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Cinque libri per la Giornata della Memoria

Oggi, 27 gennaio, si celebra la Giornata internazionale della Memoria per commemorare le vittime dell’Olocausto. Persone che sono state private dei loro affetti, della dignità e della stessa vita in uno dei momenti più cupi della storia dell’uomo.
A subire la follia del regime nazista furono in molti, ognuno per un motivo diverso, ma tutti colpevoli di non essere “puri”. Sicuramente le vittime più ricordate e rappresentate sono gli ebrei, il gruppo più colpito dalla furia genocida con oltre 6 milioni di decessi (dati del United States Holocaust Memorial Museum). Il termine “olocausto” è in realtà improprio, poiché nel linguaggio ebraico indica il sacrificio di una vittima al Dio. Gli ebrei lo ricordano come Shoah, che significa “Tempesta devastante”, un termine più volte utilizzato nella Bibbia per indicare una catastrofe.
Meno conosciuto è il Parajmos, cioè lo sterminio degli zingari, tra cui rom, sinti e jenisch: tra il 1933 e il 1945 persero la vita tra le 196.000 e le 300.000 persone appartenenti a questo gruppo, anch’esse perseguitate per la loro etnia. Subirono lo stesso destino anche gli slavi, soprattutto russi e polacchi, i prigionieri di guerra sovietici e i dissidenti politici. La repressione colpì anche gruppi più piccoli, tra cui i testimoni di Geova, che per credo religioso rifiutarono di giurare lealtà ad Hitler come Fuhrer finendo così ad essere tra i primi a venire internati nei campi di concentramento, e gli omosessuali, additati dal regime come deviati. Differente fu il caso delle persone disabili, che erano viste dai nazisti come una minaccia all’integrità della “razza ariana”. Non venne fatta nessuna distinzione etnica: a diventare un bersaglio fu anche chi era di discendenza tedesca. Nei tristemente famosi programmi di eugenetica perirono oltre 250.000 persone.

L’importanza di preservare la memoria di quanto avvenuto, dei terribili crimini e delle atrocità subite da milioni di persone venne sancita con la creazione della Giornata della Memoria da parte delle Nazioni Unite nel 2005. La data venne fissata al 27 gennaio, anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, in Polonia, portata a termine dalle truppe sovietiche.
In questo articolo abbiamo scelto di celebrare la Giornata della Memoria consigliando cinque differenti libri sul tema, nella speranza di mantenere vivo il ricordo di qualcosa che non dovrà mai più ripetersi, come scritto in un monumento celebrativo fuori dal campo di Dachau: “Never Again”.

Per questo ho vissuto, di Sami Modiano
Biografia dell’autore, uno degli ultimi sopravvissuti di Auschwitz deportato all’età di 13 anni da Rodi in quanto ebreo. Nel campo vedrà morire familiari e amici fino a rimanere solo al mondo. In questo libro edito nel 2014 Sami Modiano racconta la sua storia, dalla vita a Rodi alla deportazione fino al raggiungimento della salvezza, il tutto attraverso gli occhi di chi “quella mattina si era svegliato come un bambino e la notte si addormentò come un ebreo”.

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Triangolo rosa, La memoria rimossa delle persecuzioni omosessuali, di Jean Le Bitoux
Jean Le Bitoux, in passato leader del movimento di liberazione omosessuale in Francia e promotore della creazione di un archivio sulla deportazione nazista degli omosessuali francesi, scrive un volume informativo ma coinvolgente. Triangolo rosa non solo riporta eventi e atrocità ai danni degli omosessuali nei campi, ma racconta vicende personali, la vita a Parigi e la difficoltà di venire riconosciuti come vittime una volta finita la guerra. Un libro che svela con passione una parte poco conosciuta dell’Olocausto e che per questo merita di essere letto.

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Sonderkommando Auschwitz, di Shlomo Venezia
Un’altra autobiografia, ma forse unica al mondo per ciò che racconta. Shlomo Venezia fu arrestato nel 1944 a Salonicco e successivamente deportato nel campo di Auschwitz, dove perse subito parte della famiglia. Nel campo venne obbligato a lavorare nei Sonderkommando, squadre di internati destinate allo smaltimento e alla cremazione dei corpi dei deportati. È questa esperienza a rendere particolari il suo racconto e la sua memoria: Shlomo Venezia è uno dei pochissimi sopravvissuti appartenenti ai Sonderkommando, i cui componenti venivano periodicamente soppressi per evitare che trapelassero informazioni. Una biografia assolutamente unica nel suo genere.

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L’ultimo sopravvissuto, di Sam Pivnik
Il racconto e la testimonianza di Pivnik, polacco e figlio di un sarto ebreo, che nel 1943 venne deportato nel campo di Auschwitz dove il resto della sua famiglia, eccetto suo fratello, trovò la morte. Un racconto personale che parte dal tredicesimo compleanno dell’autore, il giorno in cui i nazisti invasero la Polonia. Pivnik conoscerà il ghetto, i divieti imposti, il terrore e il coprifuoco prima di arrivare nel noto campo di sterminio. In seguito alla “marcia della morte” fu prigioniero sulla Cap Arcona, divenendo uno dei soli 200 sopravvissuti al suo affondamento. Una vera storia di sopravvivenza che, attraverso innumerevoli scenari, rende il lettore partecipe delle terribili vicende vissute dall’autore.

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Bambino N°30529, di Felix Weinberg
Felix Weinberg a 12 anni vide cambiare completamente la sua vita in Cecoslovacchia con l’avvento delle persecuzioni naziste. Il padre fuggì in Inghilterra sperando di poter essere raggiunto a breve dal resto della famiglia e rifarsi una vita, ma così non fu. Da qui in avanti Felix sopravviverà a ben cinque differenti lager e persino alla terribile “Marcia della Morte” tra un campo e l’altro. Scampato all’orrore, riuscirà a riabbracciare finalmente suo padre. “Un racconto duro e senza censure della spietatezza dell’Olocausto e dell’orrore che non ha risparmiato neppure i più piccoli e puri” (dalla trama del libro).

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Ognuno di questi libri racconta un’esperienza personale, uno spaccato di vita inimmaginabile per chi non l’ha vissuto. Una memoria a tratti raccontata con fatica dai sopravvissuti che merita di essere celebrata e ricordata da tutti, in particolare dalle nuove generazioni, che possano in questo modo conoscere cosa è successo ieri per non ripeterlo un domani.

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