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Consigli per gli acquisti – Consuntivo + Commiato

La Serie A è terminata e questo, facendo rapidi calcoli mnemonici, sarà neanche il decimo post della rubrica in 38 giornate. Perché accidenti si prende la briga di scrivere, vi starete chiedendo voi avventori di questo sito. Beh spero che questo post esaurisca le motivazioni per cui la boutique è rimasta in naftalina per tutto questo tempo, pur avendo la Serie A regalato grandi emozioni che non ha senso indugiare oltre per raccontare.
Benvenuti dunque al gran ballo di fine anno.

IN VETRINA

I posti d’onore della vetrina non possono che appartenere a Javier Zanetti e Antonio Di Natale, giocatori eccezionali che salutano questo sport in un’accezione che, ormai, resiste solo per pochi eletti fedelissimi che, potenzialmente, rispondono ai nomi di Messi, Iniesta, Xavi, Marchisio. Quello di oggi è un calcio molto diverso, la qual cosa non lo rende automaticamente peggiore. Certo lo rende dannatamente meno fiabesco, dunque, come disse John Dorian, «Lasciatemi provare quello che provo» per la dipartita agonistica di due grandi uomini di calcio.

Le squadre che assurgono alla vetrina dell’anno sono senza dubbio Juventus, Roma, Parma e Torino.

La Juventus, bella come il lato b di Sasha Grey e profanata un infinitesimo dello stesso, ha inanellato una stagione da tramandare ai posteri con un punteggio davvero non migliorabile, una semifinale europea e tante scoperte quali Llorente e Pogba. Teniamocela stretta insieme alla Roma, che ha provato a calarsi nei panni della chiesa e a collocarsi al centro del villaggio. Dicono che Duomo e Municipio siano collocati al centro per certificare il potere di Dio e quello dell’uomo sul luogo in cui si abita: la chiesa, per dirla con le parole di Rudì (con l’accento sulla I), rimane la Juventus, ma accidenti la Roma è un Municipio di quelli che bisogna pagare per visitare, tanto si è rivelata una bella realtà.

Sappiamo chi non far tirare dal dischetto in Brasile

Chi vi scrive, nella lotta per l’Europa, tifava spudoratamente Torino. La squadra granata è una vera regina del dramma: ogni elemento della sua storia è intriso di palpitazioni e sfaccettature agrodolci.

La notizia dell’anno è che la coppia d’attacco granata finisce per direttissima in Brasile tra caldo, tranvioni e jet lag a rappresentare i gloriosi colori della casata dei Savoia. Nella vetrina vi proponiamo dunque Ciro Immobile e Alessio Cerci, senza tralasciare gli ottimi Mirante, Paletta e Parolo.

Menzione d’onore per il Sassuolo, cui nessuno avrebbe dato due lire nell’agosto scorso.

OCCASIONI

Le milanesi hanno affrontato un’annata così così, di transizione, di sviluppo. E, proprio come i ragazzini nell’età dello sviluppo, erano bruttarelle per via dell’acne e tese perché vedevano le altre figone fare show in alta classifica mentre loro si barcamenavano col cuore e dopo una corsetta ingurgitavano tre chili di gelato. Si riscatteranno, ve le offriamo in occasione ma sappiate che il loro valore tornerà altissimo e la Madunina potrà sorridere di nuovo. Lo dicono anche i Blue: «Sorriderai, e ti rivedo come sei».

Tra le occasioni annoveriamo anche la Lazio, ma questa non diventerà bella come le milanesi. Uomo avvisato.

IN REGALO

E finalmente, è arrivato il momento di togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

Lo slogan della Serie A recita che il calcio è di chi lo ama: sono palle, e mi viene il prurito alle mani a sentire con quanta tranquillità le contano.
Il calcio è delle televisioni, e tutto sommato va anche bene così perché l’alternativa sarebbe non averlo, però porca zozza. I turni spalmati su quattro giorni a orari improponibili non ci piacciono. Non siamo inglesi, non ci frega nulla del loro modello, e qualcuno tra cui il sottoscritto proverebbe un godimento perverso ai limiti del sessuale se li buttassimo fuori dal mondiale.
Io faccio l’abbonamento per andare a vedere la mia squadra il sabato e la domenica, quando non lavoro, e se becco lo stronzo che ha deciso di far giocare una partita il venerdì o il lunedì alle 18, lo butto giù dalla tromba delle scale e gli piglio a bastonate il micio. Perché io quell’abbonamento l’ho pagato, e per usarlo devo perderci altri soldi a lavoro. Per dirla con Malesani: «È ‘no schifo sta roba qua».

Tra le altre cose, questa rubrica ha una gestazione di due giorni, ed è saltata moltissime volte anche per gli innumerevoli ac perniciosi Monday night.

Regaliamo anche gli incidenti tra ultras, perché Ciro Esposito è sicuramente la vittima di un gesto folle e assassino, ma chi vi scrive è abbastanza convinto che se si fosse fatto i cazzi suoi nulla sarebbe successo.
Regaliamo la collusione tra tifo organizzato e società, perché vedere le bandiere di Drughi e Viking alla festa scudetto è stata una scena da voltastomaco. Se tifo Juventus, voglio vedere bandiere bianconere o dell’Italia. Se tifi per il tuo gruppetto da quattro soldi, vai a fare un torneo amatoriale e sbandieralo, ma non rompere gli zebedei a me che sono esterno al tuo gruppo e non per questo mi sento meno tifoso di te.

Insomma, regaliamo e vendiamo molto, ma sappiamo di avere delle solide basi da cui partire. Il campionato del prossimo anno sarà uno dei più belli da un po’ di tempo a questa parte, vedrete. Con la Roma che si rafforzerà, il Napoli che la seguirà a ruota, Milan e Inter riproveranno l’assalto europeo e la Juventus dovrà difendere il primato. Ci sarà da divertirsi.

Detto questo, si conclude la rubrica dei Consigli per gli acquisti e, salvo comunicazioni eccezionali, anche la mia esperienza qui a Inchiostro.
Augurandomi che i miei sbrocchi non vi abbiano annoiato troppo, spero che ci si possa ritrovare altrove in futuro.

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