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CineFraccaro 2014: terza serata in apnea con Gianluca Genoni

di Stefano Sette

Terzo appuntamento con la rassegna “Sport e società”, organizzata dal collegio Fraccaro. La serata di lunedì 19 maggio è stata dedicata all’apnea, con la proiezione del film Le Grand Bleu diretto da Luc Besson e presentato al Festival di Cannes del 1988. Il film racconta la rivalità sportiva tra Enzo Molinari e Jacques Mayol, due campioni di apnea che si sono sfidati in Grecia per il titolo di campione del mondo. Durante la sfida i giudici consigliano ai partecipanti, ridottisi ai soli Mayol e Molinari, di rinunciare per motivi di sicurezza, in quanto c’era il rischio che potessero morire, ma Enzo sceglie d’immergersi ugualmente. Nonostante la prestazione vincente viene a mancare l’ossigeno e, dopo essere stato salvato da Jacques, Molinari in punto di morte chiede all’amico di lasciarlo annegare. Quella notte Mayol, dopo aver sognato Enzo in fondo mare, si sveglia e s’immerge in acqua per ritrovarlo, scomparendo nel blu profondo e lasciando sospeso l’epilogo della storia.

Subito dopo il film si è discusso con Gianluca Genoni sull’apnea e sulle figure di Enzo Maiorca e Jacques Mayol. La rivalità dei due è stata messa sullo stesso piano di quella tra Ayrton Senna e Alain Prost, ricordando che il film è uscito in Italia solo nel 2002 per via di una causa di diffamazione presentata da Enzo Monica  – poi vinta – poiché il personaggio di Molinari «appare come un condensato di modi e di vizi che la peggior tradizione straniera attribuisce all’ uomo italiano: insolenza, arroganza, complesso di superiorità, gallismo, aria di sufficienza, sciovinismo».

Gianluca Genoni

Genoni si è poi soffermato sul fatto che Maiorca e Mayol furono i primi apneisti a superare i 100 metri di profondità (rispettivamente 101 e 106) – smentendo le voci secondo cui il corpo implodesse dopo i 50 metri. Genoni ha poi raccontato come abbia iniziato a praticare questa disciplina: avendo paura del mare, all’età di tre anni fu portato dai genitori in piscina, e dopo aver imparato a nuotare iniziò a praticare apnea nella vasca allenandosi circa dieci volte a settimana, altrimenti ci sarebbe il rischio di perdere il feeling e il modo di vivere con l’acqua.

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