Pavia

Chiusura del Cinema Corallo-Ritz: intervista a Tullio Facchera

di Stefano Sette

Lo scorso 26 agosto, terminata la rassegna estiva all’Istituto superiore di studi musicali Franco Vittadini, è stata annunciata la chiusura del cinema Corallo-Ritz, tre anni e mezzo dopo la chiusura della multisala Kursaal, in Corso Cavour. Rimarrà aperto solo il Politeama – 91.000 spettatori nel 2011, di cui 41.400 nel primo trimestre contro i 28.000 del periodo gennaio-marzo 2012 – mentre nelle vicinanze sono presenti i multisala a Montebello della Battaglia (9 sale), Parona (6), Pieve Fissigara (6), Assago (10), Rozzano (13) e, dalla scorsa primavera, anche a San Martino Siccomario (5 sale aperte). Inchiostro ha intervistato Tullio Facchera, gestore del cinema Politeama ed ex gestore del Corallo-Ritz, sulla chiusura delle sale in via Bossolaro e sulle prospettive del cinema pavese.

 

Inchiostro Quando avete deciso di chiudere il cinema Corallo?

Tullio Facchera –  La decisione è arrivata nei mesi di aprile e maggio perché, non essendoci più un afflusso sufficiente a mantenere in vita l’esercizio, abbiamo dovuto chiuderlo per mancanza di spettatori.

Questa chiusura è stata influenzata dall’apertura del multisala a San Martino?

Certamente sì.

Negli ultimi tempi quanto incassavate?

Posso dire che la perdita è stata molto importante: è una flessione intorno a più del 50-60% delle presenze.

C’è il rischio che possa chiudere anche il Politeama?

Per il momento no. Il discorso è sempre lo stesso: noi non siamo mai la causa, siamo l’effetto. Nel senso che se vengono al cinema il Politeama si sta adoperando per far tutte le rassegne. Tutto quello che veniva fatto in attività culturale al cinema Corallo-Ritz viene spostato di qui, per cui siamo già partiti con le nuove rassegne. Noi, fino a marzo-maggio dell’anno prossimo, siamo già coperti da tutte le rassegne culturali.

Compresa la collaborazione con l’UDU?

Quella con l’UDU la annovero perché sono 16 anni che lo fa e credo che lo farà ancora. Gli riserveremo il suo spazio voluto ed è una collaborazione importante rispetto ad altri che si vantavano di avere chissà chi alle spalle e poi, alla fine, non avevano nessuno. I cinema stanno aperti solo se si frequentano. Poi la programmazione del Politeama, non dovendo più rispondere a certe esigenze delle major grosse come Warner Bros, Fox, Eagle Pictures, Medusa stessa – dove chiaramente, avendo tre cinema, il Politeama era quello di punta e dovevi sempre fare i film grandi e grossi dal loro punto di vista avrà un taglio già più sul culturale perché è dedicato alla città, agli studenti, agli anziani e ai bambini. Non c’è più da seguire una logica di mercato, inteso come case di distribuzione. Non seguiamo più il mercato delle case di distribuzione ma seguiamo le necessità di una città in cui è rimasto un cinema. È cambiata in questa prospettiva.

Tra le collaborazioni c’erano anche le proiezioni all’Istituto Vittadini, durante il periodo estivo.

Le proiezioni al Vittadini sono state importantissime, come sempre. Sempre al completo, e come sempre con la piazza Ghislieri piena di macchine, moto e biciclette. Fino a quando non danno un parcheggio in città – leggi Piazza Botta [Aperto dalle 8:00 alle 20:00, n.d.a.] – lo riaprono e fanno venire la gente vicino ai cinema, noi avremo sempre più difficoltà. I cinema inglobati nelle zone ZTL di tutte città dove sono stati negati i parcheggi – Pavia, Milano, Bologna, Firenze etc. – hanno le sale che chiudono perché non è concepibile, oggi come oggi con le problematiche che abbiamo, che una ragazza esca dal cinema alle 23:00 o a mezzanotte e debba fare 2,5 km in mezzo alla città per andarsi a prendere una macchina. Non è possibile. La giunta è al corrente.

Questi problemi con i parcheggi quando sono sorti?

Sono 5 anni. Era tra le premesse che 5 anni fa avevo già mandato alle amministrazioni, dicendo di fare attenzione, perché se blindavano la città chiudevano i cinema. Nelle multisala che hanno aperto in provincia di Pavia arrivi, parcheggi praticamente davanti alla porta. Noi qui già arrivare è un problema, perché se arrivi prima delle 20:00 ci sono ancora aperti i bar e le attività commerciali e non trovi posto; se arrivi dopo le 20:00 non c’è più il film perché comincia alle 22:00. Adesso anticipiamo l’orario alle 22:00 per mandare a casa i ragazzi e le signore a mezzanotte anziché all’1:00, però alla fine devi andare a prendere la macchina in Lungoticino, in Viale della Libertà, in Viale Cesare  Battisti, in Piazza Castello e in uno dei posti più brutti che è la zona Oberdan, perché sappiamo tutti da chi è occupata. Se fosse stato possibile il nostro progetto di via Oberdan, come ci auspicavamo, tutto questo non sarebbe successo e il cinema di San Martino sicuramente non sarebbe nato.

I residenti di Piazza Oberdan erano contrari al progetto del multisala?

Una parte sì, però le amministrazioni devono decidere il benessere della città, non di un palazzo o di una zona. La socialità dei cinema è riconosciuta dal Ministero e non solo: i cinema portano aggregazione, socialità e le persone stanno insieme. Nel momento in cui non hai più questo si depauperano i centri storici. Lo vediamo nel nostro piccolo; già ultimamente avevamo dei problemi in via Bossolaro con la movida. Adesso che non ci siamo più è ancora peggio.

Il via Bossolaro il Comune ha deciso di limitare l’esercizio di alcuni locali fino alle 21:30.

Il Comune può fare quello che vuole, però se hai 200-300 persone che vanno e vengono dal cinema ti mantengono una certa soluzione di ordine, perché non possono fare i cretini sempre. Nel momento in cui non hai la fruizione di una via da parte del pubblico, non funziona più. Pare che le amministrazioni non lo vogliano capire e si nascondano dietro le migliaia di scudi e scuse, ma una delle cose vere è che i cinema stanno aperti se puoi raggiungerli. Non c’è niente d’obbligo, perché se prendo la macchina da Pavia e vado a San Martino, parcheggio davanti e ho lo stesso film che ho al Politeama. Raramente si riesce a fare un film che a San Martino non fanno, o viceversa, però nel 60-70% dei casi i film sono quelli. Uno deve scegliere: o prendere la multa e incamminarsi di notte per la città, oppure andare a San Martino sul piazzale del Bennet illuminato, fa due passi ed è dentro. Meno persone vengono al cinema e meno economia si riesce a fare. I cinema non sono una cosa astratta, non sono sovvenzionati da nessuno: è un’attività commerciale come un’altra. Fin quando avrà spettatori noi saremo aperti, nel momento in cui non ci saranno più spettatori dovremo chiudere, perché abbiamo dei costi, abbiamo dei dipendenti e siamo strutture grosse. Per stare sempre nell’ottica di reagire alla crisi di mercato abbiamo dotato la sala di proiettore digitale 2K, per cui non si proietta più in pellicola ma in digitale, addirittura con il 3D. Oggi [Domenica 21 ottobre, n.d.a.] ad esempio abbiamo su un film per bambini in 3D e sono sforzi enormi perché rasentano i 90-100.000 euro di impegno.

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