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A CENA CON SEBASTIANO MONDADORI

“Tra frasi sfatte. Una presentazione in forma di laboratorio di scrittura”

Martedì 3 marzo il Collegio Nuovo ci ha offerto l’occasione di partecipare a una serata particolare: un incontro con lo scrittore Sebastiano Mondadori, fondatore e direttore della Scuola di scrittura creativa Barnabooth, per la presentazione del suo ultimo libro “Gli amici che non ho”, in apertura del secondo ciclo di conferenze promosse dal Collegio per l’anno 2014/2015.

Come di consueto, alcune alunne vengono invitate a cenare con gli ospiti della conferenza, così da avere la possibilità di conoscere più da vicino personaggi di spicco e ricevere da loro preziosi consigli per il proprio percorso futuro.

L’opportunità che ci è stata offerta ci ha permesso di trascorrere una piacevole serata in compagnia del relatore e della sua famiglia, della professoressa Carla Riccardi, ordinario di Letteratura italiana presso la nostra Università, a cui spettava il compito di condurre la conferenza, e dell’Alumna Emmanuela Carbè, esordiente con Mio salmone domestico. Manuale per la costruzione di un mondo, completo di tavole per esercitazioni a casa.

La Rettrice Paola Bernardi ha introdotto l’incontro sottolineando il piacere di ospitare di nuovo nella stessa sala Sebastiano Mondadori, invitato una prima volta in occasione della presentazione del suo primo libro e poi una seconda 4 anni fa in veste di membro della giuria per il concorso letterario “650 parole in rosa per Unipv”.

Gli interventi di Carla Riccardi hanno aperto la conferenza e ci hanno introdotto nella “bottega” dello scrittore e nel vivo del romanzo.

Sebastiano Mondadori 40315  (8)Sebastiano Mondadori ha tratteggiato il protagonista, Giuliano Sconforti, traditore, bugiardo e amante delle donne, un uomo di 48 anni con un passato da comico che ha a disposizione soltanto 8 giorni per recuperare 4000 euro e salvare il proprio bar. Un passato scandito da una serie di donne di cui non compare mai il nome, ma soltanto ironici pseudonimi, da amici che non sono tali, da un nonno che non è saggio e di cui lo stesso narratore inaffidabile mette in dubbio l’esistenza. Come ha evidenziato Emmanuela Carbè, Sconforti si presenta ostico, volutamente sgradevole per aggredire il perbenismo e smascherare l’ipocrisia; ma parallelamente al mutare del ritmo, che passa da frasi lunghe e faticose a fitti discorsi diretti, anche la storia prende il sopravvento e si presenta carica di mille sfaccettature: una serie di gags che si prestano a una lettura a blocchi, a “salti”, per meglio cogliere il tragico nella comicità.

A fine serata, l’analisi della struttura del romanzo ci ha portati a interrogarci sul mestiere dello scrittore e su tutto il lavoro che si nasconde dietro alla pagina stampata. Sebastiano Mondadori ci ha svelato che scrive quattro ore solo la mattina, cura la pagina già alla prima stesura, fin dall’inizio ha in mente lo sviluppo della storia; una volta concluso si prende tempo e solo dopo rilegge tutto ad alta voce per capire cosa tagliare e cosa asciugare… Ma una volta pubblicato nessun rimpianto e nessun rimorso!

Come insegna ai suoi allievi alla Barnabooth di Lucca: <<Scrivere libri non è una passeggiata, l’ispirazione esiste ed è un modo di essere, ma si tratta di un’operazione che richiede mestiere, passione, cultura letteraria e capacità di confrontarsi con gli altri e essere critici nei confronti di se stessi>>.

 

Di Elisa Enrile e Giorgia Ghersi

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