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Cittadini del mondo, perdonateci!

di Matteo Miglietta

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“Se non si ha la forza per combattere in queste piccole cose, come possiamo poi lamentarci del fatto che non cambia mai nulla?” Il signor Caprioli è un uomo simpatico di mezza età che, 25 anni fa, ha deciso di abbandonare la provincia di Rieti per stabilirsi in Belgio, a Leuven, a una trentina di km da Bruxelles. Qui ha aperto un ristorantino ed ora ha creato un piccolo caso diplomatico a causa di un paio di fogli appesi sulla sua finestra. La notizia è rimbalzata fra i principali quotidiani italiani e belgi, compresa qualche televisione, e per quanto possa sembrare un fatto di poco conto, ha creato parecchio rumore. Ma andiamo per ordine: Caprioli abita nello stesso condominio che ospita il consolato onorario italiano di Leuven, e la sua finestra è esattamente accanto alla porta del suddetto consolato, ma nonostante questo non si è mai fatto problemi ad appenderci ritagli di giornale, poesie, belle foto, locandine di film italiani, o qualsiasi altra cosa ritenesse degna di apparire sulla strada principale della piccola città fiamminga. Con un occhio di riguardo per la politica. Tempo fa decise di appendere alcuni ritagli presi da vari giornali esteri e italiani, tutti riferiti agli scandali del nostro presidente del consiglio Berlusconi, comprese le famose dieci domande di Repubblica, il tutto sovrastato da una scritta: Citizen of the world, forgive us! Onestamente appena sono arrivato a Leuven, circa 2 mesi fa, ho pensato che quella finestra appartenesse al consolato italiano e che fosse davvero strano che in patria sapessero della cosa e nessuno dicesse nulla. Probabilmente lo stesso pensiero deve averlo avuto un non meglio identificato deputato del Pdl che, circa una settimana fa, pare abbia notato la cosa e non abbia tardato a entrare infuriato nel consolato chiedendo spiegazioni. “Sono sempre stato in ottimi rapporti con il nostro console onorario -ha spiegato Caprioli- anzi, sono stato io a trovare quell’ubicazione per l’istituzione che rappresenta, quindi non mi sono stupito quando ho ricevuto una chiamata da lui. La cosa strana è stata la richiesta che mi ha fatto, cioè se avessi potuto gentilmente levare i miei fogli. Io gli ho spiegato che non avevo nessuna intenzione di farlo ma che avremmo potuto trovare un accordo come scrivere che la finestra appartiene a un privato cittadino, o qualcosa di simile. Non ho fatto in tempo a riattaccare che il telefono è squillato di nuovo. Questa volta era il console generale di Bruxelles, il quale mi ha fatto la stessa identica richiesta, ma in maniera più ferma. A quel punto mi sono sentito il dovere di non cedere, dopotutto la finestra è la mia e loro non hanno nessun diritto di chiedermi una cosa del genere”. L’unico modo che Caprioli ha trovato per sentirsi meno solo in questa sua piccola battaglia è stato cercare il più largo consenso possibile fra la gente, per questo ha deciso di aprire un gruppo su facebook, che in pochi giorni ha raccolto migliaia d’iscrizioni, e inviare la propria storia a molti giornali italiani, fra cui “La Repubblica”, che ha risposto al suo appello pubblicando la sua vicenda. Qui in Belgio è totalmente inconcepibile una pressione del genere verso la libertà di un singolo cittadino, per questo ha creato tale scalpore una vicenda come questa, amplificato ancor di più dall’idea tutt’altro che lusinghiera che nel resto dell’Europa si sono fatti della nostra situazione politica. Ora qui in città gli studenti italiani, e non solo, stanno pensando di organizzare una manifestazione di solidarietà per il sig. Caprioli. “Non posso negare che tutta questa attenzione mi faccia piacere, anche perchè mi sono reso conto che come me ci sono tante altre persone che lottano nel silenzio delle piccole battaglie di libertà”. Va sottolineato che dopo quel famoso giorno non sono più state fatte pressioni al ristoratore italiano, nonostante sia venuto a sapere che erano stati contattati anche alcuni suoi conoscenti per cercare di convincerlo a desistere. Conclusione: i fogli sono rimasti dove sono, anzi, ne sono apparsi altri con scritto che quella finestra non appartiene a nessuno altro se non al suo legittimo proprietario. In compenso ne è comparso un altro sulla porta del consolato con scritto che si dissocia da qualsiasi cosa affissa alle finestre circostanti.
Allora c’è da chiedersi: dove andremo a finire se due pezzi di carta, una vetrata e il coraggio di far sapere cosa si pensa possono fare tanta paura?

Un pensiero su “Cittadini del mondo, perdonateci!

  • Erica

    La tentazione della prepotenza è costante: poter imporre qualcosa a qualcun altro sembra sempre comodo… La conclusione della vicenda (segnalazione dell’appartenenza della finestra, chiara dissociazione del consolato) è abbastanza civile: ci voleva molto ad arrivarci??? Solidarietà a Caprioli!

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