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Calcio, Serie A / La cura del Principe

di Simone Lo Giudice e Giuseppe Enrico Battaglia

Prendete un essere speciale e il suo curatore. “Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare. E guarirai da tutte le malattie. Perché sei un essere speciale e io avrò cura di te”. C’è un Principe che ha fatto grande la sua compagna. Milito ha preso per mano l’Inter del Triplete, poi si è smarrito insieme a lei, fino alla resurrezione conclamata in una piovosa serata autunnale. E alla fine anche una Regina rifulgente come la Juve ha dovuto inchinarsi.

La profanazione dello Juventus Stadium vale una pagina di storia. Se la guadagna “quello spensierato” di Andrea Stramaccioni, che affronta i Campioni d’Italia a viso aperto. La Juve la sblocca subito con Vidal, ma poi qualcosa si inceppa. E il merito va in gran parte alla solidità difensiva interista, che in Handanovic ha trovato un validissimo erede di Julio Cesar. Nel secondo tempo il match si capovolge quasi fisiologicamente, col parziale interista di 0-3 firmato in casa degli Invicibili. A Conte manca un grande bomber, in parole povere manca un Milito. Ogni goal della Juve è fin troppo lavorato e appena la forma fisica cala, qualche problemino spunta. Le stesse difficoltà che i Bianconeri hanno riscontrato in Champions League, dove senza il Van Persie di turno spesso fai fatica a chiudere la manovra. L’Inter si fa sotto in classifica senza porsi limiti. Stramaccioni ha sempre vinto in trasferta finora, dove spesso gioca meglio chi lavora in contropiede. Milito è tornato su altissimi livelli, Cassano è l’assistman che ti aspetti, Palacio sa essere letale nelle ripartenze. Ma soprattutto l’’Inter è cresciuta nelle zone centrali del campo: da Juan Jesus in difesa a Guarin sulla mediana. Improvvisamente Stramaccioni fa breccia alle spalle di Conte, candidandosi come serio antagonista nella lotta Scudetto.

Il Napoli invece se ne tira consapevolmente fuori. Mazzarri ha normalizzato i suoi ex-ragazzi-terribili. Delle conseguenze che ha comportato la cessione di Lavezzi abbiamo già parlato, meglio soffermarci su un altro aspetto. Questo Napoli tende a gestire troppo spesso i vantaggi senza affondare ulteriormente, cosa che può permettersi di fare solamente una grande squadra. Stiamo assistendo a un’involuzione del progetto Napoli quasi in maniera definitiva. E la colpa sta soprattutto nelle infelici scelte di mercato, compresa la scarsa propensione della società a mettere sul piatto i proventi delle scorse stagioni.

Napoli all’indietro, Fiorentina in avanti. Alla Viola affibiamo il compito di guastare il duopolio Juventus-Inter. Jovetic è cresciuto moltissimo, ma anche la scommessa Toni sta portando i suoi frutti. Montella gioca un calcio molto europeo, fatto di tanto possesso palla e molta corsa. Rispetto alla scorsa stagione, la Fiorentina ha cambiato 9/11 della formazione titolare senza riseintirne se non in meglio. Quello viola è un progetto serissimo, sbocciato in maniera prepotente e con un po’ di anticipo.

Torna a convincere il Milan. Contro il Chievo si è vista una squadra di nuovo in gamba. La felicità di El Shaarawy sta contagiando positivamente uno spogliatoio immacolinconitosi dopo la partenze estive. E pure un’eterna promessa come Montolivo sta interpretando ogni partita col piede giusto. Adesso Allegri deve trovare soprattutto un po’ di continuità per rientrare almeno in zona Europa League in tempi brevi.

 

PAGELLE

Nicklas Bendtner voto 5: si dice che col suo ingresso, la Jue abbia perso peso in attacco, ma qui sta il problema. Bendtner non è un attaccante che finalizzi, ma neanche uno che faccia salire la squadra. Non è colui che smista i cross ai compagni, e non è un rapace d’area. Nel contempo si sbatte, torna a centrocampo, ma non è neanche un trequartista. Chiedersi cosa faccia Bendtner in mezzo al campo assume la stessa risolvibilità di uno studio di funzione. INCOGNITA

 Diego Milito voto 9:sempre decisivo, è così freddo che quando gioca bisogna guardare la tv col ciobar e la stufa alogena. Non è ancora quello del triplete, ma è un killer spietato che ci si avvicina molto e che, prendendo per mano l’Inter, la porta sull’altare della corsa scudetto dopo aver annientato la Juventus. BLACK MAMBA

Samir Handanovic voto 7,5: senza di lui si starebbe parlando di altro risultato. L’ex Udinese arriva dovunque, facendo sembrare facili anche paratone come quella su Marchisio liberato in piena area da Pirlo. Attento anche sugli svarioni della difesa, i compagni dormono sonni tranquilli se i guantoni ce li ha addosso lui. AUTOSTIMA

Stephan Lichtsteiner voto 3: il maestro Miyagi lo manda in campo con un solo obiettivo: uccidere. Prende le misure a Zanetti prima e Palacio poi, ma proprio quando capisce a cosa mirare per infliggere una morte dolorosa, viene sostituito. A calarsi nei suoi panni, verrebbe la tentazione di riprovarci alla prossima uscita. KARATE KID

Elvis Abbruscato voto 6,5: sentire di Abbruscato che segna in Serie A ha un che di leggendario. Il buon Elvis segna di personalità, da posizione anche non facile, premendo R1 e quadrato per dare al pallone una traiettoria inarrivabile. Ma, è inutile stare a prenderci in giro, l’uomo sceso in campo a Pescara doveva essere un sosia molto più cinico e spietato, la qual cosa ci riconduce a un dilemma: che fine ha fatto Elvis? PASSAPORTO FALSO

Mattia Destro voto 7 di stima: entra, si fa ammonire, segna e si toglie la maglietta. Risultato, lo speaker non fa in tempo ad annunciare il suo ingresso in campo., che deve mangiarsi le parole per annunciarne l’espulsione. Strappa a Muntari la corona del re dei tamarri da stadio, BOMBER

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