Attualità

C’è davvero voglia di cambiamento?

 

di Francesco Iacona

 

Ieri pomeriggio a Roma, in piazza San Giovanni, si è tenuta la manifestazione del Partito Democratico.
La notizia che ha attirato magiormente l’attenzione, rispetto agli interventi dei personaggi saliti sul palco (tra i quali Antonio Di Pietro, Susanna Camusso e Roberto Vecchioni, oltre al segretario Pier Luigi Bersani), riguarda Matteo Renzi, sindaco di Firenze facente parte del PD, che è stato fischiato e contestato da molti dei presenti. Lo hanno accusato di essere di destra gridandogli «Vai ad Arcore» e «Sei un comunista di destra», oltre a consigliargli di dire qualcosa di sinistra (frase ormai piuttosto stereotipata).
L’evento della Leopolda di Firenze della scorsa settimana ha, dunque, suscitato un doppio effetto per gli elettori di centro-sinistra, dato che solo pochi giorni fa Renzi era stato fortemente acclamato.
Oggi, però, mi è venuto un forte dubbio. Si è tanto parlato di un rinnovamento della politica e di politici nuovi, giovani e con voglia di fare. Ora che un politico con – più o meno – queste caratteristiche sembra essere comparso, lo si attacca fortemente fischiandolo. Perciò mi chiedo se la gente ha veramente voglia di cambiare e se questa voglia di cambiamento è reale o soltanto chiacchierata. Mi riferisco, essendo il contesto legato al Partito Democratico, agli elettori di questo partito e di centro-sinistra in generale.
C’è  un’assoluta necessità di liberarsi di un sistema politico bloccato da decenni e schiavizzato dal berlusconismo. Ora che, dopo anni e anni di miseri fallimenti, il centro-sinistra e il PD in particolare – poiché negli ultimi anni è stato un partito che ha comunicato più confusione che altro –, hanno in casa un politico giovane, con le palle e soprattutto con proposte serie e concrete, cos’è che fanno? Le anziane gerarchie del partito lo criticano bollandolo come “rottamatore” e come “portatore di idee anni ‘80”, mentre i comuni elettori – non tutti per fortuna – lo fischiano, continuando a sostenere un personaggio preistorico e assetato di potere come Bersani, le cui capacità di politico e soprattutto di leader non sembrano essere mai emerse.
Nel 2009 il PD fece le primarie e i sostenitori scelsero proprio il buon vecchio Bersani a Dario Franceschini e Ignazio Marino. Dopo il romantico fallimento di Veltroni (almeno lui la passione ce la metteva), quale modo migliore per tornare indietro e soffocare il progetto di rinascita politica?
Adesso, però, non mi sembra che i democratici (ripeto, non tutti) abbiano capito che per risollevarsi da anni di politica stagnante e liberarsi del berlusconismo ci vuole una forte ventata che spazzi via tutto quello che c’è adesso.
Matteo Renzi è ormai da qualche anno che questo lo ha intuito, cercando di proporsi, non soltanto dicendo di “rottamare” i politici vecchi e ammuffiti, ma anche indicando idee concrete e reali. Basti guardare le cento idee uscite dalla tre giorni della Leopolda; idee suggerite non solo dal trentaseienne sindaco di Firenze, ma anche da vari personaggi più o meno famosi che si sono alternati sul palco e, soprattutto, dalla gente comune tramite blog e socialnetwork (il tutto è consultabile nel sito web http://www.leopolda2011.it/).
E invece si continua a rimanere ancorati al passato, sostenendo Bersani, uno dei simboli di una politica schiava della casta e che ormai non ha più niente da dare (sempre che qualcosa l’abbia mai dato veramente). Un Bersani che pur di realizzare il suo ambizioso progetto di conquista della poltrona, in un primo momento – quando è il candidato favorito – elogia le elezioni primarie come notevole strumento di democrazia, per poi eclissarle quando ha visto dietro di lui la minacciosa ombra di Vendola (politico certamente più competente). Un Bersani che continua a dire, con un tono molto di facciata, che Berlusconi si deve dimettere e che con questo Governo non si può andare avanti; opinione che abbiamo capito tutti, bene! Però è la solita tiritera, perché le idee per proporsi come valida alternativa non ci sono.
In conclusione. Renzi, da parte sua, non si è scomposto davanti ai fischi ricevuti, rispondendo sulla sua pagina facebook con queste parole: «Rispetto chi non la pensa come me, chi fischia e chi urla. Ma vado avanti tranquillo a viso aperto senza paura di confrontarmi sulle idee…».

Io penso che bisogna smetterla con lo stupido giochino destra/sinistra. Credo che la politica abbia bisogno di facce nuove con idee nuove. Indipendentemente che siano di destra o di sinistra. Solo così si può pensare di uscire da una situazione politica fortemente bloccata che offre davvero poco al Paese.

 

 

NdR. Fonte foto in basso: corriere.it

4 pensieri riguardo “C’è davvero voglia di cambiamento?

  • Valentina

    Non sono d’accordo: non è che perchè ci propinano qualcosa di nuovo (che poi sarà nuovo per davvero?) allora dobbiamo necessariamente portarcelo a casa perchè altrimenti significa che non c’è voglia di cambiamento.
    Esiste il diritto di critica, così come il diritto di scegliere chi eleggere. Anzichè parlare politichese e dire cose astratte che vanno bene per tutti, otterrebbe un po’ più di credibilità almeno annunciando la volontà di candidarsi, evitando la manfrina del “si candidano le idee”.
    Per il resto, spero francamente di essere smentita ma a me sto Renzi sa di sola.

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  • Io una chance al sindaco di Firenze la darei.Saranno i fatti a parlare.

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  • epaminonda

    “Io penso che bisogna” non è italiano, giornalista.

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  • Pingback: Inchiostro » Blog Archive » Le primarie Centrosinistra: commento e possibili scenari futuri

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