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Come funziona il Conclave

di Giovanni Cervi Ciboldi

Domani, martedì 12 marzo 2013, inizierà il Conclave, il ritiro nel quale i cardinali si riuniscono per eleggere il nuovo papa.

I riti avranno inizio con la messa “Pro eligendo”, dove il Cardinale Decano tiene un discorso iniziale.

Il Conclave si svolge all’interno della Cappella Sistina, la più celebre delle stanze vaticane, che prende il nome dal suo committente, Papa Sisto IV. Qui Michelangelo Buonarroti realizzò gli affreschi sulla volta e la parete di fondo nella prima metà del ‘500.

Il Collegio dei Cardinali, alla cui presidenza è chiamato il Cardinale Decano, entra in solenne processione nella cappella. Qui viene intonato il canto del “Veni creator”, seguito dal giuramento di fedeltà al segreto con la formula “Extra omnes”.

L’ultimo Cardinale Diacono ha poi il compito di chiudere la porta della cappella “cum clave”: con una chiave, per rendere impossibili le comunicazioni con il mondo esterno. Da qui viene la nomea, appunto, di Conclave.

Successivamente, la porta è sorvegliata dall’esterno dalla Guardia Svizzera, un corpo armato di 110 uomini predisposto alla difesa del Papa e dell’ordine all’interno del Vaticano.

All’interno del collegio dei Cardinali, possono votare per l’elezione del nuovo Papa solamente i Cardinali elettori, coloro che hanno meno di 80 anni. Il gruppo dei votanti, questa volta formato da 115 aventi diritto, non può mai superare il numero di 120: i Cardinali che non hanno diritto di voto per questioni di età partecipano solo alle fasi preliminari dell’elezione e fungono quindi da guide spirituali.

Prima dell’inizio delle votazioni il Cardinale Diacono è incaricato dell’estrazione a sorte degli Scrutatores, tre cardinali  seduti davanti all’altare che hanno il compito di contare i voti. Tale conta è successivamente verificata da altri tre cardinali, detti Revisori, eletti nello stesso modo. Tre sono poi i cardinali estratti a sorte con il compito di raccogliere il voto dei colleghi infermi.

Prima della votazione, i Cadinali giurano impegnandosi a votare “Secudum Deum”, ovvero secondo la volontà di Dio.

La votazione che segue avviene su schede bianche, sulle quali il cardinale scrive, dissimulando la propria grafia per ragioni di segretezza, “Eligo in summum ponteficem” – seguito poi dal nome del proprio prescelto.

Una volta il voto non era segreto: fu reso tale all’inizio del terzo decennio del seicento, per evitare che i rapporti tra cardinali influenzassero la scelta del Papa, stimolando quindi una scelta secondo coscienza.

Per scelta del nuovo Pontefice è necessaria la maggioranza di due terzi degli aventi diritto al voto. Giunti al trentaquattresimo scrutinio, se ancora il Papa non è stato scelto, si prosegue al ballottaggio, con la scelta tra i due soggetti che, nel corso del precedente scrutinio, hanno ricevuto più voti, ai quali è negato – a partire da ora – il voto.

A seguito di ogni votazione, le schede vengono legate tra loro e bruciate in una stufa che ad ogni Conclave viene montata per l’occasione. Dal camino uscirà una fumata nera quando la votazione non ha dato esito positivo, in caso contrario, ovvero quando un nuovo Papa è stato scelto, nella stufa viene aggiunta una sostanza apposita tale da creare la fumata bianca.

Il prescelto viene interrogato dal Cardinale Decano, il quale gli chiede di ricusare o accettare il compito: una volta accolto l’incarico, il nuovo Papa annuncia, sempre al Cardinale Decano, il nome pontificale che ha scelto, l’appellativo simbolico con il quale sarà chiamato durante il suo mandato.

Segue dunque la cerimonia della Vestizione: il nuovo Papa viene dunque accompagnato nella Stanza delle Lacrime, dove si spoglia degli abiti cardinalizi e viene aiutato ad indossare per la prima volta la Tonaca Papale, preparata in anticipo dal sarto del pontefice in tre taglie differenti. Alla vestizione segue l’omaggio dei Cardinali al nuovo Papa.

Tocca ora al Cardinale Protodiacono, ovvero il cardinale diacono che possiede tale titolo da più tempo, porre il Pallio, una stola di lana bianca, sulle spalle del nuovo papa. Il Pallio è il simbolo pastorale, metafora della pecora portata sulle spalle dal pastore.

Il Cardinale Protodiacono esce poi sul balcone della loggia centrale della Basilica di San Pietro recitando di fronte alla folla sottostante, radunatasi per l’occasione, la formula “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam”. Segue la pronuncia del nome di battesimo del prescelto e subito dopo il nome pontificale.

Successivamente il nuovo Papa giunge in processione al balcone e dopo aver tenuto un breve discorso di inaugurazione del suo mandato, impartisce a benedizione “Urbi et Orbi”.

 

 

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