE e AMAURezza MILAN.

Nella settimana dannata, Allegri si ritrova triste e con lui tutto il mondo Milan. Tutto è cominciato col pareggio di Catania (e la Juve che batteva 3-0 il Napoli), è proseguito con l’eliminazione in Champions a Barcellona ed è finito con vittoria della Fiorentina a San Siro (e la Juve che superava 2-0 il Palermo). Sette giorni che rovesciano le ambizioni rossonere e lasciano perplessità. Perchè il Milan ha perso la partita numero 5 in stagione (quando mancano ancora sette giornate), mentre lo scorso anno ne perse solo 4 in tutto il Campionato. La doppia-sfida col Barca in Champions è stata gestita col piglio di chi vuole uscirne sconfitto a testa alta, sapendo comunque di uscirne. E’ un Milan che non si sente Milan, che fa appello alla bega arbitrale di turno (sebbene la stessa cosa sia stata fatta spesso anche a Torino) per insabbiare qualche verità scomoda. In queste due stagioni Allegri ha inventato poco e su Ibra ha puntato molto. Quando lo svedese si spegne, il Milan resta al buio. Per non parlare di un caso PATOlogico come quello del Papero, flagellato da una serie infinita di infortuni e una quotazione di mercato in caduta libera. E’ un momento di difficoltà importante per chi era partito a inizio stagioni con un carico di ambizioni italiane ed europee.

La Juve torna in testa ringraziando soprattutto sè stessa, ma anche il sicario Amauri. Il Cristo rifugiato a Firenze assesta il colpo del ko al Milan, risorgendo con una giornata di anticipo. Allusioni religiose a parte, Conte può dormire sonni tranquilli. La sua squadra è in pieno decollo fisico e soprattutto emotivo. Giocare dopo il Milan può essere stato un bene, ma a Palermo avrebbe vinto comunque. Il risultato non è mai stato messo in discussione. E adesso la Juve si gode il suo meritato +1, anche se in realtà vale come un +2 (perchè in arrivo a parimerito lo Scudetto finirebbe a Torino per la regola degli scontri diretti). Adesso Conte dovrà essere bravo a gestire la volata finale. Intanto il sorpasso è servito.

Sabato importante in chiave terzo posto anche. Con la Lazio che assesta un colpo durissimo al Napoli (2 sconfitte nelle ultime 2 partite) e l’Udinese che torna a vincere. Mazzarri dispone delle rosa migliore fra le tre, però guida una squadra un po’ esaurita. La Champions ha portato via troppe energie e adesso si fa dura. Se il Napoli mancasse l’Europa che conta forse potrebbe perdere anche i suoi gioielli (Lavezzi e Cavani su tutti). Ma al momento la concorrenza pare troppo agguerrita per avere la meglio sulle rivali. In un Campionato dal basso livello qualititativo sta avendo la meglio la Lazio, squadra cinica e sparagnina per eccellenza. In questa ennesima volata Reja-Guidolin stavolta potrebbe avere la meglio il biancoceleste, perchè c’è anche l’epilogo della scorsa stagione (con l’Udinese che si piazzò quarta al fotofinish) a spingere la Lazio nell’Europa dei Grandi.

 

Partite ricche di goal quelle di Roma e Inter. La squadra di Luis Enrique vola sulle montagne russe: una domenica su e una domenica giù, alla ricerca dell’equilibrio che non c’è. Difesa giallorossa che sprofonda a Lecce (4-2), come aveva già fatto a Bergamo (4-1 con l’Atalanta). Per la serie: il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Tutto questo mentre la Strama Inter raccoglie un pareggino a Cagliari e il secondo risultato utile consecutivo. In ogni caso Roma e Inter sembrano di un gradino nettamente inferiore rispetto a Lazio-Udinese-Napoli. Dunque i piazzamenti europei potrebbero restare così come sono fino a maggio, con Enrique e Stramaccioni fuori da tutto.

 

Nella domenica che ribadisce le retrocessioni di Cesena e Novara (sebbene manchi ancora l’aritmetica), c’è un Lecce che risorge e spera. Rischiano molto Parma e Genoa, con i Liguri all’ennesimo cambio in panchina (Malesani è subentrato nuovamente, stavolta al posto del silurato Marino). Una metà di Genova è già retrocessa l’anno scorso (in quel caso toccò alla Sampdoria), una metà che difficilmente la prossima stagione ritornerà nella massima serie. Anche per questo il Genoa se la giocherà fino in fondo comunque. Magari approfittando della piccola pausa pasquale, dopo la quale è sempre più facile risorgere.

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