Attualità

Caro B, anche io ti ho tradito

 

di Simone Lo Giudice

 

L’ho conosciuto come presidente di calcio, della mia squadra del cuore. Bucava il piccolo schermo anche allora, quando era “solo” un sessantenne in carriera. Fronte alta, parlantina e sorriso. Io sapevo a malapena contare, a lui mancava solo lo sbarco in politica. A casa sono cresciuto mangiando molto pane e poca politica, così la mia prima idea di B è stata molto legata ai suoi successi sportivi. Mi pareva un uomo capace, che ci sapeva fare, di cui in fondo mi potevo fidare. A diciotto anni mi è toccato esordire alle urne e il mio voto era bello pronto, sì insomma avete capito. Ma poi sono cresciuto in altezza e nel pensiero. Forse mi ha aiutato l’università, sicuramente mi è servito fare giornalismo sul campo. Ho capito che l’apparenza a volte inganna e i sorrisi spesso fottono. Ho fatto ballare gli occhi di fronte all’evidenza, senza avere nessuno che mi obbligasse a farlo.

Ho scoperto la sua voglia di accentramento compulsivo del potere. B non era solo un presidente di calcio, ma anche: un politico per caso, un impresario della tv, un comico alla ribalta, un playboy d’occasione. Una figura eclettica, un factotum italiano che a botte di sorrisi combatteva un processo dietro l’altro. Perché lui era pure processato. Un personaggio da Commedia dell’Arte, tutto preso dal suo canovaccio. A ogni conferenza stampa era come se andasse in platea: su il sipario! Comincia la commedia! Chi stava con lui era degno di lode, chi non lo sosteneva era un traditore. B ha sempre amato le opposizioni binarie, quelle facili facili: o mi ami o mi odi, o ti proteggo o ti combatto. Schemi elementari, da imparare a memoria per farti capire bene con chi ti devi schierare. Il male erano gli altri sempre, la giustizia lo perseguitava comunque. Poi è arrivato il tempo delle feste, diventate pubbliche in maniera ossessiva (ma per un premier non potrebbe essere diversamente). Le escort hanno contato più delle riforme e la nostra vita politica è rimasta impantanata in un teatrino tutto italiano.

E adesso che stiamo per voltare pagina, penso spesso a B e a quanto si senta solo in questo momento. Mi ricorda tanto il Charles Foster Kane del film “Quarto potere”, firmato dal grande Orson Wells: Kane era un uomo tanto ricco in pubblico quanto povero nel privato. Come il nostro B era un divorziato, come lui era innamorato solo del possesso. Ma in fondo B è stato anche un grande comico: un pagliaccio alla Pierrot, ben vestito e mal vissuto. Ci ha risparmiato la sua lacrima, non la verserà. Intanto ha perso il sorriso. E’ stato tradito dalla sua stessa compagnia di teatranti politici. E oggi vi ho confessato di averlo fatto pure io. Per quanto possa interessarti: “Caro B, anche io ti ho tradito”.

2 pensieri riguardo “Caro B, anche io ti ho tradito

  • Francesco

    Hai scritto: “Mi pareva un uomo capace, che ci sapeva fare”.
    Bè, diciamo che per essere stato la figura centrale della politica italiana per quasi vent’anni, qualche capacità senz’altro deve averla avuta. Peccato solo che queste sue capacità le abbia sfruttate per scopi personali e nella maniera peggiore possibile per il paese.
    Berlusconi uomo scemo non è. Mi chiedo come sarebbe andata se si fosse messo realmente al servizio del Paese…

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *